Al Milan dei cento cambiamenti c’è bisogno di calma e di Ibra. Ci voleva Mourinho per sollevare il caso del calendario-trappola

Al Milan dei cento cambiamenti c’è bisogno di calma e di Ibra. Ci voleva Mourinho per sollevare il caso del calendario-trappolaMilanNews.it
giovedì 21 settembre 2023, 00:00Editoriale
di Franco Ordine

Se ci fosse stato Max Allegri a Milanello avrebbe affisso nello spogliatoio un cartello con la scritta gigantesca: “CI VUOLE LA CALMA”. Se posso permettermi di dare un suggerimento a Stefano Pioli, al suo posto lo confezionerei di persona prima di affiggerlo su ogni parete del collegio rossonero. Perché soltanto chi ha competenza ed esperienza nel mondo del calcio può comprendere il senso pratico e indispensabile del suggerimento. È vero: nel derby è successo un PATATRAC! E gli effetti, in un ambiente maturo e responsabile, potranno essere assorbiti, come avvenne già qualche anno prima dopo il 5 a 0 dell’Atalanta, col tempo e con la pazienza di rammendare animo, cuore e testa. In quel precedente citato si verificarono poi effetti virtuosi, nacque una reazione collettiva incarnata dall’arrivo di due guerrieri quali Ibra e Kjaer. Ci vuole la calma anche nel giudicare in via definitiva la cifra tecnica di alcuni nuovi arrivati. CALMA. Perché ad esempio, al nigeriano Chukwueze, dopo il primo esame internazionale dev’essere concesso di commettere qualche errore, di cercare il numero a effetto invece che l’affondo concreto e perché la gioventù e l’inesperienza rispetto a un palcoscenico come San Siro non fanno subito rima con maturità e capace di assorbire il brutto colpo.

Non solo. Proprio il ricordo di Bergamo mi porta ad affrontare l’argomento Ibra. Non capisco, se non per scarsa informazione o deformazione professionale dovuta alla passione (nascosta) per altra squadra, quali possano essere gli effetti controproducenti di un ritorno, in altra veste naturalmente, di Ibra a Milanello e nel mondo Milan. Il rapporto, umano e professionale, con Pioli è collaudato. E non è vero che Zlatan abbia parlato alla squadra lunedì scorso al posto del tecnico. C’è da scegliere il ruolo, naturalmente. E non bisogna essere un genio della lampada per sapere sin dal primo giorno del suo distacco che la casella libera -indispensabile da riempire dopo il divorzio da Paolo Maldini- è quella del club manager. Della personalità cioè che sorveglia l’armonia del gruppo, ne fustiga eventuali pigrizie, provvede a confrontarsi con Pioli nel giudicare l’andamento delle partite, insomma diventa un autentico uomo in più da mettere in squadra. Prima sarà definito il suo ritorno e meglio sarà per tutti. Per il Milan, per Pioli, per i calciatori e per lo stesso Ibra che potrà iniziare una seconda carriera nella città dove ha fissato la propria residenza. Tanto per fare un esempio: uno come Ibra potrebbe dare un’occhiata al prossimo calendario del Milan (il mercoledì si gioca a Dortmund per la Champions con rientro il giovedì e il sabato a Genova col Genoa) e “imitare” Mourinho che ha accusato apertamente “qualcuno in Lega non mi ama”.

Il regale trattamento ricevuto da Tonali è la degna cornice a una vicenda che ha connotati clamorosamente diversi da quelli di Donnarumma. Le frasi all’uscita da San Siro sono un esempio illuminante. Chissà se i pisquani in libera circolazione hanno colto la differenza!