L'anticipo di Galli - De Vecchi, Hateley, Gullit e… Ambrogio: tutti i miei derby
La storia dei miei derby inizia in famiglia: proprio nel 1969, anno in cui divenni ufficialmente milanista dopo aver assistito a San Siro a Milan-Celtic di Coppa Campioni, nasceva mio fratello Ambrogio che, chissà per quale scherzo del destino, negli anni sarebbe diventato tifoso nerazzurro. Un’altra famiglia si aggiungeva alle tante in cui i figli abbracciano fedi calcistiche differenti, mentre papà, tiepido tifoso granata, non provò a influenzare le nostre scelte.
Tra i derby vissuti da spettatore e tifoso, quando ancora non ero entrato a far parte della famiglia rossonera, quello a cui sono più legato è quello del girone di ritorno della stagione 1978-’79, giocatosi il 18 marzo ’79. La partita terminò 2-2. L’Inter aveva giocato meglio, era andata in vantaggio con Oriali e poi aveva raddoppiato con “Spillo” Altobelli. Sullo 0-0 il bomber nerazzurro aveva fallito un rigore, parato da Albertosi, per un fallo commesso, udite, udite, da Capitan Baresi! L’eroe di quella domenica fu Walter De Vecchi, autore di una doppietta: un calcio di punizione e un tiro da fuori area che sorprese Bordon, il loro portiere. Al pareggio la curva rossonera esplose e venni trascinato qualche gradino più in basso. Fu una domenica speciale perché la speranza di poter tagliare un grande traguardo cominciava a concretizzarsi. L’epilogo lo conoscete: lo 0-0 casalingo con il Bologna del 6 maggio successivosancì l’aritmetica vittoria del decimo scudetto e della Stella rossonera.
Poi ci sono i derby giocati. Uno di quelli che ricordo con particolare piacere è quello della stagione ‘84-‘85, vinto per 2-1 con l’imperioso stacco di testa di Mark “Attila” Hateley su preciso cross di Virdis, sovrastando Fulvio Collovati: derby che ci regalò i 2 punti e interruppe un periodo senza vittorie nella stracittadina che durava da ben sei anni. Quello stacco di testa, quella differenza quasi irreale di “altitudine” fra Hateley in volo e il suo marcatore piantato al suolo è diventata una delle immagini iconiche del milanismo che per anni molti tifosi rossoneri hanno conservato nelle proprie case (io credo che qualcuno ce l’abbia ancora incorniciata) e che certo conservano nei loro cuori. Erano gli anni di transizione da un periodo buio, irto di difficoltà, a quello che sarebbe diventato un incredibile ciclo vincente che si aprì con la vittoria dello scudetto nella stagione 87-‘88.
Proprio uno dei derby di quella stagione è l’altra sfida, vissuta in campo contro i cugini nerazzurri, che mi regala good vibes: Milan-Inter 2-0 del 24 aprile 1988 con i goal di Gullit e Virdis. Una partita mai in discussione, con il Milan guidato da Arrigo Sacchi che soffoca l’Inter con un pressing continuo. Intervistato al termine della gara Gullit dirà: “Così si gioca a calcio, questo è l’esempio di come si deve giocare a calcio!”. Ipse dixit.
E adesso facciamo un salto in avanti di ben 37 anni (mamma mia quanti!) per parlare del derby che si giocherà tra poco meno di 48 ore. Un derby di vertice, considerando che entrambe le squadre si trovino ai piani alti della classifica: Inter in testa con 24 punti appaiata alla Roma e Milan terzo con 22 punti in compagnia del Napoli.
Cosa aspettarci da questa sfida? Da parte nostra molto dipenderà dalla formazione che Mister Allegri potrà schierare. In difesa è recuperato Tomori, che insieme a Gabbia e Pavlovic andrà a ricostituire un reparto centrale che si era dimostrato solido ed efficace salvo qualche piccola sbavatura attentiva, pagata peraltro a caro prezzo. Sugli esterni, Saelemaekers a destra è il giocatore che più ha sorpreso, per qualità e continuità di rendimento; come ho già avuto occasione di far notare, Alexis non si limita a giocare sul binario come molti “quinti”, ma sa leggere e occupare spazi con e senza palla anche dentro al campo, il che gli conferisce quella imprevedibilità sempre difficile da disinnescare da parte degli avversari; in tutta sincerità, a sinistra preferirei Bartesaghi, ormai da considerare tra i titolari e in questo momento più affidabile di Estupinan, non solo a causa degli errori commessi da quest’ultimo a Parma.
A centrocampo mi auguro sia possibile impiegare dall’inizio Rabiot, anche se rientrato in gruppo da pochissimo, così da poter riformare anche in questo reparto, con Modric e Fofana, il trio che tanto bene aveva fatto prima dell’infortunio del francese. Ricci non ha sfigurato, anzi: ma Adrien ci darebbe tecnica, atletismo e temperamento quanto mai necessari contro una squadra muscolare come quella neroazzurra. In attacco, ancora fuori il Bebote, Leao avrà accanto a sé “Capitan America” Pulisic, anch’egli rimasto a Milanello per poter ritrovare la forma migliore dopo il rientro, per uno spezzone di gara, con il Parma. I due, sebbene quest’anno abbiano giocato insieme solo per una manciata di minuti, in passato hanno dimostrato di poter giocare insieme trovando ciascuno lo spazio e i tempi necessari per essere letali o per innescare i compagni.
Se tutte le ipotesi fatte fossero confermate potremmo schierare quella che a mio avviso è in questo momento la miglior formazione possibile. Quello che temo di più, ed è un paradosso, è l’idea di calcio che ha sostenuto le nostre prestazioni con squadre di livello: solidità difensiva ricercata attraverso un baricentro basso, con la squadra compatta, linee di reparto ravvicinate e a ridosso della nostra area di rigore. Il timore è che, così facendo, si porti una sorta di cavallo di Troia nel cuore della nostra difesa: un atteggiamento che se è vero che ci ha permesso di difenderci con ordine contro le “grandi”, potrebbe in questo caso fare il gioco dell’Inter. I neroazzurri hanno di gran lunga il miglior attacco (26 goal) e giocatori che sanno muoversi e far male anche negli spazi stretti. Di contro la loro difesa, pur non avendo subito un numero considerevole di goal, ha mostrato, quando attaccata, qualche incertezza di troppo. Per questo penso che osare di più potrebbe essere la via per trovare una vittoria. Lo slogan “i Derby non si giocano, si vincono” non fa per me: le partite vanno giocate (per vincerle, ovvio), ma non a qualsiasi costo, bensì mostrando la miglior versione di sé.
Guardando in casa nerazzurra è probabile il forfait di Dumfries sulla fascia destra che potrebbe essere sostituito dal mancino Carlos Augusto oppure da Darmian: se l’italiano sarà in campo e se dalla nostra parte verrà scelto Bartesaghi, come auspico, la corsia vedrebbe un interessante confronto tra due giocatori cresciuti nel vivaiorossonero, anche se in epoche diverse (entrambi sono nati in dicembre, ma Darmian nell’89, Bartesaghi nel 2005!).
Siamo a poco meno di un terzo del cammino ma la vittoria ci porrebbe di diritto tra le pretendenti allo scudetto, il che vorrebbe dire appuntare sulla maglia la seconda stella, quella che i tifosi dell’altra parrocchia di Milano - così l’ha definita l’amico Luca Serafini - hanno vinto proprio nel “Derby della Madonnina” del 22 aprile 2024.Una cosa è certa: noi tifosi della Milano rossonera non la meritiamo di meno!

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