Piatek: "Dopo il precampionato non ero pronto fisicamente come sono ora. Stiamo migliorando di giorno in giorno"

Piatek: "Dopo il precampionato non ero pronto fisicamente come sono ora. Stiamo migliorando di giorno in giorno"MilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
mercoledì 4 settembre 2019, 22:04Primo Piano
di Fabio Anelli
fonte Si ringrazia Roman Sidorowicz - Milan Club Polonia, per l'aiuto nella traduzione

Kris Piatek è stato intervistato da “Foot Truck”. Ecco le sue dichiarazioni.

Sulle difficoltà a segnare: "Nelle partite ufficiali non ho segnato in una partita e mezzo. Mi sembra che all’inizio della stagione non ero in forma perché le gambe erano ancora pesanti e lo sentivo negli ultimi test e anche nella prima giornata con l’Udinese. Quindi non ero fresco ma adesso sono già in forma e m sento bene. Poi c’è anche il nuovo allenatore, il nuovo sistema e questo non è semplice da realizzare. Dobbiamo tutti imparare a conoscerlo e per questo serve tempo"

Sui difensori in Italia: "Nella nuova stagione i difensori mi trattano diversamente. Anche nell’amichevole contro il Cesena i difensori mi marcavano molto strettamente anche quando la palla era lontana da me. È un po’ strano per me perché in Italia gli arbitri proteggono più i difensori che gli attaccanti. Questo non mi sembra normale perché l’attaccante deve attaccare e il difensore deve difendere. Quando uno attacca è ovvio che tutti si difendono come possono in diversi modi"

Sull’essere stato fortunato la scorsa stagione: “Non la vedo in questo modo. Se segni 30 gol in 48 partite non sei fortunato. Se segni otto gol in cinque o sei partite potresti aver avuto fortuna ma non è stato così. In questa stagione mi devo confermare però non è un’ossessione. Ho segnato veramente tanto nella scorsa stagione, sia nel club che in Nazionale quindi non si può parlare solo di fortuna. Nelle amichevoli col Genoa ho segnato tanto rispetto a quelle con il Milan perché abbiamo giocato contro squadre di serie B, C e D. Invece col Milan giochi contro il Benfica, Bayer e squadre che tra poco iniziano il loro campionato"

Sul numero 9: “Giampaolo mi ha detto scherzosamente che le persone prendono sul serio queste cose. Nell’ultima partita contro il Brescia quando la palla ha attraversato la linea, i giocatori hanno scherzato con me nello spogliatoio dicendomi ‘Perché questo 9? Cambialo’ ma ho sempre voluto giocarci. In generale ho sempre voluto giocare con il numero 9 perché credo che l’attaccante debba avere questo numero e quando c’è stata la possibilità di prenderlo, l’ho chiesto subito”

Sul tipo di attaccante in cui si riconosce: “Non sono comunque un nove completo e sicuramente ho qualche lacuna come tutti. Tanta gente in Italia dice che sono il tipico numero nove e che ho difficoltà a giocare fuori area. Non sono tanto d’accordo perché quando guardo le statistiche dopo la partita vedo che ho tanti contatti con il pallone fuori area e che partecipo al gioco. Sicuramente devo lavorare sul gioco di testa e sul tiro mancino, e nel giocare spalle alla porta. Credo che lo faccio già bene ma posso migliorare”

Su chi fa ridere nello spogliatoio: “Uno solo, Franck Kessie. È molto positivo e incredibilmente pazzo. A lui non interessa, lui entra nello spogliatoio urlando, ballando, accendendo la musica quando qualcuno è al telefono. Bakayoko si vestiva sempre alla moda, era il top model nella squadra, sempre con i vestiti e orologi di marca.”

Sul rapporto con Paquetà: “In qualche modo riusciamo a parlare, con un italiano improvvisato. Qualche volta lui usa il portoghese e i gesti. Gattuso era sempre confuso su come potevamo andare così bene ma siamo amici stretti. Lui ha un incredibile potenziale. Non ha solo abilità tecniche ma ha anche delle gambe potenti ed è forte fisicamente. Ha anche quel talento e quella capacità di prendersi rischi che fa arrabbiare a volte Giampaolo ma che un giocatore necessita perché dia fiducia”

Su Quagliarella"Spero di vincere un giorno il titolo di capocannoniere per farlo c’è ancora tanto lavoro da fare. Ho grande rispetto per Quagliarella che ha vinto il titolo di capocannoniere a questa eta’. Volevo vincere io ma non ci sono riuscito"

Su come gioca il Milan: "Il Milan è una squadra completamente diversa dal Genoa. Al Genoa si gioca un calcio semplice. Quando abbiamo affrontato le grandi squadre abbiamo giocato con palle lunghe per me o per Kouamè e noi eravamo lì a combattere. Al Milan a volte questi palloni semplici per combattere con i difensori ci mancano. A me piace vincere questi contrasti in velocità e raccogliere un pallone da un passaggio lungo. Al Milan si gioca più con il pallone e con il possesso palla ma credo che a volte si debba cercare anche la soluzione più semplice e giocare una palla lunga oppure con due tocchi e poi cambiare gioco. A me sicuramente come attaccante mancano un po’ questi palloni e magari questo può anche essere un problema"

Sul passaggio al Milan e le conseguenze: "La mia vita dopo il trasferimento al Milan e’ cambiata. Mi riconosce piu’ gente e il Milan mi ha aperto le porte per tante cose, non solo quelle calcistiche. Sono contento di questo pero’ prima di tutto sono consapevole che il calcio insieme alla famiglia per me sono le cose piu’ importanti. Io abito anche in un quartiere dove non c’e’ tanta gente quindi posso tranquillamente uscire con il cane ma ogni tanto anche li’  qualcuno mi riconosce. Mi fa piacere questo fatto che la gente mi conosce pero’ e’ sicuramente difficile passeggiare vicino a Duomo. Una volta sono andato insieme alla mia moglie ad un ristorante e quando siamo usciti, dietro di noi correvano 20-30 persone. Sono scappato in taxi’ ma la gente ancora bussava sul finestrino e chiedevano le foto. E’ difficile fare anche la spesa al supermercato perchè c'è tanta gente che chiede la foto".

Sulla preparazione: "Abbiamo avuto una preparazione veramente intensa, dove abbiamo lavorato parecchio sui muscoli in palestra. Pensavo di smaltire la fatica ma l'ho accusata fino alle ultime amichevoli"

Su Giampaolo: "Giampaolo è molto esigente e ha sempre pronte quindici opzioni per una giocata. Per noi è stato difficile perchè in tanti eravamo ancora assenti all'inizio della preparazione e per il 75% di essa c'erano tanti ragazzi della Primavera, quindi non abbiamo avuto la possibilità di provare tutte le giocate che Giampaolo avrebbe voluto. Adesso mi sembra che tutto stia andando nella stessa direzione e che stiamo migliorando da un giorno all'altro- C'è ancora tanto da fare sia in difesa, in pressing, che in attacco. Sto provando a muovermi come mi chiede l'allenatore perchè sono consapevole di poter credere in questo modo e di poter diventare ancora più forte".