Pioli e Inzaghi: chi decide chi è il più forte? Il calendario non conta niente. Rinnovi e mercato, in attesa di Investcorp

Pioli e Inzaghi: chi decide chi è il più forte? Il calendario non conta niente. Rinnovi e mercato, in attesa di Investcorp MilanNews.it
venerdì 6 maggio 2022, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

In settimana Damiano Tommasi ha detto che l’assegnazione dello scudetto in volata  certifica la scarsa competitività del nostro campionato. È singolare, aggiungo, che anche in Premier avverrà la stessa cosa. Siamo ancora qui a discutere delle differenze tra il nostro (sgangherato) sistema e quello inglese, per esempio, dove i diritti tv vengono venduti in tutto il mondo a un valore triplo rispetto alla serie A; dove gli stadi di proprietà non vengono ostacolati e tanto meno osteggiati dalla politica; dove gli sceicchi e non solo spendono quanto gli pare, in barba a UEFA e FairPlay di sorta. 

Godiamoci lo spettacolo, piuttosto, del testa a testa tra due squadre che non lottavano punto a punto da quasi mezzo secolo e che sono le uniche italiane ad aver vinto più volte nel mondo. Pioli ha ovviato all’inferiore competitività presunta rispetto alle rivali, attraverso un’organizzazione di gioco e una valorizzazione dei - giovani - singoli che hanno consentito al Milan di tornare stabilmente al vertice da 2 stagioni, mixando con armonia esperienza e carisma di navigati bucanieri come Ibra (anzitutto) e poi Kjaer, Florenzi, Giroud. Dal  suo canto Simone ha superato a pieni voti l’esame di salto in alto dalla Lazio all’Inter, trovando una squadra campione depauperata delle sue stelle più luminose, senza rinunciare alla sua filosofia e ai suoi metodi.  Eppure, l’estate scorsa si parlava di un abisso tra i due allenatori delle romane e la coppia milanese. 

Nelle ultime 4 ore e mezza di campionato conteranno più la testa e i nervi della tattica, ma servirà anche quella per il filotto vincente. Sul tema della “più forte”, dopo svariati editoriali - anche di altri colleghi - su queste colonne di MilanNews, sono tornati in settimana “I Casciavit” ricordando che “dal post lockdown il Milan ha fatto 186 punti, l'Inter 194 (più del Milan solo nella scorsa stagione con Lukaku e Hakimi che non avrebbero potuto comprare, infatti non riuscivano nemmeno a pagare gli stipendi e li hanno ceduti), Juve 166, Napoli 170. Juve e Napoli non sono mai state davanti al Milan nei periodi presi in esame, né nel post lockdown, né scorso anno, né questa stagione. Quindi chi decide il valore di una squadra? Una sola cosa: il campo”. 

Da settimane descrivevano il calendario del Milan come assai più irto di quello nerazzurro, ma l’andamento di questo campionato è stato spesso fuori controllo. Senza nulla togliere alle due contendenti che hanno entrambe numeri e record da scudetto. Da loro e solo da loro dipende la volata in vista del traguardo: hanno avversarie inferiori in classifica e nei valori, con motivazioni differenti. Se Milan e Inter faranno il loro, vinceranno le partite che restano. E la classifica non cambierà. 

Sui rinnovi di Romagnoli e Leao, in particolare, ma anche su quelli degli stessi Maldini e Massara, leggiamo ogni giorno tutto e il suo esatto contrario. Così come su budget più o meno faraonici per il mercato e non solo. Ho aperto con Tommasi, chiudo con San Tommaso: fin che non vedo, non credo. Per credere, mi basterà rivedere Paolo Maldini al suo posto anche nei prossimi anni.