Ritmo inDiavolato e tanta lucidità, ora è tutto un altro Milan: il segreto sta (anche) nella carta d'identità

Ritmo inDiavolato e tanta lucidità, ora è tutto un altro Milan: il segreto sta (anche) nella carta d'identitàMilanNews.it
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domenica 19 luglio 2020, 18:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Il Milan post lockdown è sicuramente annoverabile fra le sorprese di questo strano campionato. I rossoneri, con grande stupore fra gli addetti ai lavori e per la grande gioia dei tifosi, dalla ripresa della Serie A ha collezionato numeri e statistiche da primi della classe, oltre che vittorie roboanti e convincenti. Nel post lockdown i ragazzi terribili di mister Pioli hanno la media punti, 2.5, più alta del torneo alla pari con l’Atalanta e sono la squadra che ha messo a segno più gol (25), per una media di più di 3 reti a match. Numeri sensazionali che testimoniano l’eccellente momento di forma della squadra.

IL LAVORO DI PIOLI – Tra i tanti motivi di questo exploit c’è sicuramente il lavoro, nel corto e nel lungo periodo, di Stefano Pioli. L’allenatore parmense ha sicuramente avuto delle difficoltà durante la stagione, ma con il passare del tempo e con i rinforzi arrivati a gennaio è riuscito a dare un’identità ben definita alla squadra. Quindi se il lavoro tattico non è di certo iniziato ieri, e Pioli nelle interviste post partita di Milan-Bologna ci ha tenuto a sottolinearlo, il lavoro fisico svolto durante lo stop forzato del campionato ha un peso specifico enorme nelle prestazioni di questo Milan brillante che tanto sta facendo divertire i suoi tifosi.

CARTA D’IDENTITÀ – Tra i punti di forza dei rossoneri salta subito all’occhio il ritmo tenuto durante i novanta minuti: un’intensità molto più alta della media e soprattutto molto più costante. Parecchie delle ultime sfide sono state decise proprio nella ripresa: quando gli avversari, magari anche in vantaggio, iniziavano a calare dal punto di vista fisico il Milan invece riusciva a mantenere il piede sull’acceleratore, travolgendo così l’opponente. Contro Lecce, Roma, Juventus, SPAL, Napoli, Parma e Bologna questa differenza è stata netta, ed infatti le partite sono state risolte (o chiuse definitivamente) proprio nei secondi quarantacinque minuti di gioco. Il lavoro di mister Pioli ed il suo staff, ripetiamo, è sotto gli occhi di tutti, ma uno dei segreti sta anche nella carta d’identità. L’età media della rosa è infatti di 26,3 anni: tra i titolari, o comunque fra i giocatori utilizzati con maggior frequenza, gli over 30 sono solo tre (Ibra, Kjaer e Jack). La media dei rimanenti si assesta sui 24 anni d’età ed è un dato fondamentale: i più giovani hanno una capacità di recupero migliore nel breve periodo. Gli “anziani” del Milan sono ovviamente tutti dei gran professionisti che si prendono costantemente cura del proprio corpo, ma è fisiologico che le differenze anagrafiche incidano molto sulle prestazioni fisiche e di recupero. Inoltre la profondità della rosa è un altro fattore che si sta rivelando determinante: dalla ripresa del torneo Stefano Pioli ha messo in campo ben 21 giocatori differenti.

LINEA VERDE – Tra i pro della linea verde scelta da Elliott, aspetto magari un po’ sottovalutato, c’è soprattutto quello della prestanza fisica. L’obiettivo della proprietà americana è quello di costruire un Milan europeo, nei ritmi e nei risultati, e con una rosa giovane (ma comunque puntellata da elementi d’esperienza) sarà più facile raggiungere l’obiettivo. La scelta di Ralf Rangnick, nuovo plenipotenziario dell’area sportiva rossonera per il prossimo anno, si basa anche su questo. Il tedesco ama lavorare con i giovani per plasmarli e modellarli sue idee, fatte appunto di un calcio dai ritmi indiavolati. Come dimostrato nelle ultime uscite sono diversi gli elementi in rosa ad essersi dimostrati adatti a sopportare questo tipo di gioco ad alta intensità: Rangnick potrà contare su una base davvero interessante, pronta ad esplodere definitivamente tra le sapienti mani dell’ormai ex uomo Red Bull.