È già mercato, ma prima c’è la Juve. Si parla delle pene più che dei reati. Le finali europee un premio meritato dalle squadre, non dal "sistema". Emilia Romagna: dalla Curva molto altro dopo lo striscione...

È già mercato, ma prima c’è la Juve. Si parla delle pene più che dei reati. Le finali europee un premio meritato dalle squadre, non dal "sistema". Emilia Romagna: dalla Curva molto altro dopo lo striscione... MilanNews.it
venerdì 26 maggio 2023, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Una sfilza interminabile di nomi è già associata al Milan per la prossima stagione. Il mercato imperversa, eppure ci sono prima la Juve e il Verona per difendere e consolidare il piazzamento che riporta in Champions. Normale: le montagne russe su cui i rossoneri hanno vissuto questo 2023, spostando lo stomaco e mettendo a dura prova il cuore dei tifosi, necessita il riposizionamento dei binari in orizzontale, perché la marcia futura riprenda costante e lineare. 

La stagione è spaccata in due e, come davanti a uno specchio, riflette virtù e limiti, contraddizioni e conferme, passando inevitabilmente, inesorabilmente, per il contributo che troppi giocatori non hanno saputo, potuto o voluto dare. Da agosto a novembre un cammino all'altezza, secondo posto in continuità sulla scia ravvicinata del Napoli e un girone europeo positivo, con trappole e insidie superate. Mentre in Champions rivedevamo la fame e la ferocia dello scudetto, in serie A la sensazione è sempre stata - invece - quella che prima o poi dovesse accadere qualcosa di positivo, in un miraggio agonistico che si è miseramente dissolto da gennaio in poi. C'entrano quella maledetta sosta di dicembre, zeppa di difficoltà a tutti i livelli; gli infortuni, le lente guarigioni e il rendimento insufficiente di mezza rosa; un atteggiamento mentale spesso sbagliato, superficiale, lontano appunto da quei cardini che aveva sostenuto la squadra nei 3 anni di gestione Pioli.

Come dico (e penso davvero) da tempo, ci sarà modo per definire le responsabilità di tutti, ma non è ancora tempo né di giudizi né di altro tipo di distrazioni. La Juventus è al varco, l'orgoglio avrà rimesso insieme i cocci dopo la doppia bastonata di lunedì sul campo a Empoli e negli uffici federali. In questi mesi di tormenti bianconeri, si parla più del sistema di giustizia sportiva che dei reati eventualmente commessi. Uno strano modo di affrontare la questione. Ci stiamo crogiolando per le 5 semifinaliste nelle coppe europee e poi per le 3 finaliste, ma il sistema calcio italiano non meritava questo premio. Lo hanno meritato Inter, Roma e Fiorentina sul campo, fuori da ogni dubbio, ma ancora troppi asterischi sono sparsi nelle classifiche dei vari campionati dalla A in giù, troppe penalizzazioni, troppi rischi di fallimento sparsi in varie categorie. Nessun sistema calcio delle altre 4 grandi realtà europee ha le sue classifiche "falsate" da sentenze e punti sottratti a tavolino, come da noi. E' quel "falsate" che non mi torna: chi falsa? Chi bara o chi punisce i bari? Fatemi capire. 

Che ci sia bisogno di una riorganizzazione nelle indagini e nelle tempistiche, è fuori di dubbio: si è intervenuti anche nella giustizia penale e civile per evitare gli sfratti il giorno di Natale, per abbattere cartelle esattoriali gonfiate a dismisura, si lavora e si combatte per cambiare leggi sbagliate e sperequazioni insopportabili nei provvedimenti a carico, ma insomma la prima parte del dibattito deve essere chi fa cosa, chi commette cosa, non chi ferma le trasgressioni e come lo fa, e quando lo fa. Che sarà senz'altro un tema di discussione profonda, poi, ma adesso occorre anzitutto fare chiarezza e pulizia. 

Il Milan e i milanisti non devono occuparsi di questo, né rinfacciare all'Inter di aver raggiunto livelli di competitività assoluta nonostante una situazione finanziaria disastrata. Ci sono organi preposti al controllo e all'intervento, c'è un galantuomo che si chiama tempo destinato sempre a fare giustizia, ma non è argomento da confondersi con le gravi sconfitte rossonere negli ultimi derby, con la superiorità della squadra nerazzurra. Semmai, i milanisti potrebbero cominciare ad apprezzare un po' di più quella famosa "sostenibilità" che è invece pretesto di ironia per qualcuno di loro: "Gli altri vincono, noi sistemiamo i bilanci". In questo sistema calcio italiano composto da gestori allegri e incoscienti, mi tengo stretta la virtuosità del Milan che è tornato eccome competitivo, sorprendentemente competitivo, in poco più di 3 anni: 42 mesi fa Pioli prese la squadra a destra in classifica e mortificata da 7 anni. Nel maggio 2023 può vantare il ritorno in Champions (da definire "costante" dopo gli ultimi 180' della stagione), un secondo posto, uno scudetto, una semifinale di Champions. Significano 3 anni fantastici e 5 mesi complicati, comunque percorsi da un cammino in Europa sorprendente.

Mi sollevano due pensieri di Pioli: "Questa stagione ci insegnerà più di quella dello scudetto, ci vorrà del tempo per smaltire le delusioni". Mi fa sperare, poi credere, infine convincere che lui e i giocatori si presenteranno ai nastri di partenza con rabbia, ferocia, abnegazione. Fame. Da mettere in campo già contro Juventus e Verona.

La Curva Sud non si è limitata a uno striscione di solidarietà all'Emilia Romagna: insieme con AIMC, "hanno raccolto un numero considerevole di beni di prima necessità e di strumenti pratici che serviranno ad aiutare le popolazioni dell’Emilia Romagna, colpita in maniera infame dalle piogge e alluvioni che hanno distrutto città, case, attività commerciali e, purtroppo, anche vite". Vi rimando a questa testimonianza https://www.milannews.it/news/photogallery-mn-curva-sud-e-aimc-per-l-emilia-romagni-le-immagini-davanti-san-siro-494679 in photogallery.