REWIND & ZOOM: Se Pato gioca da Pato...

REWIND & ZOOM: Se Pato gioca da Pato...MilanNews.it
© foto di Giacomo Morini
lunedì 19 ottobre 2009, 09:57Rewind & Zoom
di Francesco Somma
Primo appuntamento con Rewind & Zoom, rubrica del giorno dopo la partita. Azioni, gol, spunti tattici: tutto sotto la lente d'ingrandimento.

Finalmente domenica, finalmente il Milan: ti siedi, accendi la tv, nell'aria risuona ancora l'eco dell'inno rossonero. "Forza ragazzi!", pensi dentro di te, "Metteteci il cuore"...E invece, neppure il tempo di accavallare le gambe, che ti ritrovi Menez a tu per tu con Dida: 1-0 e palla al centro. Di questi tempi, il destino gioca brutti scherzi ai tifosi del Milan: è capace di deluderci e lasciarci a bocca aperta, per poi stupirci, regalandoci la gioia del gol più atteso. Il Milan batte la Roma in rimonta, recupera una cospicua dose di morale, in vista della trasferta madrilena di mercoledì, salta da una colonna all'altra della classifica, ed allontana pensieri infausti. Insomma: una vittoria importante. Sofferta e rocambolesca, ma importante.

Torniamo al match. 3': Thiago Silva svirgola il retropassaggio per Dida, Menez raccoglie e deposita alle spalle del numero uno brasiliano. Da questo momento, e fino alla mezz'ora del primo tempo, in campo c'è solo la Roma, che si rende pericolosa in più di un'occasione, con Menez, Vucinic e poi con De Rossi. E' una Roma sicura che, in vantaggio dopo 180 secondi non può, specie nell'immediato, che comandare la situazione. Come ci riesce? Con la rapidità, dei passaggi, delle verticalizzazioni e degli inserimenti. La differenza tra le due squadre è tutta qui: i sopraccitati giocatori giallorossi, più Perrotta (o Taddei, ieri sera evanescente), affrontano la difesa del Milan schierata con 4 uomini in linea: gli uomini di Ranieri arrivano dappertutto, e non danno punti di riferimento, nè a Nesta, nè a Thiago, che al 19' è costretto alle cattive maniere da Menez, sgusciato via per l'ennesima volta e giunto solo davanti a Dida. Non è questione di superiorità numerica: li perdiamo anche quando siamo in più. E' questione di attenzione, non solo nel reparto arretrato, che dovrebbe essere aiutato da (almeno) un centrocampista. Da diversi anni, la Roma patisce la mancanza di un centravanti di peso, a cui riesce sempre ad ovviare con rodati schemi offensivi, che quasi sempre prevedono inserimenti dei centrocampisti e scambi rapidi a ridosso del limite dell'area. Come nel derby (gol di Motta), il Milan subisce l'efficacia di questa tattica offensiva, con la quale, per tutto il primo tempo, la formazione di Ranieri è padrona del campo.

Dov'è il Milan nel primo tempo? E' il solito Milan: lento, prevedibile e statico; ha solo un sussulto con Seedorf alla mezz'ora. Un bel dribbilng e un buon cross, che Pato spreca a pochi metri da Doni. La manovra "d'attacco" del Milan ha tre varianti, tutte (doveroso sottolinearlo) complicate dal fatto che la Roma, in vantaggio dopo pochi secondi, si abbottona come meglio può e concede pochissimo spazio. Complice il gol a freddo, ci ritroviamo più di una volta con 4 attaccanti: Seedorf, Ronaldinho, Pato, Abate. Pirlo - protetto da Ambrosini, che gli gioca molto vicino - dal cerchio di centrocampo prova la verticalizzazione per Abate, l'unico dei 4 sopraccitati capace di liberarsi dalla marcatura giallorossa. Quando lo schema va in porto, Ignazio riesce a crossare basso o a guadagnare un corner. Seconda variante. I 3 di centrocampo, Pirlo, Ambrosini e Abate, avanzano allineati fin sulla trequarti avversaria; in linea, 10 metri più avanti, ci sono anche Pato, Dinho e Seedorf. Distanza enorme tra i 3 reparti, la palla vaga da una zona all'altra del campo, senza che nessuno compia il benchè minimo movimento verso la porta. Riultato? Azioni innoque, confuse e lontane dall'area di rigore. Terza variante: Abate o Pato prendono palla sulla nostra trequarti e provano, da soli (troppo spesso nessuno li accompagna), ad abbattere il solido e schierato muro giallorosso. Nulla di fatto.

Nella ripresa è tutto un altro Milan. Uscito malconcio, Abate lascia il posto ad Inzaghi, che si piazza al centro dell'attacco rossonero, mentre Pato va ad occupare la fascia destra; Dinho e Seedorf rimangono nella zona di centro-sinistra. Ambrosini e Pirlo si perdono leggermente di vista, e il baricentro sale ulteriormente. Grazie a quest'ultimo cambiamento, una delle varianti di cui sopra porta i frutti sperati: sugli sviluppi di un corner, Nesta viene tranciato in area da Burdisso. Rigore: 1-1 e palla al centro. Mancano 35' minuti al termine: il Milan ha pareggiato i conti e sente la vittoria a portata di mano: Seedorf e Dinho rinculano fino a ridosso della difesa e trovano la forza per ripartire. San Siro abbassa il volume dei fischi e l'orchestra comincia a suonare a ritmo di samba. Pato largo a destra torna ad essere il Pato dello scorso anno all'Olimpico. Riise non lo tiene più, e a nulla valgono i raddoppi dei suoi compagni. Dal 20' della ripresa, il Papero è una scheggia impazzita. Un minuto più tardi, Ronaldinho si libera di due uomini e lo lancia in stile Kakà nel derby dello scorso anno. Il n.7 aggancia di petto anticipando Mexes, salta Doni, ed è 2-1. L'azione si ripeterà in fotocopia nei minuti successivi, ma il risultato non sarà lo stesso. Una volta in vantaggio, il Milan alza la guardia ed approfitta (seppur solo in parte) degli spazi offerti dalla Roma. L'ultimo brivido, e l'ultima occasione in cui la Roma porta più di 5 uomini a ridosso della nostra area, al 27' del secondo tempo: Pizarro prova da fuori, Dida non trattiene, e per fortuna la palla rimbalza lontana da De Rossi. Otto minuti più tardi, Rosetti punisce Ambrosini (già ammonito) che salta con le braccia larghe su Burdisso. In inferiorità numerica e sopra di un gol, Leonardo predica attenzione: 4-4-1 obbligato, con Flamini al posto di Dinho (uscito finalmente tra gli applausi) e Inzaghi unica punta.

Finisce 2-1: una vittoria che vale oro, e tanta fiducia, quella che occorre per andare avanti ed essere all'altezza degli impegni più difficili. Forza ragazzi, arrivederci a Madrid!