Kjaer, sicurezza e leadership: il danese neutralizza facilmente Abraham e compagni

SOLIDITÀ - 31 punti in 11 giornate. Il Milan di Stefano Pioli continua la sua inarrestabile marcia in campionato e mette a segno l’ennesima vittoria (sono 7 di fila) riagganciando in vetta il Napoli, che nel pomeriggio si era imposto di misura vincendo per 1-0 il sofferto derby campano contro la Salernitana. I rossoneri espugnano l’Olimpico di Roma e battono i giallorossi di Mourinho per 2-1 con le reti di Ibrahimovic su punizione ( gol numero 400 per lo svedese nei vari campionati e 150° in serie A) e di Frank Kessie che, glaciale, trasforma il rigore conquistato proprio dal gigante svedese e batte Rui Patricio.
CONSAPEVOLEZZA - I giocatori rossoneri scendono in campo imponendo sin da subito il ritmo agli avversari e vincendo duelli in ogni zona del campo. In mediana la coppia africana Kessie-Bennacer funziona a meraviglia e annichilisce completamente il centrocampo romanista. Mkhitaryan e Veretout faticano moltissimo a trovare spazi e creare trame di gioco e si dimostrano il più delle volte farraginosi e inconcludenti. Malissimo anche Abraham in attacco, si salva solo Zaniolo che prova con il suo estro e con la sua fisicità a creare qualcosa ma è comunque nervoso e troppo isolato e risulta quasi evanescente. I ragazzi di Pioli sono decisamente più forti e si impongono nettamente sotto ogni punto di vista.
LEADER - Zlatan, 40 anni lo scorso ottobre, quando sta bene dimostra di essere ancora determinante e in attacco fa il bello e il cattivo tempo, seminando il panico nella traballante difesa romanista. L’eterno numero 11 rossonero prima sigla il momentaneo 1-0, poi si vede annullare al var per un fuorigioco millimetrico il possibile 0-2 e, infine, si procura il rigore che il centrocampista ivoriano Kessie non sbaglia. La manovra rossonera si dimostra sempre fluida e ben organizzata grazie anche al lavoro impeccabile dell’altro uomo copertina dell’importantissimo trionfo di ieri sera: Simon Kjaer
MURAGLIA DANESE - Il roccioso difensore, fresco di rinnovo di contratto fino al 2024, gestisce la retroguardia milanista con forza e assoluta saggezza e, dopo Ibra, si candida imprescindibilmente come vero leader della squadra. Il possente biondo è fisicamente devastante e vince ogni contrasto e anche in 10 vs 11 si erge a vero e proprio muro contro gli attacchi romanisti che si infrangono contro la sua incredibile potenza. Straordinario in campo come giocatore e come leader, esempio da seguire per i più giovani anche fuori dal rettangolo verde, il numero 24 milanista è una sicurezza a cui attualmente è davvero difficile rinunciare.
di Jacopo Rossi.

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