Lo scontro finale
In un teatro abituato al grande calcio, Zlatan Ibrahimovic sarà chiamato a salire nuovamente sul pulpito del diretore d’orchestra per guidare, con la sua solita maestria, l’orchestra rossonera che mercoledì scenderà in campo contro il complesso sinfonico più collaudato del Mondo, ovvero il Barcellona di Pep Guardiola. L’attaccante del Milan, che nella gara d’andata venne bloccato da un problema muscolare proprio nella rifinitura effettuata a Milanello, non ha mai nascosto la sua antipatia per l’attuale allenatore del Barça il quale sarebbe stato uno dei motivi per i quali Ibra se ne sarebbe andato dalla Catalogna senza colpo ferire. Ora, salvo sorprese, i due si incroceranno per la prima volta dall’estate del 2010, quella dello sbarco di Zlatan nell’universo Milan, un mondo che ha fatto subito suo e del quale è diventato il centro di gravità permanente.
In questa edizione della Champions League, il centravanti milanista ha messo a segno tre gol in tre apparizioni ma è contro la sua ex squadra che ci si attende la prova di qualità, quella partita costruita su una sensazione particolare e unica che solo chi ha una rabbia repressa verso qualcuno può tirar fuori. Le rivelazioni contenute nella sua autobiografia in riferimento proprio a Guardiola sono state, crediamo, solo l’antipasto di un duello a distanza che Ibra non ha alcuna intenzione di perdere perché quel verbo, nel suo vocabolario, è digerito malamente.
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