Sudore, fede, elettrodomestici, Milan e Champions League: i sacrifici e i sogni di Junior Walter Messias

Sudore, fede, elettrodomestici, Milan e Champions League: i sacrifici e i sogni di Junior Walter MessiasMilanNews.it
© foto di Andrea Rosito
martedì 31 agosto 2021, 18:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Oltre la retorica, oltre il moralismo, oltre le parole vuote in modo quasi fastidioso, il calcio è fatto anche di storie semplicemente belle. Storie di riscatto, di voglia, di sacrifici e di lieto fine. In un mondo cinico ed egoista, in cui le parole non contano più nulla e il denaro si erge sempre più come unico dio leggere e scoprire il percorso di Junior Messias riempie il cuore. Una storia che è giusto ripercorrere attraverso aneddoti e dichiarazioni del giocatore stesso e di chi gli è stato vicino negli ultimi anni (in particolare mi ha colpito questo pezzo che il brasiliano ha scritto per "Cronache di Spogliatoio"). Dai campi polverosi del Brasile all'Italia, dai tornei UISP mentre lavorava come fattorino alla Serie A e infine, la Champions League con il Milan. Questa è la storia di Junior Walter Messias.

LA FEDE - "Mi dicevano di andare piano e invece acceleravo, sempre di più. La macchina era un rottame - confessa l'attaccante brasiliano a cronachedispogliatoio.it - , il volante tirava tutto da una parte, dovevo imprimere forza per mantenere la rotta dritta. Stavo percorrendo una strada sterrata, meno di un chilometro e sarei arrivato all’ingresso della statale. Ero stato al matrimonio di mio fratello ed ero completamente sbronzo, troppo alcol in corpo e zero minuti di sonno. Ho chiuso gli occhi per un istante, uno solo, non me ne sono nemmeno accorto. Poi un tonfo, sono finito fuori strada in mezzo ai campi. Potevo essere morto, ma qualcuno mi ha salvato”. E quel qualcuno è Dio: Messias è un uomo molto religioso e credente: "La mia mentalità è mutata grazie a Dio. Oggi non bevo più, la Bibbia ti dice che le bevande sono per le persone disperate. Ho una serenità addosso che neanche ve la immaginate. A volte mia moglie si incazza perché sono troppo tranquillo". Ma questa serenità è arrivata solo alla fine di un lungo percorso.

FUORI TEMPO MASSIMO - Ad alti livelli il calcio è una macchina che fagocita tutto: non c'è tempo, non c'è possibilità di sbagliare. Sei "vecchio"? Sei fuori. Le virgolette sono d'obbligo, perché a 20 anni non si può essere vecchi; eppure nel 2011 il ventenne Junior Messias, trasferitosi a Torino convinto dal fratello, non riesce a trovare nessuna opportunità di rilievo in Serie D perché considerato ormai un "fuori lista" nonostante il notevole talento. E allora per non perdere il tocco e la confidenza con il suo amato pallone si unisce alla Sport Warique, la formazione della comunità peruviana che milita nei tornei UISP. La fortuna del brasiliano è stata quella di incontrare Ezio Rossi, una delle personalità di spicco per sensibilità e cuore del calcio italiano e all'epoca allenatore di una squadra di rifugiati al torneo UISP. Lo stesso calciatore racconta ad Eurosport nel 2017 che: "in un primo momento mi venne proposto il Fossano, che però non mi garantiva uno stipendio adeguato a mantenere la famiglia. Ho preferito continuare a spaccarmi la schiena nel trasportare elettrodomestici. Poi però il caso volle che quell'estate del 2015 in cui venni notato da mister Ezio Rossi, a quest'ultimo venne affidata la panchina del Casale in Serie Eccellenza. Mi prese e segnai parecchio, riportando i nerostellati in Serie D". Messias parla di spaccarsi la schiena perché faceva il fattorino: portava pacchi e consegnava elettrodomestici. Un lavoro che gli permetteva di mantenere la famiglia in Brasile seppur con qualche sacrificio. Ma quel contratto col Casale in Eccellenza gli fa capire che può ancora sperare e può ancora inseguire il suo sogno.

DALL'ECCELLENZA AL CROTONE - E infatti da lì in poi la carriera calcistica di Messias decolla, seppur con qualche intoppo. Nell'estate del 2017 infatti fu tesserato dalla storica piazza della Pro Vercelli, ma la burocrazia si mise di traverso. Lo ha ricordato oggi Massimo Varini, ex direttore della Pro Vercelli, a Sky Sport 24: "Avevo visto Messias sin da quando giocava in Eccellenza. Sono andato a vederlo quando giocava al Chieri e dopo 3 minuti fece un gol pazzesco. Gli facemmo 3 anni di contratto, ma non riuscimmo a tesserarlo per una questione di passaporto e allora andò a giocare al Gozzano e da lì è iniziata la sua scalata. Sarei bugiardo se dicessi che già allora mi aspettavo che sarebbe arrivato al Milan, ma è un ragazzo straordinario e credo che meriti questo sogno". Anche Marco Gaburro, mister del giocatore al Gozzano nel 2018, ha solo belle parole per il brasiliano ai microfoni di TMW Radio: "Un ragazzo di valore e dalla grande potenzialità, arrivato tardi nel calcio che conta, scalando quei gradini anno dopo anno prendendosi tutto sul campo e prendendosi un pochino tardi certe soddisfazioni. In Serie D era già un grande giocatore, è arrivato con delle potenzialità e sperava di essere tesserato dalla Pro Vercelli in Serie B. Ha avuto sempre un motore importante, quando l'anno dopo ha avuto più campo da attaccare esplose definitivamente. Quando strappa è un giocatore incredibile, io lo usai anche come quinto perché attaccavamo molto alti e volevo dargli più campo da prendere. L'anno dopo passò a giocare mezzala e lì fece ancora meglio". Nell'estate del 2019 viene acquistato dal Crotone, ed il resto è storia recente, come l'ultima stagione in Serie A. Oltre ai 9 gol e 4 assist in 36 presenze qui il giocatore capisce "di essere diventato un calciatore vero": "Sapete quando ho capito di essere diventato un calciatore vero? Quando sono entrato nella sala riunioni per la seduta video prima dell’allenamento in vista della partita contro il Milan - Confessa a cronachedispogliatoio.it - . Iniziamo a studiarli e la mia mente comincia a realizzare. Vuoi per i successi, vuoi per i brasiliani, è la squadra che ho ammirato fin da piccolo. Cafu, Kaká, Serginho, Ronaldo, Ronaldinho. Hanno fatto la storia. Amavo Gattuso e Inzaghi, ma non ho avuto il coraggio di andare da loro quando li ho affrontati. Sono abituato a contenere le emozioni. Non mi sono mai ammazzato per avere la maglia di un avversario, non ho mai fatto la guerra con i miei compagni".

I SOGNI PRIMA O POI SI AVVERANO - Concludiamo questo racconto con due dichiarazioni: una di Paolo Maldini e una ancora di Messias. Il Direttore Tecnico rossonero parlava così ai microfoni di Sky Sport nel pre partita di Sampdoria-Milan della settimana scorsa: “Non ho preconcetti sui calciatori che giocano in altri campionati, sono aperto a tante soluzioni". E così è stato. Può far storcere il naso, ma il Milan che tornerà in Champions League ha scelto un calciatore che palcoscenici del genere non li ha mai calcati, ma che per quanto fatto in vita sua merita senza dubbio di farlo. L'ex Crotone d'altronde non ha mai smesso di credere in se stesso: "Non scordo mai da dove sono partito, dal villaggio di São Cândido, alla terza serie del campionato Mineirão. Giocavo in una formazione che si chiama Ideal, formazione di un bairro di Ipatinga. Dove per qualche mese sono tornato, in mezzo alla mia avventura italiana. Sono cristiano evangelico e dico che per me, questo, è un vero miracolo: non si spiegherebbe altrimenti la mia storia e il fatto di essere diventato professionista in una società così importante come la Pro Vercelli, a 26 anni suonati. So di essere diventato fonte di ispirazione per molti ragazzi: a loro il mio messaggio è di crederci sempre. Anche se tutto sembra lontano, se si è convinti delle proprie possibilità, bisogna lottare fino all'ultimo centimetro e continuare a inseguire i propri sogni. Che prima o poi si avvereranno". Dai campi polverosi del Brasile all'Italia, dai tornei UISP mentre lavorava come fattorino alla Serie A e infine, la Champions League con il Milan. Il sogno di Junior Messias sta per avverarsi.