The Kolors, la Vibora, il King, i TUM, Maldiners contro tutti: tre mesi di delirio, ma ciò che conta davvero è solo il Milan. Son già partiti tutti a guardarci in casa: ci temono

The Kolors, la Vibora, il King, i TUM, Maldiners contro tutti: tre mesi di delirio, ma ciò che conta davvero è solo il Milan. Son già partiti tutti a guardarci in casa: ci temonoMilanNews.it
lunedì 4 settembre 2023, 00:00Editoriale
di Pietro Mazzara

Sono le 00:48 del 2 settembre quando qui su MilanNews. It abbiamo fatto l’ultimo lancio di mercato della sessione estiva ovvero il passaggio di Fode Ballo-Touré al Fulham. Dopo che Gigio Torre ha premuto conferma su quella notizia è come se per un attimo si fosse fermato tutto. Per qualche secondo, fissando lo schermo dell’iPhone, ho ripensato a cosa abbiamo raccontato e vissuto da giugno a settembre. Tre mesi di delirio assoluto, partiti con il botto clamoroso del licenziamento di Paolo Maldini e Ricky Massara da parte di un Gerry Cardinale lucidissimo nel prendere la sua decisione, per debellare – da proprietario – una situazione velenosa che si era ormai creata dentro il Milan, ovvero il mostro a due teste che poi ha portato anche alla spaccatura tra i “Maldiners” e chi invece ha voluto guardare e trarre le sue conclusioni sul lavoro svolto da Giorgio Furlani, Geoffrey Moncada e Antonio D’Ottavio in questa nuova fase del Milan in salsa Yankee.

Ed è stato pazzesco come la hit dell’estate, ovvero Italodisko dei The Kolors, sia diventata la vera e propria colonna sonora del mercato milanista. Il ritornello “Questa non è Ibiza” è risuonato in ogni dove, specialmente durante gli arrivi dei giocatori al Milan. I riferimenti ai week end sulla Isla da parte di Maldini erano chiari ed evidenti, ma ormai quello è il passato nonostante una frangia di tifosi abbia continuato, anche durante questo mercato, a tenere il punto aprioristico contro chi opera oggi per il club. Sia chiaro, Maldini e Massara così come il trio attuale hanno cercato di operare per il bene del Milan, ma con strategie e concezioni diverse. A giugno, quando il Milan molla Thuram davanti alla richiesta di 6.5 milioni di stipendio, sono circolati giudizi poco edificanti – da parte di alcuni addetti ai lavori – sui nostri dirigenti. Oggi non li sbeffeggiano più, perché il Milan ha anticipato ancora una volta i tempi e si sta mettendo in posizioni di vantaggio che gli altri non riescono a emulare. Conti in ordine, cessioni a peso d’oro come quella di Tonali per andare a dare linfa fresca a un mercato che ha rivoluzionato la rosa a disposizione di Pioli. Qui, anche grazie a Mark su Twitter, è iniziato il tormentone del “Tum” Pellegattiano relativo ai nuovi acquisti. E’ stata una ventata di simpatia e leggerezza che si è poi trasformato in un trademark come il suo spazio, nel quale sono intervenuto spesso e volentieri per confrontarmi con chi ne avesse piacere.

“Il colpo della Vibora” (copy Tecatito), “King Giorgio”, “I tre chef”, “Let them cook”. Sono solo alcune delle catch phrase che sono state coniate nel corso delle settimane per esaltare il lavoro del Milan sul mercato. Ora la palla passa al campo, ma giuro che non ricordo una sessione estiva così estenuante, esaltante e ricca di cose da raccontare. Anche scomode, per gli altri, come il pezzo su Pedro Pinho e la sua apparizione dentro la trattativa Taremi che Record, seppur non nominandoci, ha citato come “J’accuse” verso l’uomo di fiducia (e non solo…) della famiglia Pinto da Costa.

Son già due settimane che tutti eh, ma proprio tutti, son tornati a fare i moviolisti delle partite del Milan. Interisti (avvelenati), napoletani, juventini: tutti. Non manca nessuno all’appello nel passare al setaccio gli episodi, fino ad ora ritenuti tutti congrui dall’AIA, sui tre rigori che sono stati concessi al Milan, che hanno fatto passare in secondo piano un aspetto evidente a tutti. Il Milan è forte, gioca benissimo, ha una rosa ampia e completa. Siamo temuti. Meglio così.

Della procura federale e della sua indagine sul coro dei giocatori del Milan contro la Juventus non parlo nemmeno.