Qualcuno racconta favole, Calabria e la Curva no. L'analisi della crisi tra verità e bugie. Già solo l'energia di Ibra può aiutare

Qualcuno racconta favole, Calabria e la Curva no. L'analisi della crisi tra verità e bugie. Già solo l'energia di Ibra può aiutareMilanNews.it
venerdì 10 febbraio 2023, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Il buco nero dell'ultimo mese è diventato anche uno dei momenti più delicati della mia carriera di narratore di calcio, del Milan. Ruolo che svolgo con amore prima che con passione, da quasi 40 anni. Mi sento come il nonno che racconta una storia vera, ma a un certo punto i nipotini si arrabbiano e gli rinfacciano essere una favola. Tutta una dannata favola, con un finale terribile da cui si sveglieranno spaventati e disillusi. 

Eppure quella storia vera era ed è tutta in buona fede. Parlava di un club allo sbando per più di 4 anni, di una rinascita improvvisa e folgorante passata da un esaltante post lockdown nel 2020 fino a 27 giornate consecutive in testa al campionato - l’anno dopo - con un secondo posto finale e l’agognato ritorno in Champions. Raccontava di uno scudetto meritato e sacrosanto, finendo il 9 gennaio del 2023 con gli ottavi di Champions conquistati, l’intero girone di andata alle spalle soltanto di un Napoli stratosferico lontano solo 5 punti, fino all’incubo di un 6 febbraio a 18 punti dal primo posto, scivolati lontano dal podio. Una catastrofe reale come la favola raccontata per 3 anni. 

C’è di mezzo un passaggio di proprietà che al momento non ha dato segnali, mettendo anzi in standby Maldini e Massara fino all’ultimo secondo della scadenza del contratto e, come diretta conseguenza, un mercato in extremis e a budget ridotto. Poi c’è la scelta, al momento insopportabile, di 35 milioni (quasi l’80% di quel budget) investiti su un giocatore lontanissimo dall’ apparire tale, ma questo è già un'altra storia di cui non resta che aspettare lo sviluppo.. 

Oggi sono un nonno mortificato e frustrato per le bugie che gli vengono sbattute in faccia, eppure dentro di me sento la coscienza pulita perché non le ho mai considerate tali. Quello che ho raccontato dal giugno 2020 fino all’87’ del 9 gennaio 2023, è successo davvero. È scritto, è negli archivi, è documentato.

Cosa sia cambiato da allora, me lo spiego da solo. Non inseguo voci e malignità, non posso e non voglio credere a uno spogliatoio spaccato, a una sfiducia all’allenatore, a una disgregazione che vada oltre un’analisi oggettiva. Il post di giovedì del capitano Davide Calabria è stato atteso e opportuno, sgombra il campo da una ridda di voci che persino la Curva Sud ha sentito il dovere di smentire. E' normale, quando non vinci e anzi perdi così tanto, collezioni brutte figure, che poi si parli di tensioni, motivazioni azzerate, litigi, ripicche, gelosie, malumori. Non c'è niente di nuovo, purtroppo: le crisi sportive hanno radici profondamente diverse, ma si somigliano tutte. 

Il derby, il secondo in due settimane, è stata l'ultima frase del capitolo più difficile dal 2019 ad oggi. Abbiamo parlato molti in questo periodo di un mercato che ha dato poco o nulla al momento, gli infortuni che sono un problema atavico da diverse stagioni, i recuperi che hanno tempi biblici, la condizione devastante di chi bene o male è costretto a giocare anche senza avere più benzina, quel paio di innesti che a gennaio (forse) una mano avrebbero potuto darla. Il fatto è che la lunga lista dei problemi ha investito Maignan, Florenzi, Kjaer, Touré, Tomori, Bennacer, Krunic, Calabria, Saelemakers, Messias, Rebic, Origi e quell'Ibra che torna adesso tuonando. La fatica si è accumulata nelle gambe e nella testa di Theo, Tonali, Leao, Giroud. Il Milan dello scudetto è sparito perché sono spariti protagonisti e sostituti. Torneranno, sono certo che torneranno.

Poi c’è l’allenatore con le sue scelte. Ho sostenuto sin dal dopo derby di Riyadh che qualcosa andava fatto, non importa se 4-3-3, 3-5-2, 1-10... Bisognava fare qualcosa. Non conta solo il modulo, ma l'interpretazione e l'atteggiamento. Chiaro che la scelta di qualche protagonista (in particolare Krunic, Messias, Origi) nel primo tempo del derby abbia destato non poco stupore, è vero peraltro che se chiudi una partita con il 77% di passaggi riusciti su 240 contro l'84% dell'Inter che ne ha fatti il doppio, 480, hai ben poco di che imbestialirti per un modulo che peraltro i rossoneri hanno utilizzato eccome nei 90' di moltissime partite. Se poi non ti dai una sistemata definitiva sui calci piazzati avversari, una volta per tutte, diventa complicato qualsiasi discorso. Come sempre, tocca a loro, ai giocatori, portare fuori il carro da questo tunnel interminabile.

Vorrei sottoporvi il copia e incolla di un testo che credo di aver trovato sulla pagina Facebook dei Casciavit o altrove, non ho memoria e mi scuso dell'eventuale citazione errata, ma condivido la sostanza di queste riflessioni.

"1) Questa squadra, questo staff tecnico, questi dirigenti, nell'arco di 3 anni hanno dato tutti il 110% ed hanno portato a casa uno scudetto inatteso, sorprendente, per certi versi incredibile.

2) Ad un gruppo ancora molto giovane può accadere di vivere periodi di grande esaltazione e forza ma, quando il furore ha un inevitabile calo, la caduta è altrettanto fragorosa e dolorosa.

3) Continuare a cercare colpevoli, capri espiatori, creando attorno a tutto l'ambiente un clima negativo, contagia negativamente i giocatori, esattamente come è successo, in maniera diametralmente opposta, quando abbiamo conquistato il tricolore. Chi continua ad invocare Cardinale evidentemente capisce poco: negli sport americani ciclicamente si parla di rebuilding, cioè ricostruzione di una squadra-società. Si parte dalle finanze, si prosegue con le strutture e si termina con i giocatori. Chi crede che le campagne acquisti vengano prima della costruzione del nuovo stadio vive nel mondo delle favole".

L'esperienza di queste ultime settimane dovrà servire a tutti per non ricascarci più, aumentare gli sforzi, tornare ai livelli raggiunti in questi 3 anni. E migliorare ancora. Respiro il ritorno di Ibra anche soltanto per l'energia che torna a trasmettere.