I Kessie vanno di moda. Rosa migliorata, la squadra vedremo. Pellegri e Messias le scommesse. La SuperLega dietro l’angolo

I Kessie vanno di moda. Rosa migliorata, la squadra vedremo. Pellegri e Messias le scommesse. La SuperLega dietro l’angolo MilanNews.it
venerdì 3 settembre 2021, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Impazzano i voti al mercato. Le griglie. I pronostici. Dribblo e passo subito agli affari del Milan. La squadra titolare, rispetto agli ultimi mesi della scorsa stagione, ha Maignan in porta e Giroud centravanti (in bocca al lupo per una pronta guarigione), recupera Bennacer e finalmente apprezza per la prima volta il Tonali di Brescia. È migliorata? Vedremo. Al momento ha Ibrahimovic e Kessie forzatamente in panchina, tra l’altro. 

La rosa invece è decisamente progredita in quantità e qualità: ci sono cambi di sostanza per ogni singolo ruolo. Giovani e meno giovani. Sembrano affamati e questa è la qualità migliore. 

Le vere scommesse sono soltanto 2 e hanno connotazioni profondamente diverse. Pellegri era un prospetto eccezionale da minorenne, il Monaco spese un sacco di soldi bruciando la folta concorrenza, poi però una serie di guai fisici ne hanno limitato il rendimento: probabile che, con la fiducia del club monegasco, sia scesa anche la sua autostima. Messias è un trentenne assurto al grande calcio in età avanzata, il che non gli ha impedito - pur retrocedendo con il Crotone - di collezionare numeri, statistiche e apprezzamenti personali decisamente positivi. È un giocatore fortemente voluto da Pioli. Il Milan ha provato ad andare si prospetti più affermati, ma le condizioni del mercato lo hanno reso impossibile.

Il processo di restauro di questa squadra, di questa rosa e (perché no) di questa società, è iniziato il giorno in cui è tramontata la suggestione Rangnick: in quel momento, luglio 2020, si arrivava da 7 anni di caduta verticale nella gestione e nei risultati. Oggi il Milan è credibile e competitivo, lottando contro i problemi endemici del calcio e quelli pandemici della vita planetaria. Si poteva fare meglio? Si può sempre fare meglio.

Il nodo dell’estate milanista è stato quello dei rinnovi mancati di Donnarumma e del turco, profilandosi ora quello di Kessie sull’esito del quale sono purtroppo pessimista. Premesso che nessuno gli aveva chiesto un’intervista lunghissima e intrisa di amore e buoni propositi, culminata con un emblematico “Torno in Italia e sistemo tutto”, propendo per l’indulgenza nei suoi nei suoi confronti. Il “presidente” è in buona compagnia con Mbappè, Insigne, Dybala e molti altri (se vogliamo, gli stessi Kostic e Faivre che hanno provato a mettere i loro club spalle al muro): l’asta ormai si fa sui loro ingaggi, non sui loro cartellini. È una nuova moda, cui è molto difficile sottrarsi. Da 2,5 a 6 in crescendo nei prossimi anni era (è) una bella offerta, ma se dal 2022 qualcuno te ne soffia sul collo 8-10-12 all’anno diventa oggettivamente difficile pareggiare. Il problema è che tra qualche tempo sarai alle strette con Romagnoli, Theo, chissà forse anche Leao, Rebic, Bennacer, non so… O metti in preventivo di arrivare a un monte ingaggi da 200 milioni tra un paio d’anni, o continui con una certa politica che non può essere in nessun modo comparabile a quella dei club inglesi, del PSG, del Bayern, del Real Madrid. Non adesso. 

Proprio in funzione di questo, ecco tornare in auge da più parti l’ipotesi di restyling della SuperLega: i guadagni prospettati da questo progetto non sono minimamente paragonabili a quelli della Champions e quindi la piega appare davvero inevitabile. Il mio terrore è che se oggi chi incassa 60 spende 100, il giorno che incasserà 240 spenserà 300 e le prospettive di salvezza di certi club, impavidi davanti al FairPlay e al “calcio è della gente” (facciamoci una bella risata) resteranno mera utopia. Ad eccezione da chi gestisce in maniera oculata e mi pare che in questo il Milan non debba davvero temere più nulla.