Ibra, siamo sicuri? I problemi partono da dietro

Piani, strategie, tattiche e chi più ne ha più ne metta. L’idea più diffusa nelle ultime ore è quella di portare Zlatan Ibrahimovic al Milan, da molti etichettato come il vero colpo che Berlusconi vorrebbe regalare ai suoi tifosi. L’ex interista che non ha brillato a Barcellona per gran parte della stagione, nonostante i 16 gol, è stato presentato mediaticamente come il risolutore di tutti i problemi rossoneri. Partendo dal presupposto che Ibra ha un ingaggio inarrivabile per le casse del Milan, che addirittura per sopravvivere vorrebbe decurtare anche lo stipendio di Ronaldinho, per aggiudicarsi lo svedese dovrebbe svenarsi e cedere due o tre giocatori. Infatti per Ibra il Milan dovrebbe cedere sia Ronaldinho che Huntelaar, sperare poi in uno sconto del Barcellona, o nel prestito, e dimezzare lo stipendio allo svedese. Un’operazione complessa e dispendiosa. Ma siamo sicuri che al Milan serve un attaccante? Non avrebbe molto senso costruire una coppia d’attacco di tutto rispetto come Ibra e Pato, se poi la difesa del Milan come un colabrodo prende gol in ogni occasione. L’età avanza per tutti e anche Nesta e Zambrotta sono ormai sul viale del tramonto, per non parlare dei tre partenti Oddo, Kaladze e Jankulovski.
L’arrivo di una riserva come Yepes non può certo consentire il salto di qualità. Il Milan dei tempi d’oro ha sempre basato le sue fortune su una difesa solida e tenace, capace di respingere l’onda d’urto di attaccanti di spessore, sia in Italia che in Europa. Considerando che la squadra ha bisogno di ritocchi in ogni reparto, persino in panchina, la società dovrebbe cercare di stabilire una priorità per gli acquisti. Il Milan parte con un budget già ridotto, ma depauperarlo tutto per un attaccante, seppur di carattere internazionale, non avrebbe molto senso se il resto della squadra non assicura garanzie per l’intero anno calcistico. Il Milan dunque prima di rinforzare l’attacco, dovrebbe partire dalla difesa, il reparto che ha bisogno di maggiori interventi. Focalizzare le attenzioni su giovani interessanti da sistemare nel reparto arretrato, per dare il cambio ai veterani. Giovani promesse che portino freschezza e dinamicità ad un gruppo che allo stato attuale è la squadra più vecchia del campionato, con un’età media di oltre trent’anni.

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