La filosofia degli 1-0. Origi come Tonali. Ora il pepe di Rebic. La telenovela San Siro e il nuovo stadio. Viterbo e Milazzo feudi rossoneri

La filosofia degli 1-0. Origi come Tonali. Ora il pepe di Rebic. La telenovela San Siro e il nuovo stadio. Viterbo e Milazzo feudi rossoneriMilanNews.it
venerdì 25 marzo 2022, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Solo a citare i termini, esteti e risultatisti, si offendono contemporaneamente la lingua italiana e le svariate filosofie del calcio. Non esistono linee di pensiero giuste o corrette e altre sbagliate o fuori luogo: è uno sport e nello sport non si vince se non si ha una strategia. Nel pallone ci sono tecnici che pensano di dare solidità difensiva estrema e di puntare sul contropiede e quelli che credono sia possibile difendersi attaccando, con una organizzazione più elaborata e dispendiosa, ma non necessariamente meno redditizia. Il contropiede giocato con interpreti di alta levatura è spettacolare quanto il forcing (antico termine che definiva il pressing offensivo). 

Pioli ha dato un’identità a questo Milan offensiva e di struttura “alta”, i rossoneri danno il meglio nella metà campo altrui esaltandosi nel marcare a uomo tra un’area e l’altra. Dunque questa squadra capolista non specula sull’1-0, ma insiste per il 2-0 e oltre. Infatti, dal lockdown in poi segna moltissimo. L’ultima sequenza di 1-0 è frutto del caso e degli errori in attacco, attenta alle nostre coronarie e non mette al sicuro i 3 punti fino al fischio finale. Dunque non è un pregio, ma un limite da scavallare al più presto. Detto questo, firmo per vincere 1-0 tutte le ultime 8 partite (vorrei vedere, direte voi. E lo dico anch’io…).

Molti i nomi accostati al Milan per il prossimo mercato. Diversi profili suggestivi e interessanti. O solo interessanti, a seconda dei punti di vista. Prendete Origi. L’attaccante del Liverpool in scadenza a giugno è un’occasione ghiotta per tutti, a meno che non sia un pensiero fisso del club rossonero. In quest’ultimo caso diventa una normalissima punta che gioca poco e segna ancora meno. Un po’ come quando 2 anni fa Tonali era conteso tra Inter, Napoli e Juve per poi finire al Milan, sicché si trasformò in poche ore da fenomeno del futuro a schiappa inadeguata.

A proposito di attacco, mancano in questo girone di ritorno la forza, i gol e la presenza di Ante Rebic, per mettere pepe in prima linea e sulla coda di un Leao un po’ troppo ciondolante in quest’ultimo periodo. Rebic (e Ibra) possono trasformarsi in due grimaldelli decisivi nella corsa finale, durante la quale servirà l’aiuto di tutti. 

Tornano di attualità la conservazione di San Siro (ma io avevo letto report in cui si diceva che la ristrutturazione era praticamente impossibile…) e addirittura un suffragio universale estivo per raccogliere opinioni sul nuovo stadio. Siamo in un Paese dove politica e burocrazia - spesso sono la stessa cosa - allungano tempi e affossano progetti, specie se la torta non è abbastanza grande da saziare tutte le pance. Credevamo tutti però che ormai l’idea del nuovo impianto, il primo e unico al mondo di proprietà di 2 società e non di una sola, fosse in fase avanzata. Non è così. Dopo il parere e le opinioni di assessori, tecnici, progettisti, filosofi, nientologi e assenteisti, ora tocca al popolo. Perché non lanciare un referendum nei bar, sui taxi e dai parrucchieri? Esprimo la mia: San Siro all’Inter e il Milan nel suo nuovo stadio. Punto.

Girando l’Italia per presentare il mio libro  “Il cuore di un uomo” (Rizzoli), incontro milanisti entusiasti e in fibrillazione. Percorsi da una passione viscerale che ogni tanto fa bene toccare con mano e non solo incontrare sui social. A Viterbo e Santa Lucia del Mela, meraviglioso centro ai confini di Milazzo in provincia di Messina, grazie a Pierpaolo Manca e Felice Gitto sono stato assediato da cuori rossoneri. Ai quali ho consegnato un solo, semplice messaggio: io ho fiducia e ci credo.