Maldini, una gestione in crescendo: dal campo alla scrivania il passo è stato lento ma producente

È cresciuto, Paolo. Lo ha fatto a piccoli passi, come il suo Milan. C’è tanto Maldini nel Diavolo di oggi, quello che vince e stupisce, che macina record e sogna in grande. E no, l’essere stato, da calciatore, una bandiera del club non c’entra. O meglio, c’entra fino a un certo punto. Perché l’ex capitano ha dimostrato di essere un dirigente abile e preparato.
HA VINTO LUI - Maldini è entrato in tackle sulle critiche, vincendo lo scetticismo generale. È stato a un passo dall’addio (non dal mollare, che è diverso), ma ha resistito, aggrappato al suo spirito e alla strenua convinzione di poter essere utile alla causa a modo suo, di poter finalmente riaprire un ciclo basato su un progetto concreto, limpido, funzionante. E così è stato. Ok, il Milan di Pioli non ha ancora vinto nulla, ma non è questo il punto né tantomeno l’aspetto più importante: quel che conta è la sostanza dei fatti, la certezza di avere finalmente una base solida su cui lavorare, puntare e credere.
THEO PEZZO FORTE - Di scelte ne ha azzeccate parecchie, il buon Paolo, mostrando una preparazione impeccabile sull’argomento mercato (e non solo!). Insomma, dal campo alla scrivania il passo è stato lungo, lento e faticoso, ma alla fine producente. Il colpaccio Theo Hernandez è senza dubbio il fiore all’occhiello di una gestione in crescendo da parte dell’attuale direttore tecnico milanista, fatta di acquisti mirati e interventi precisi. Dietro le quinte è sempre sul pezzo, davanti ai riflettori, poi, diventa addirittura perfetto. Perché Maldini, con le parole, non sbaglia mai. Chapeau!

Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2025 milannews.it - Tutti i diritti riservati