Milan, come ti permetti? All'estero ci guardano. Franck e Pioli

Milan, come ti permetti? All'estero ci guardano. Franck e PioliMilanNews.it
sabato 19 febbraio 2022, 00:00Editoriale
di Mauro Suma

Prima ci portavano la scarpetta di Cenerentola, ora la cicuta. Cambiano i tempora e  anche i mores degli amici degli amici tutti allegramente coalizzati contro il Milan. Solo pochi mesi fa tu eri lì come sempre in vetta e ti guardavano straniti. E voi che ci fate qui...la domanda del fumetto. Oggi invece che sei ancora lì lo sguardo è un po' cambiato, ti guardano stizziti. E voi che volete, come vi permettete...la domanda di chi aveva già letto, pronosticato scritto e deciso tutto. Cambiano i tempora, eccome se cambiano: c'era una volta il rumore dei nemici, adesso al massimo si sente il rumore della cena, già la domenica sera dopo Milan-Sampdoria, per fare i piani giusti tra gli interlocutori giusti. Cambiano i mores, eccome se cambiano: prima il calcio era fare gol oggi è diventato meritare 70-75 minuti, se non meriti 70-75 minuti non sei nessuno, sei un pinguino, uno che non conta. Mica come quelli che, con una onestà intellettuale rasoterra, si mettono a twittare di Serra ignorando Modolo. Loro sì, che decidono quali sono gli episodi che contano e quelli che non contano. Leggete amarezza? No, semplice disincanto.

Il disincanto di chi sa di essere solo. Fateci caso, il Milan oggi piace, attira e attrae attenzioni di investitori e sponsor, proprio perchè è il contrario di tutto ciò che tiene lontani dall'Italia del pallone i brand e i gruppi che contano in giro per il mondo. L'Italia del calcio all'estero non piace perchè è lagnosa e vittimista, e invece noi andiamo in campo con una squadra fresca e giovane che, anche nella sconfitta, consola l'arbitro invece di intimidirlo. Il nostro Paese del pallone, là dove ci sono tanti soldi, viene giudicato come un movimento calcistico dagli stadi vecchi e inospitali e infatti il Milan sta lavorando duro, onorando tutti gli impegni, per rilanciare Milano in Europa e nel Mondo con un nuovo, grande stadio. E' un Milan che non ignora il problema, ma che se lo pone e lo affronta. Siamo giudicati un Paese caciarone e polemico e infatti dai nostri dirigenti non esce mai un plissè livoroso o allusivo. Insomma, sono esattamente quelli che in Italia pensano alle alleanze, alle pressioni politiche, agli strepiti post-partita contro l'arbitro o gli orari delle partite o le superfici dei campi di gioco, che hanno portato il calcio italiano nella situazione in cui si trova oggi come abbiamo avuto anche questa settimana occasione di riscontrare. Ed è proprio con gli atteggiamenti e le visioni opposte e contrarie che il Milan, esattamente, proprio così, può far ripartire l'intera baracca. Oggi ci guardano come quelli che la sanno lunga, un domani ci imiteranno.

Questa settimana ho letto due cose. Una di Tuttosport: i 9 giocatori, da Theo a Tomori e Tonali, acquisiti a titolo definitivo dal Milan negli ultimi 3 anni sono stati pagati 145 milioni, ma dopo la gestione Pioli, di milioni, secondo Transfermarkt ne valgono 350. Ecco questi sono i fatti, il patrimonio, il valore, non per cederlo, ma per rilanciare il club. La seconda, di un tifoso che mi ha scritto: ma come, prima ci aizzano criticando Kessie perchè secondo loro era tornato tardi alla coppa d'Africa e poi ci dicono che noi facciamo autogol se lo fischiamo? Hai ragione, caro fratello di cuore e di fede. Tu però taglia la testa al toro, non cascarci. Non farti aizzare e non fischiare. A Franck ci pensa e molto bene Pioli, al Milan ci dobbiamo pensare noi tutti insieme. Perchè sopra il Milan non c'è nulla. E' una cosa che da qualche parte devo aver sentito...