Milan in riserva e Juve col pieno: Verona è già da dentro o fuori
Se ci basassimo sulla classifica, nonostante la bruciante sconfitta interna con la Fiorentina, i rossoneri vedrebbero lo scudetto lontano di un solo punto (due se contiamo gli scontri diretti a sfavore). Il problema, non quantificabile coi numeri, è che il Milan non ne ha più: le batterie, dopo tre mesi ricchi di impegni (e con gli uomini contati), si sono quasi totalmente azzerate. Non è un caso che, contro Catania e Fiorentina, pur riuscendo a sbloccare la gara, i rossoneri si siano fatti rimontare in entrambe le occasioni. Le gambe cominciano a cedere, il fiato dei soliti noti inizia a scarseggiare e, come se non bastasse, l'infermeria continua a non svuotarsi. C'è di più: contro il Chievo, in una gara da dentro e fuori, Massimiliano Allegri dovrà fare a meno di altre tre pedine: Ambrosini, Aquilani e Bonera, diffidati e ammoniti contro i viola. La Juventus, che nelle ultime quattro gare ha battuto Fiorentina, Inter, Napoli e Palermo, segnando 12 gol e subendone zero, si presenta all'ultimo sprint nelle migliori condizioni possibili. E' difficile individuare chi o cosa, nelle prossime sette partite, possa fermare l'undici di Antonio Conte: una squadra in condizioni fisiche esaltanti, immune agli infortuni e particolarmente brillante sul terreno di gioco.
Il Diavolo si trova nell'esatta e opposta situazione, come se uno sciamano si divertisse, bamboline vodoo alla mano, a punzecchiare uno ad uno (e anche più alla volta) tutti i giocatori della rosa milanista. I soliti noti, dopo mesi e mesi a portare la carretta, stanno umanamente tirando il fiato: pensiamo al solo Nocerino, costantemente utilizzato da settembre ad oggi, senza potersi prendere una pausa neanche in Coppa Italia. Non si può rinunciare, in maniera così continuativa e ridondante, ai vari Aquilani, Boateng, Cassano, Pato, Thiago Silva, van Bommel... A prescindere da come finirà questa stagione, e le premesse non sono certo beneauguranti, bisognerà comunque rivedere qualcosa in termini di preparazione. D'altronde gli stessi bianconeri ci insegnano quanto e come pesano gli infortuni nel corso di una stagione: l'anno scorso, pur con meno problemi rispetto a quelli attuali del Milan, la Juventus arrivò addirittura settima. Non è un alibi, sia chiaro, ma è una delle componenti che più stanno decidendo questa corsa al vertice, anche più del famoso gol non convalidato a Muntari. Sette partite per credere nel miracolo? La speranza è l'ultima a morire, ma la corsa dovrà riprendere obbligatoriamente da Verona: il Bentegodi ci dirà se la Juventus sarà campione o se dovrà ancora sudare per tornare a festeggiare.
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