Insoddisfatti di Leao? Non ci siamo. C’è poco CDK? Non ci siamo ancora. E se Pobega fosse il nuovo Kessie?
No, con Leao non ci siamo proprio. Ho ascoltato, dopo il primo tempo di mercoledì sera con la Dinamo di Zagabria, i primi giudizi con la bocca storta, le prime riflessioni col retrogusto amaro. Non ci siamo. Per una serie di motivi calcistici e non solo.
Primo perché su Leao è stato provocato il rigore che ha sbloccato lo 0 a 0 del primo tempo. Secondo: perché è stato Leao a confezionare quel bocconcino per il secondo gol di Saelemaekers. Terzo e ultimo: perché Leao le ha giocate tutte e ha diritto a essere stanco e magari a sbavare un paio di giocate nel primo tempo che poteva chiudere meglio. Piuttosto il vero tema è quello che riguarda il rinnovo contrattuale del portoghese. E se Paolo Maldini, ufficialmente, continua a ripetere che da settimane hanno ripreso a parlare con i rispettivi agenti di Bennacer e Leao vuol dire allora che la trattativa si annuncia, come abbiamo capito da tempo, complicata se non molto difficile.
Non ci siamo nemmeno con De Ketelaere. Nel senso che è arrivato in campo per far rifiatare Giroud e ha giocato per la prima volta da centravanti in un gruppo del quale non conosce ancora alla perfezione caratteristiche e schemi. E allora storcere il muso per il giovane belga è un altro errore che non bisogna assolutamente commettere. Ha bisogno di tempo. E se persino un “professore” esigente come Ibra ne riconosce il talento, bisogna soltanto aspettare e ricordare che il giovanotto non ha fatto i 45 giorni di preparazione di tutti gli altri.
Ci siamo invece con Pobega. Da settimane Pioli lo ha preparato, da settimane lo ha istruito, da settimane lo ha inserito nel centrocampo rossonero dandogli compiti per rimpiazzare sia Tonali che Bennacer. Già a Genova, contro la Samp, ha sfiorato la prodezza ricacciando in rete la respinta dopo la rovesciata di Leao punito col secondo giallo. In. Champions è andato a segno e ha confermato di avere queste qualità che ne faranno, secondo Pioli e non solo, un protagonista. Bene: a questo punto bisognerebbe probabilmente chiedersi se non sia proprio lui, questo ragazzo mandato a studiare all’estero, a Pordenone, a La Spezia e al Torino, il vero erede di Kessiè che è stato cercato inutilmente sul mercato.
Infine un pensierino per Gerry Cardinale, il nuovo azionista entrato ufficialmente nel cda del club. Dev’essere un uomo fortunato. Perché qualche ora dopo il closing ha vinto il suo primo derby a Milano, qualche ora dopo essere entrato nel cda ha vinto il primo confronto casalingo in Champions league. Di sicuro la soluzione adottata consente di puntare sul doppio fondo: RedBird proprietario ed Elliott che gli ha fatto da finanziatore. Non credo ci sia niente di meglio come ha ripetuto Paolo Maldini prima della partita. Ha detto: “Cominciano a migliorare i ricavi e solo i ricavi possono garantire maggiori investimenti sul mercato come abbiamo già fatto nella passata edizione del mercato”.
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