Scena muta. Con il Lilla brutto testacoda: lezione di ritmo e intensità, ma il giocattolo non è rotto
Una serata balorda, percorsa da arsenico e vecchi fantasmi. Da cancellare con rabbia già domenica sera: delle 25 partite della serie questa è la indolore rispetto agli effetti che ha prodotto, la corsa in Europa League non è compromessa, andrà risistemata semmai la differenza reti facendo i punti che mancano per la qualificazione ai sedicesimi.
Primo tempo colloso e senza ritmo da parte dei rossoneri, al tiro solo in un paio di occasioni (una su punizione). Il Lilla è più tonico e mobile, arriva prima sulla palla, riparte velocemente, sfrutta gli esterni e le incursioni centrali senza creare pericoli particolari, ma apparendo più tonico e chiudendo bene tutti gli spazi. Romagnoli sbaglia in occasione del rigore, sebbene la concessione appaia davvero generosa per un arbitro che invece - in mezzo al campo - stava valutando diversamente l’intensità di tali contatti. Krunic all’ala è spaesato, Diaz tiene troppo palla, gli spagnoli fumosi e imprecisi. Il Milan soffre in mezzo e crea poco.
Nella ripresa dentro subito Calahnoglu e Leao, ma dopo un’occasione per Kessie arriva il raddoppio francese con un tiro che inganna Donnarumma, tradito dal rimbalzo e costretto a una mezza papera. I rossoneri non danno l’impressione di saper rovesciare lo spartito: mancano ritmo, intensità e idee. Lo 0-3 dello scatenato Yazici (tripletta) mette in ginocchio la capolista che non trova proprio il bandolo della matassa. La difesa è alta e larga, il centrocampo sfilacciato: si rischia l’imbarcata. Pioli chiama in campo Rebic e Bennacer, la squadra si scuote un filo ma è troppo tardi. Lo scoramento è palpabile, nello stesso Ibra che esce anzitempo sembrando ripetere un ritornello che nessuno sta mandando a memoria.
Archiviare presto una notte storta, mai raddrizzata, adesso, ma senza isteria o processi sommari: ci sono tutte le condizioni e le premesse per riprendere la rotta, senza perdere - oltre a una partita - le certezze acquisite in questi mesi. Pioli aveva sempre parlato di difficoltà che sarebbero arrivate: tra Udinese e Lilla l’involuzione è stata evidente. Adesso si può, e si deve, ripartire col Verona.
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