La resurrezione di Calhanoglu: un assist che vale un gol e la scommessa vinta da Gattuso

La resurrezione di Calhanoglu: un assist che vale un gol e la scommessa vinta da GattusoMilanNews.it
© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS
sabato 23 febbraio 2019, 17:00Primo Piano
di Matteo Calcagni

"Finché io sarò allenatore Calhanoglu rimarrà qua, per me è un giocatore fondamentale. Nei momenti di difficoltà bisogna dar fiducia a tutti i giocatori, specialmente Calhanoglu". Così parlava Rino Gattuso, alla vigilia di Milan-SPAL, sfida che segnò il punto di ripresa milanista prima del benefico e risolutore mercato di gennaio. In quel momento nessuno sapeva con certezza quello che avrebbe potuto portare Paquetà alla causa, mentre in tanti (forse quasi tutti) si aspettavano un rinforzo sugli esterni che al contrario non è arrivato, nonostante il club rossonero ci abbia effettivamente provato fino agli ultimi giorni disponibili.

L'ANNO NUOVO - Perché abbiamo citato Paquetà partendo da Calhanoglu? Ragioniamo sulla stagione del centrocampista turco e sulle difficoltà che ha attraversato mese dopo mese. Difficoltà che sono state anche del Milan stesso. Dopo l'infortunio di Bonaventura, unico e solo esponente della rosa (almeno fino al termine del 2018) a poter vestire con maestria il ruolo di mezz'ala sinistra, il Diavolo ha vissuto settimane (mesi) di stallo, cercando una quadratura che non è mai arrivata del tutto. In mezzo a questo calderone si è situato proprio Calhanoglu, costretto a suo malgrado a gravitare tra mediana e attacco, senza un supporto vero e proprio in quella corsia: quando Gattuso lo schierava mezz'ala, in attacco mancava un pezzo; viceversa quando lo utilizzava nel tridente restava un problema intermedio, dove i soli Bakayoko-Kessie, per quanto arcigni e solidi, non riuscivano a rendere fluida la manovra rossonera.

LA TENACIA DI GATTUSO - Dall'arrivo di Paquetà, nove gare consecutive dal primo minuto a 21 anni (qualcosa di assolutamente incredibile), è pian piano cresciuto anche Calhanoglu, giocatore aspramente criticato che Gattuso ha continuato a schierare contro tutto e tutti. Non solo, di fronte agli ammiccamenti del Lipsia, il tecnico rossonero ha risposto picche, non volendo in alcun modo privarsi del suo numero 10. Il brasiliano, grazie ai suoi tocchi e i suoi inserimenti, genera spazio e corsie utili al nativo di Mannheim, il quale si è reso progressivamente più pericoloso in queste ultime gare. Contro il Cagliari solo la sfortuna gli ha negato un gol che avrebbe meritato, a Bergamo ha invece deciso la sfida (insieme a Piatek), realizzando una rete bellissima e fondamentale. Dopo quella rete c'è stato un abbraccio sincero tra giocatore e allenatore: un altro tecnico, più volubile alla marea mediatica e umorale, avrebbe forse ceduto al flusso popolare panchinando il turco, non Gattuso, fermo e ferreo sulle sue idee e scelte. Contro l'Empoli non è arrivato il gol ma quasi: un assist preziosissimo a Piatek per la rete che ha sbloccato ed indirizzato la gara. Un grande momento per l'ex Bayer Leverkusen, considerando anche la rasserenata situazione familiare.