L'hai voluto tu. O forse no?

Dubbi, sospetti, paure e confusione: ecco cosa trova chi mette le mani nell’enorme e torbido calderone Milan. I dubbi sono quelli di sempre, quelli legati al futuro, ma anche al presente di due colori che navigano a vista e che talvolta sembrano divertirsi a farsi male da soli. Di dubbi, sul prosieguo dell’avventura di Leonardo sulla panchina del Milan ce n’erano davvero pochi: più che i continui battibecchi con il presidente Berlusconi, a fugarli gradualmente è stato lo stesso “Caipirinha”, sempre distante e seccato sul capitolo “Prossima stagione”. Sarebbe bastato tirare in ballo il rimanente anno di contratto, anziché glissare mostrandosi sprezzante del futuro e concentrato su un presente nebuloso ed intricato. Ma tant’è: dove c’è gusto non ci si rimette, non ha senso fingere ciò che non si vuole, e se Pellegatti – dopo aver dichiarato di fare il tifo per la permanenza del brasiliano – e Serafini affermano che il sodalizio si è spezzato tre giorni orsono, le speranze di rivedere il raggiante sudamericano sulla panchina del Milan il prossimo agosto, sono verosimilmente ridotte al lumicino. Per qualcuno, forse, è meglio così, ma a ben guardare, tutto ciò che possiamo dire è che se finirà sarà stato comunque bello. Ci saremo comunque divertiti. Degli obiettivi prefissati, quello più vicino (qualificazione diretta alla Champions) è anche quello minimo nelle gerarchie di inizio stagione, ma chi se la prende solo con te ha evidentemente le idee confuse. Tu ci hai messo il cuore, la faccia e il coraggio di cambiare. Ci hai ridato il Ronaldinho migliore, una difesa a tratti invidiabile, un gioco più veloce e meno prevedibile, grazie a due terzini (Antonini ed Abate) che danno l’anima.
Ma perché una macchina vada sempre al massimo è necessario che ogni pezzo sia al posto giusto e ben collaudato, e che in caso di irrimediabili sostituzioni, i ricambi siano di sicuro affidamento. Anche tu hai sbagliato, lo dicono i risultati, forse gli unici a darti torto senza appello, perché intorno, chi mastica calcio ti dà ragione, dicendoti che non è colpa tua, che hai fatto anche troppo per essere un esordiente. Che chi ti ha chiesto di accettare la sfida e di dare il massimo per ottenere qualcosa – quando si inizia un’opera senza un progetto, quello che si riesce a portare a casa è tutto guadagnato – non ti ha fornito l’equipaggio adeguato. Stando così le cose, comunque dovesse andare, tu usciresti di scena con la coscienza pulita ed un’esperienza in più in un bagaglio che lontano da Milano potrebbe riempirsi di soddisfazioni. Vere. Noi? Noi restiamo qui, con le facce incredule, un pizzico di rabbia e la mente affollata di dubbi. In fondo tu sei uno bravo, lo hai dimostrato in campo, in panchina, e pure da dirigente: ci hai portato fior di giocatori in un deserto popolato da ex campioni. Per un bel po’ di tempo, il tuo entusiasmo e le tue intuizioni hanno eclissato tutto e tutti, facendo persino traballare poltrone logore e dure da mollare. Coraggio, grinta e competenza: avevi tutto per diventare il dirigente perfetto in questa società. Invece ti hanno "promosso" allenatore, e stavolta no, non è stato solo uno scherzo del destino.

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