Infinito Milan, unico in Europa. Il 'tradimento' della panchina

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lunedì 14 dicembre 2020, 01:36Primo Piano
di Thomas Rolfi

Le facce arrabbiate dei giocatori del Milan al fischio finale rappresentano l'ennesima prova di come la squadra di Stefano Pioli abbia fatto il giusto salto a livello mentale. In una giornata in cui tutte le avversarie per le prime posizioni hanno vinto (Lazio esclusa), i rossoneri riescono a non perdere in una delle partite più stregate della stagione, che ha fatto impallidire persino l'incredibile Milan-Verona di oltre un mese fa. Il Diavolo risorge dopo essersi ritrovato inspiegabilmente all'inferno sotto di due reti e strappa un punto prezioso, mantenendo l'imbattibilità dal post lockdown in campionato. Con la sconfitta dell'Atletico Madrid di sabato sera nel derby contro il Real, la squadra di Pioli è rimasta l'unica a non aver perso nei top 5 campionati europei in questo arco temporale. Esistono partite che nascono storte e quella contro la squadra di Liverani parte proprio nel peggior modo possibile per Romagnoli e compagni: con Kjaer, Ibrahimovic e Saelemaekers nemmeno convocati per problemi fisici, Gabbia si fa male dopo soli 3 minuti di gioco e il Parma trova il vantaggio nell'unica occasione creata con Hernani. Quattro legni colpiti dal Milan (tre con Calhanoglu), di cui due centrati nella stessa azione con Brahim prima e il turco poi, sommato ad un gol annullato per pochi centimetri a Castillejo. L'ultima traversa del numero 10 a inizio ripresa, seguito dal raddoppio crociato cinque minuti dopo, avrebbe ucciso persino un bisonte. Non il Milan di Pioli, che reagisce rabbiosamente e trova un 2-2 insperato nel finale grazie ad un Theo Hernandez scatenato, non prima di aver perso anche Bennacer per un problema muscolare.

IL 'TRADIMENTO' DELLA PANCHINA - Nonostante il tecnico rossonero ne abbia lodato la prestazione a fine gara, le partite di Rebic da prima punta non convincono, se non per alcune giocate estemporanee che il croato ogni tanto riesce a tirare fuori dal cilindro. Spesso in questa stagione le riserve hanno rivestito un ruolo fondamentale nell'entrare a gara in corso e incidere in modo determinante sul risultato. Questa volta, invece, Pioli è stato 'tradito' dalle soluzioni subentrate dalla panchina, Hauge e Leao su tutti. Il nativo di Bodo fatica ad infilarsi tra le maglie avversarie italiane a differenza di quanto gli riesca in Europa. Prendere le contromisure alle difese nemiche fa parte del fisiologico processo di ambientamento di un giovane catapultato dal campionato norvegese a quello più complicato dal punto di vista tattico. Il Milan necessita che Leao sprigioni il suo immenso talento in modo più continuo all'interno della partita. Per larghi tratti il classe 1999 è un pesce fuor d'acqua e il suo andamento ciondolante per il campo non è solo un problema di 'linguaggio del corpo', come lo ha definito Pioli. Al portoghese serve un cambio di atteggiamento, soprattutto quando entra a gara in corso. Anche contro lo Sparta Praga, l'ex Porto ha fatto ingresso dalla panchina dando la sensazione di non avere esattamente lo spirito indicato per la situazione. Eppure Leao ha dimostrato che quando è concentrato, può essere decisivo non solo con i gol, ma anche con gli assist. Sette partite in tre giorni, +3 sull'Inter seconda in classifica, il Milan vuole fortemente passare il Natale da capolista. Con Kjaer e Ibra sulla via del ritorno, tutto è possibile.