Turnover con gli uomini contati. Differenze tra Europa e Italia. Maignan il più grande. Osimhen e arbitri, rossoneri in credito

Turnover con gli uomini contati. Differenze tra Europa e Italia. Maignan il più grande. Osimhen e arbitri, rossoneri in credito MilanNews.it
venerdì 14 aprile 2023, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Meglio senza che con la palla. Empoli e Napoli sono state partite simili da questo punto di vista. In campionato, nessun tiro e nessuna occasione per i toscani, ma pochezza imbarazzante dell'attacco rossonero nel primo tempo seguita da una foga compulsiva nella ripresa, con i varisti incoerenti nel vedere e non vedere il braccio di Giroud e il fallo di Fazzini su Hernandez. In Champions, supremazia partenopea nel possesso palla e nelle occasioni, ma controllo in contenimento della gara con difficoltà enormi nell'uscita dal basso e nella costruzione in avanti, specie nella ripresa quando ricordo un solo tiro in porta di Leao. Forse inconsciamente consapevoli di questo limite, generato anche dalla grande pressione di Elmas (ha detto bene Spalletti, e ci mancherebbe: è il suo mestiere...), i rossoneri hanno lasciato lì l'occasione di azzannare il Napoli nell'ultimo quarto d'ora, con l'avversario in 10 e il giallo a Kim, rischiando anzi quasi più che nei precedenti 30' del secondo tempo. 

Servirà una qualità ben diversa martedì prossimo, per non limitarsi ad aspettare perché un gol al Maradona renderebbe la strada agli azzurri in salita verticale. Quello dev'essere l'obiettivo: segnare. Il problema è che di mezzo c'è una squadra tra le più in forma del campionato, un Bologna che - sia pure senza Orsolini e Soriano - è libero di testa e in fiducia totale. Per recuperare le molte energie fisiche e mentali profuse mercoledì in un San Siro come al solito europeo nei colori e nel calore, serve per forza un turnover massiccio senza se e senza ma. Il fatto è che le alternative affidabili sono poche, pochissime: Kalulu, Thiaw, Saelemakers, Ibrahimovic, magari Messias, forse Pobega. Pioli ha avuto poco o niente da Vranckx, Adli, DeKetelaere, soprattutto Origi e Rebic copie sbiadite e involute dei loro originali. 

Avevamo parlato nel pre-partita di Empoli delle grandi responsabilità dell'allenatore nell'effettuare un ricambio così massiccio tra una gara e l'altra, soffermandoci però soprattutto sulla responsabilità dei giocatori: sono loro a dover sfruttare le occasioni. Con tutto il rispetto, come ha scritto Minoli sulla "Gazzetta dello Sport", se non fai turnover a San Siro contro l'Empoli, quando lo fai? Purtroppo però Origi-Rebic fu anche la coppia di attacco a Cremona dove pure finì 0-0, non chiedetemi perché: non so rispondere.  

C’è anche una differenza sostanziale tra campionato e Champions: in Italia il Milan è discontinuo nella mentalità e negli atteggiamenti, in Europa solido e determinato come nella stagione dello scudetto. La fame può questo e altro. 

Mike Maignan ha compiuto mercoledì almeno 3 parate gigantesche, per istinto, coordinazione ed esplosività. Lui è un calciatore che gioca per caso tra i pali, dove pure è fortissimo. Per interpretazione moderna del ruolo, con i piedi e con le mani, è in assoluto il migliore del mondo in questo momento, con il secondo (per me Courtois) distanziato di qualche lunghezza. Il suo intervento su Di Lorenzo nel finale equivale a un gol, nella costruzione dal basso è spesso meglio dei compagni di campo, quanto meno più disinvolto nel passaggio corto come nel rilancio lungo.

Sebbene apparentemente distratto e senza avere bene la cognizione di dove fosse, intento com'era a guardare in alto e calciare l'aria per il disappunto (questo almeno mi è parso rivedendo le immagini) dopo il gol sbagliato di un soffio, a stretti termini di regolarmente Leao andava ammonito per aver dato una pedata alla bandierina e averla mandata in mille pezzi (ma era di cartapesta?). Non si può però circoscrivere una partita a quell'episodio. Un fallo da rigore su Krunic e il presunto cattivo funzionamento del VAR sono eventi assai più incisivi…

Quanto alle decisioni arbitrali in Champions, il Milan - e Spalletti lo sa bene - in queste ultime 2 edizioni è in ampio credito, ma molto ampio. Se parliamo delle assenze di Osimhen e al limite di Simeone, invece, le recriminazioni neanche troppo insistite del tecnico napoletano hanno libera circolazione, ma anche in questo caso non è certo Pioli a doversi ritenere fortunato: da 3 anni la sua rosa è costantemente in emergenza e nel girone di andata è l'unico rimasto in scia del collega, nonostante gli mancasse un'intera fascia, quella destra, e a intermittenza molti altri giocatori. In questo calcio serrato gli acciacchi vanno e vengono e in Europa vale la stessa regola non scritta di Mondiali ed Europei: spesso fa meglio del più forte semplicemente chi arriva al traguardo in buona salute.