Milan-Udinese, proteste per il contatto Tomori-Beto: SPA o DOGSO? L'analisi regolamento alla mano

Milan-Udinese, proteste per il contatto Tomori-Beto: SPA o DOGSO? L'analisi regolamento alla manoMilanNews.it
© foto di DANIELE MASCOLO
domenica 27 febbraio 2022, 17:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Al minuto 49 di Milan-Udinese, quando il parziale era ancora sull’1-0 per i rossoneri, c’è stato un episodio che ha fatto discutere sui social e sui giornali. Proviamo a fare chiarezza: lancio lungo per Beto, con l’attaccante dell’Udinese che aveva tagliato in modo molto efficace dietro le maglie della retroguardia rossonera. Tomori, inizialmente in ritardo nel seguire il centravanti, prova a raggiungerlo e contrastarlo da dietro, commettendo però un’infrazione di gioco: Beto cade in area di rigore e invoca a gran voce il fallo. Partendo dal presupposto che quello del centrale inglese può essere considerato un fallo negligente, “l’insurrezione social-popolare” che invocava il rosso per il numero 23 rossonero invece non ha ragione di esistere e, regolamento alla mano, spieghiamo il perché:

In queste situazioni le casistiche sono due, denominate SPA (Stopping a Promising Attack) e DOGSO (Deny an Obvious Goal Scoring Opportunity): “fermare una promettente azione d’attacco” oppure “negare un’evidente opportunità di segnare una rete”.

- SPA, il difendente commette un fallo che interrompe una potenziale azione pericolosa.
- DOGSO, il difendente nega all’attaccante la possibilità di segnare un gol con un intervento falloso.

L’intervento di Tomori avviene fuori area, quindi occupiamoci di questa casistica (in area ci sono ulteriori distinzioni da fare, ma non è questo il caso):

Se il fallo avviene FUORI dall’area di rigore, la ripresa del gioco ripartirà con un calcio di punizione diretto e la sanzione disciplinare sarà:
– Cartellino GIALLO in caso di SPA
– Cartellino ROSSO in caso di DOGSO.

Per poter parlare di DOGSO un'azione deve soddisfare TUTTE queste caratteristiche:
- Possesso del pallone;
- Distanza dalla porta avversaria;
- Direzione complessiva dell’azione;
- Numero dei difendenti in grado di intervenire se non si verificasse il fallo.

Analizzando quindi il contatto Tomori-Beto possiamo constatare senza alcun dubbio che:

- Il fallo avviene fuori area;
- Beto si sarebbe trovato a tu per tu con il portiere, ultimo difendente rossonero;
- La distanza dalla porta di Maignan era minima, trovandosi al limite dell’area;
- La direzione complessiva dell’azione era assolutamente favorevole per Beto.

Fatta la premessa del fallo fuori area, notiamo che sono soddisfatte solo 3 condizioni su 4 per parlare di DOGSO. Il giocatore bianconero NON era assolutamente in possesso del pallone, visto che la parabola sarebbe terminata tra i guantoni di Mike Maignan. Il portierone rossonero era uscito con grande anticipo ed era in vantaggio sul portoghese: possiamo quindi affermare con certezza che, regolamento alla mano, in caso di fischio del direttore di gara Marchetti, che al momento non ha considerato falloso l’intervento di Tomori, il difensore rossonero non sarebbe stato espulso per DOGSO ma sarebbe stato ammonito per SPA.