Mou, festa scudetto, sanzioni Uefa, spogliatoio spaccato: si è parlato d'altro, meglio così... A Torino una gara pulita! Maldini e il futuro vanno a braccetto

Mou, festa scudetto, sanzioni Uefa, spogliatoio spaccato: si è parlato d'altro, meglio così... A Torino una gara pulita! Maldini e il futuro vanno a braccettoMilanNews.it
venerdì 7 maggio 2021, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

E' da un anno e mezzo che la prossima partita è quella del bivio, della svolta, della consacrazione, del salto in alto. E' da un anno e mezzo che la prossima partita è la prova di maturità decisiva. Lo pensavano e lo dicevano gli scettici, ai quali non bastavano mai le dimostrazioni di gioco, identità, compattezza della squadra e purtroppo lo hanno sempre scritto anche molti milanisti scettici, dubbiosi, insofferenti. Da sesto posto eravamo e da sesto posto siamo. Non è servito a nulla infrangere record su record, stare 22 giornate consecutive in testa e 10 (più una, perché siamo nel gruppetto) al secondo posto. 

Stavolta è vero: dallo scudetto del 2011, escluse le finali di Coppa Italia e le Supercoppe, quella di domenica a Torino è la partita più importante del decennio di campionato. Dev'essere la partita del premio per una crescita che ha riportato i rossoneri ai vertici del campionato e a prestazioni importanti in Europa. Dev'essere la giornata in cui il lavoro di Pioli, il mercato che ci ha ora abbagliati e ora lasciati perplessi, diano le risposte che cercano quelli come noi che ci hanno sempre creduto.

La tensione è stata stemperata da altri argomenti, per fortuna, così l'occhio di bue è stato spostato sopra un altro angolo del palcoscenico. Mourinho, anzitutto: un'operazione mediatica esemplare per tempistica e modalità, da verificare sul campo e con una squadra adeguata per verificare che uomo e allenatore, per quanto profondamente cambiati in queste ultime stagioni, siano special come una volta. La festa milanese degli interisti, poi. Indignatevi pure, milanisti, ma ho trovato come al solito insopportabili i moralismi di condanna per la folla nerazzurra in piazza Duomo dopo il silenzio che accompagnò le feste dello scorso anno per le promozioni dalla C alla B e dalla B alla A, per le coppe europee e i campionati nazionali all'estero. Che, per inciso, non determinarono alcun focolaio. Infine, le spacconate Uefa con i suoi soliti toni intimidatori e le sbandierate possibili sanzioni alle squadre che hanno ideato e aderito alla SuperLega. Ceferin non ci sta dentro. Ma la balla colossale è già stata smontata dal presidente della Fifa in una lunga intervista a "L'Equipe" in cui ha dettagliatamente spiegato come non ci sarà nessuna punizione: le manifestazioni per club e Nazionali non possono fare a meno delle rose dei più grandi club europei. Siano essi 3 o 5 o 12 o 20. Urge cambiare, regole e formule, calendari e norme. Urgono riforme. Anche se il primo passo, la cervellotica Coppa Italia riservata solo alle squadre di serie A e di serie B, non sembra seguire la direzione del miglioramento. Anzi...

La chicca della settimana che accompagna Juventus-Milan è stata però la clamorosa, roboante rivelazione di bene informati siti milanisti (!) che hanno parlato di un gruppetto di giocatori rossoneri che avrebbero smesso di seguire Ibrahimovic sui sui account social dopo una violenta discussione negli spogliatoi. Notiziona che seguiva quella del cruento incontro tra esponenti della Curva e Donnarumma che cruento non è stato proprio per niente. Tiriamo avanti a testa bassa fino alle 22.30 di domenica, fino al 23 maggio, poi ci saranno un po' di conti da regolare. Chiediamo solo che, Voleri o non Voleri, la partita allo Stadium fili via corretta e pulita, senza protagonismi di questo arbitro e senza condizionamenti di nessuna specie e natura, visto che in questi giorni si è spifferato qua e là di quale danno incalcolabile sarebbe la Juventus fuori dalla Champions, ma il Milan al solito non se l'è filato nessuno.

Sono tranquillo, fiducioso e sereno per domenica e per il finale di campionato. Nel frattempo Maldini - già da molto tempo - lavora in silenzio e sottotraccia per il futuro: parlo di rinnovi, prestiti, acquisti e scelte che come al solito non saranno né anticipate né rivelate a nessuno, secondo il suo modo di fare che piace poco alla stampa, ma è una scelta di stile, discrezione ed eleganza che vale ad ogni tavolo Paolo si sieda. Solo Massara è mentore e informato allo stesso tempo, il resto sono quasi tutte chiacchiere.