Tra nuovi pregi e vecchi vizi il Milan va

Tra nuovi pregi e vecchi vizi il Milan vaMilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
lunedì 15 febbraio 2016, 15:01Vista dalla Curva
di Davide Bin
I rossoneri battono il Genoa dominando per tutto l'incontro e soffrendo solo nei minuti di recupero; la voglia di lottare su ogni pallone piace, il vizio di non chiudere mai le partite un po' meno...

Alle 12:30 del 14 febbraio il Milan ha offerto ai suoi (ancora pochi) innamorati tifosi che hanno deciso di seguirlo e sostenerlo a San Siro un gustoso pranzo di San Valentino, iniziato con l'ottimo antipasto del gol di Bacca in avvio di incontro, proseguito con la sostanziosa pietanza sotto forma di prestazione buona e convincente, insaporita dalla spezia orientale, cioè il bel gol di Honda nella ripresa e chiuso, come ogni pasto che si rispetti, con il digestivo, ovvero l'amaro offerto "gentilmente" dal fischiatissimo ex Cerci, che ha segnato in pieno recupero il gol del 2-1 che ha reso incandescenti gli ultimi minuti, esponendo il Milan al rischio di una clamorosa rimonta subita. Certo se negli ultimi assalti fosse arrivato il pareggio genoano, il pranzo sarebbe andato di traverso ai tifosi rossoneri e ora staremmo facendo discorsi ben diversi; lo sa bene Mihajlovic, letteralmente infuriato per l'atteggiamento sbagliato dei suoi giocatori nel finale (tutti colpevoli ma qualcuno di più, ad esempio Balotelli, entrato negli ultimi minuti con il solito atteggiamento indisponente che sinceramente ha davvero stancato tutti), ma lo sanno gli stessi giocatori, che per lunghi tratti dell'incontro hanno mostrato un'apprezzabile determinazione, un'insolita grinta, una voglia di lottare su tutti i palloni, anche quelli apparentemente persi, che a inizio stagione non c'era (pensiamo solo al pallone recuperato sulla linea di fondo da Honda nell'azione dalla quale è scaturito il gol del vantaggio), ma poi sono ricascati nei vecchi vizi, non riuscendo a chiudere definitivamente la partita con il terzo gol e rischiando di compromettere quanto di buono fatto in novanta minuti con un atteggiamento sciagurato negli ultimi secondi. La vittoria contro il Genoa è importante perchè permette al Milan di rimanere agganciato al treno europeo, ancora come ultimo vagone ma con intatte speranze di qualificarsi per l'Europa League e con un sogno chiamato Champions che non è utopia, visto che dista solo sei punti, anche se ci sono ben tre squadre da superare; e poi c'è quell'Inter che qualche settimana fa sembrava imprendibile e che, invece, ora è a soli due punti e già riuscire nel clamoroso sorpasso ai cugini darebbe tutto un altro sapore alla stagione, tanto per proseguire nella metafora gastronomica.

Mihajlovic ormai ha trovato la formazione base, da modificare solo in caso di infortuni e squalifiche: con i recuperi in extremis di Niang e Bonaventura, la sola defezione importante è quella di Kucka, alla quale si aggiunge quella di Abate; al loro posto Bertolacci a centrocampo e De Sciglio sulla fascia destra, per il resto tutto immutato per cercare di tornare subito alla vittoria dopo il mezzo passo falso casalingo contro l'Udinese. In una grigia e piovosa domenica di San Valentino sono i soliti "pochi intimi" che dimostrano amore verso la loro squadra del cuore, sfidando il freddo, la pioggia e, magari, le ire del o della partner per venire a San Siro a tifare Milan saltando il pranzo (visto l'orario insolito e un po' assurdo della partita). La Curva Sud rimane spoglia di striscioni e bandiere, ma dimostra di apprezzare l'impegno della squadra nelle ultime partite, rimanendo dell'idea che, invece, a livello societario ci sia molto da cambiare, a cominciare dal sempre contestato Galliani. Comunque il sostegno alla squadra non manca e questa è la cosa più importante in un momento delicato e decisivo della stagione, con la squadra ancora impegnata nella rincorsa a un piazzamento europeo, di quale tipo poi si vedrà. Le occasioni sprecate sono state già tante e non bisogna aggiungerne un'altra in questa sfida contro un Genoa assetato di punti perchè pericolosamente vicino alla zona caldissima della classifica.

Il buon approccio del Milan alla gara porta al gol sfiorato da Honda con un tiro all'incrocio miracolosamente deviato da Perin e al gol segnato poco dopo da Bacca grazie a un pallone recuperato con grande caparbietà dallo stesso Honda; dopo cinque minuti la gara cambia volto e i rossoneri non sono più obbligati a fare la partita in quanto l'hanno già incanalata sui binari giusti e forse per questo non si assisterà a un vero e proprio assalto ma a una condotta giudiziosa a matura, con non molte occasioni create ma un sostanziale dominio nel possesso palla, nel pressing e nel gioco. Nella ripresa, sempre nei primi minuti, arriva il raddoppio, con un tiro dalla distanza molto angolato di Honda (migliore in campo) che sorprende Perin e chiude di fatto la partita, anche se sarebbe stato meglio cercare e trovare con più insistenza e incisività il terzo gol per evitare inutili sofferenze nel finale. Davvero pochi i rischi corsi, visto che il Genoa segna in pieno recupero con la prima vera occasione, oltretutto un colpo di testa ravvicinato di Cerci su una della rare sbavature di Donnarumma che respinge affannosamente e centralmente il primo tiro in porta avversario (evidentemente era infreddolito e intirizzito per lo scarso lavoro compiuto in precedenza...) e per questo sorprende ancor di più la mollezza mostrata nel finale, perchè una grande squadra deve restare concentrata fino alla fine se vuole raggiungere traguardi importanti. Comunque le statistiche sono buone e promettenti: sette risultati utili consecutivi (non accadeva da aprile 2013), una sola sconfitta in quasi tre mesi, sette partite consecutive con almeno un gol segnato (non accadeva da aprile 2014) e se a ciò aggiungiamo il gol di Honda, evento atteso da ottobre 2014, la prestazione incoraggiante di capitan Montolivo (che ha colpito un palo con un bel tiro al volo dalla distanza e per una volta è stato sostituito per ricevere la standing ovation e non per preservarlo da impietosi fischi), la solita spietatezza davanti alla porta di Bacca (giunto a quota 13 in campionato) e il recupero di Menez (all'esordio stagionale dopo i tanti problemi alla schiena) che potrà essere utile per dare fantasia e imprevedibilità al gioco in questo finale di campionato, si può capire che il Milan sta vivendo un momento positivo che bisogna prolungare il più a lungo possibile, visto che ci sono anche margini di miglioramento se si riuscirà a proseguire la crescita di queste ultime settimane e a eliminare alcuni difetti ancora evidenti. Fra le note negative il "solito" Balotelli, che ha giocato solo sei minuti ed è riuscito comunque a far infuriare il suo allenatore con il solito atteggiamento svogliato e indisponente; non è così che si scalano posizioni nella gerarchia degli attaccanti a disposizione del mister e non è così che si risolleva una carriera in pericoloso e costante declino; così si ottiene solo di rimanere ai margini della squadra e di essere rispedito il più presto possibile a Liverpool, perchè il Milan non può permettersi di essere un centro di recupero per giocatori dal carattere bizzoso ma deve pensare ai propri obiettivi con il contributo di giocatori affidabili e dal rendimento continuo.

Ora, tanto per gradire, arriva il difficile esame del San Paolo contro il Napoli, una sfida che permetterà di capire quanto è migliorato il Milan da quella tragica notte di un girone fa in cui subì quattro reti e venne dominato a domicilio. Visto che siamo nel girone delle vendette e delle rivincite proviamo a essere fiduciosi, aiutati in ciò anche dal gradito regalo di San Valentino per tutti gli innamorati del Milan, ovvero una preziosa vittoria contro il Genoa che permette di tenere un ritmo Champions e di continuare a sperare e sognare ciò che qualche tempo fa sembrava impossibile. Il lavoro di Mihajlovic comincia a dare buoni frutti e l'aspetto più promettente è la sua voglia di dare fiducia e spazio solo a chi lotterà con il coltello fra i denti per novanta e più minuti, evitando cali di tensione e rilassamenti che rischiano di compromettere vittorie già acquisite; questo è il Milan che vogliamo, ma che antichi vizi rischiano di tenere ancorato a un passato che vogliamo dimenticare e la grinta di Sinisa è il miglior modello da seguire per ritrovare definitivamente l'affetto del popolo rossonero e della Curva Sud.