Tre motivi per spiegare lo 0 in Champions. Niente alibi ma la questione arbitri c’è. Perché uscire dalla coppa non è un disastro

Tre motivi per spiegare lo 0 in Champions. Niente alibi ma la questione arbitri c’è. Perché uscire dalla coppa non è un disastroMilanNews.it
giovedì 21 ottobre 2021, 00:00Editoriale
di Franco Ordine

Ibra non fa sconti a nessuno. “La più brutta partita delle tre” sentenzia e non si può che essere d’accordo con Zlatan. Per sé stesso aggiunge: “Arriviamo, la corsa non finisce stasera”. Ecco allora lo spunto dal quale è lecito partire prima di liquidare lo 0 in classifica e soffermarsi sulla vicenda arbitri. Non si costruisce una squadra da Champions con molti debuttanti dopo tre turni: sarebbe da superficiali o peggio ancora da arroganti. Ci vogliono anni come dimostra, per esempio, il cammino dell’Atalanta. Lo fai passando attraverso anche queste prove. Laprestazione in Portogallo ha denunciato un deficit fisico oltre che tecnico al cospetto di rivali che possono esibire presenze a doppia cifra in questa competizione: ecco la prima differenza da mettere in conto. Può darsi anche che ci sia stata una flessione dovuta al fatto che- per via delle assenze cdei turni precedenti- alcuni hanno dovuto giocarle tutte. Un esempio su tutti: Tomori. Mai visto così appannato e in difficoltà, specie dopo il giallo incassato nei primiminuti che l’ha mandato in crisi. Poi c’è la questione tecnica: e qui la spiegazione è ancora più semplice. A livello internazionale Krunic è indietro, molto indietro, Giroud e Ibra sono sempre alla ricerca della migliore condizione. E Calabria, da solo, non può reggere tutta l’impalcatura come gli è capitato a Oporto.

Passiamo alla spinosa questione arbitri. Paolo Maldini e Stefano Pioli meriterebbero l’oscar per le dichiarazioni sul punto. Una sola volta il tecnico si è spazientito ed è avvenuto con l’Atletico per il doppio danno subito dall’arbitro turco. Niente alibi e nemmeno proteste pubbliche che non servono a nulla. Anche in Italia, a dire il vero, come dimostra la sequenza Atalanta-Verona, le decisioni recenti vanno in una certa direzione. Intendiamoci non c’è nessun complotto da svelare e nemmeno polemiche da alimentareperché qui il problema numero uno è il ridimensionamento in atto dell’intervento del var e riguarda tutto il campionato. Ma è bene tenere gli occhi aperti perché ai tempi belli anche uno-due-tre errori non riuscirono a frenare la marcia degli Arrigo boys, mentre ora si gioca su un sentiero più stretto.

Stefano Pioli (auguri per il suo compleanno) è persona saggia e sa perfettamente che soltanto recuperando i migliori, senza spremerli per necessità, è possibile mantenere l’attuale media punti in campionato. Già perché al di là di qualche riferimento storico (all’Atalanta partita da 0 e poi capace di qualificarsi nelle ultime tre partite) fatto apposta perché non si ripeta, io non credo che sia poi un disastro uscire dal girone da ultimo. L’anno scorso, perché sia chiaro, l’evento consentì all’Inter di Antonio Conte di dedicarsi completamente al torneo e di arrivare davanti con un bel vantaggio rispetto alla concorrenza. Mi ripetono voci interne che il Milan ha un solo nemico: gli infortuni. Già è stato condizionato in maniera pesante perché rinunciare a Maignan per 3 mesi lascerà comunque qualche segno lungo la strada. Ma l’importante è che tutto il resto sia all’altezza. Perché ad esempio l’ingresso di Bakayoko al posto dello spolpato Tonali ha già dimostrato che può tornare utile, molto utile da qui alle prossime