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Tognazzi: "Mi aspettavo che con il Milan in vetta sarebbero tornate le polemiche. Grande lavoro della dirigenza"

ESCLUSIVA MN - Tognazzi: "Mi aspettavo che con  il Milan in vetta sarebbero tornate le polemiche. Grande lavoro della dirigenza"MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 31 gennaio 2021, 16:45ESCLUSIVE MN
di Pietro Andrigo

Celebre attore italiano e verace tifoso milanista, Gianmarco Tognazzi sprigiona una passione pura e un’incredibile lucidità di analisi quando parla dei colori rossoneri e non solo. La redazione di Milannews.it lo ha contattato per commentare le ultime vicende del Milan, sia di campo che extracampo. Queste le domande e le risposte:

Restiamo sulla cronaca recente con l’episodio tra Ibrahimovic e Lukaku che ha infiammato il derby di Coppa Italia. Parte dell’opinione pubblica Italiana si è schierata contro Ibrahimovic definendolo ‘razzista’. Non si starà esagerando?

“Non è che si sta esagerando è che da tempo, nel nostro paese, si trova qualsiasi pretesto per creare polemica sterile che va oltre la ragionevolezza. Non è un problema che riguarda né Lukaku, né Ibrahimovic ma le considerazioni giornalistiche che lasciano il tempo che trovano. Non si tende a contestualizzare le cose ma a enfatizzarle. Queste cose trascendono nel ridicolo. La definizione razzista non deve nascere ogni volta che due persone si insultano. Ci può essere un’antipatia tra giocatori e moltissimi ex calciatori lo hanno affermato dicendo che sono cose che succedono in campo. L’episodio dell’altra sera mi è dispiaciuto. La reazione di Ibrahimovic è scatenata da una reazione di Lukaku. Doveva lasciare la tensione agli altri. Lukaku si innervosisce per una spallata di gioco e da lì si innesca un’alzata dei toni che non è stato proficuo per la squadra. Mi dispiace che Ibrahimovic, che aveva questo temperamento 10 anni fa, con questo comportamento è venuto a meno all’impeccabile comportamento che aveva avuto dal suo ritorno al Milan. Mi piace più l’Ibrahimovic saggio che quello visto, in quella sola occasione, in cui è stato squilibrato. Questo’ anno è stato sempre un giocatore saggio, capace di caricare l’ambiente ma anche di portare calma e ha perso la bussola un po’ inspiegabilmente. Capisco se il Milan fosse stato sotto 1-0 ma non se si è in vantaggio. E’ caduto nel giochino della polemica che è diventato scontro e che favorisce chi è più nervoso ovvero Lukaku. Ibrahimovic ha fatto bene a scusarsi per il suo errore perchè ha messo in difficoltà la squadra a livello mentale."

Nell’ultimo periodo sono arrivati anche molti attacchi al Milan come squadra che ha molti rigori a favore o come una formazione che è prima in classifica un po’ casualmente. Come interpreti questi interventi?

“E’ quello che succede sempre quando una squadra non è più una variante di un periodo ma diventa una certezza. Questo vale per tutte le squadre che sono al vertice. Questo è un paese che ti fa i complimenti ma al tempo stesso surriscalda l’ambiente. La pressione sui giocatori è legata anche a questa cosa. Poi è normale che noi milanisti vediamo delle contraddizioni tra le dichiarazioni di Rizzoli e quello che viene poi interpretato in campionato o su episodi simili. La polemica sui rigori del Milan tirata fuori ad arte dai concorrenti. Il calcio, in generale, è diventato questo senza averne bisogno. Mi aspettavo che se il Milan fosse tornato a diventare una squadra che dava fastidio, sarebbero tornate le polemiche. Questo capita a tutte le squadre.”

Il Milan a gennaio ha perso l’imbattibilità con la Juventus e poi ha subito due sconfitte con Atalanta e Inter. Quali sono i fattori positivi che può trarre da queste partite?

“Il Milan ha perso in tre modi diversi con la Juventus, con l’Atalanta e con l’Inter. Ha perso in tre situazioni diverse ma tre situazioni abbastanza prevedibili. Con la Juventus abbiamo giocato in una situazione rimaneggiata e con una prestazione opaca di alcuni singoli. E’ chiaro che ci poteva essere questo rischio ma dopo mesi ci sta che ci possa essere una prestazione del genere contro poi una squadra che ha imbeccato una prestazione incredibile. Con l’Atalanta giochi male, snaturandoti e gli errori sono stati collettivi. L’approccio alla partita è sbagliato e la cosa che è dispiaciuta è stata perdere non giocando. Con l’Inter invece è una partita che in qualche modo ha fatto perdere il controllo della situazione senza un motivo. Con l’Inter si è persa una partita in cui si era in vantaggio, in cui aveva prodotto alcune occasioni e che aveva riportato il gioco del Milan. Le tre partite perse sono tre delusioni che derivano da situazioni diverse. La prima la giustifichi, la seconda rimani squassato ma vedi che c’è un black-out generale ma la terza la perdi tu. Sorvolando i singoli e discutibili episodi, come il rigore di Barella che non c’era, il Milan l’ha persa per il nervosismo. Ci sono alcune vicende arbitrali che sono difficili poi da capire perchè non sono direttamente proporzionali ad altre cose che succedono con lo stesso arbitro. Ma questo vale per tutti. Dispiace poi essere usciti dalla Coppa Italia ma se dovevo scegliere un periodo di flessione, perchè è normale che ci sia, se questo è il dazio che dovevamo pagare sono contento di averlo pagato adesso.”

Nella partite che abbiamo recentemente perso ci sono state assenze importanti come quella di Calhanoglu. Si può considerare il Milan dipendente dalle recenti prestazioni del turco?

“No, il Milan non è dipendente da nessuno. E’ dipendente da sé stesso. Tutti i giocatori che hanno caratteristiche così particolari non hanno sostituti veri e propri. Il Milan ha una serie di contingenze che gli ha tolto giocatori importanti per un lungo periodo di tempo. I sostituti di Calhanoglu sono giocatori molto giovani come Brahim Diaz e Daniel Maldini, calciatori che hanno caratteristiche diverse da lui. E’ chiaro che è un’assenza che conta in partite così importanti. Le valutazioni non sono così schematiche ma è chiaro che un giocatore come Calhanoglu dà un grande apporto. Il problema del Milan che ha avuto l’assenza contemporanea di 4-5 titolari o di giocatori che stavano incominciando a prendere ritmo e vengono fermati dal Covid-19 o da squalifiche. Guardando alle partite giocate quest’anno il Milan ha potuto disputare solo tre partite con la formazione titolare venendo meno a una continuità di uomini importantissima. Nonostante questo grazie al 110% di tutti i giocatori sono stati raggiunti certi risultati. In un’emergenza a catena tutti i recuperi sono importanti ma bisognerà avere pazienza. Il Milan è una macchina che per ritrovare i suoi giri ha avuto alcuni inciampi ma questo è fisiologico.

Il mercato di gennaio del Milan ha portato acquisti che puntellano La Rosa. Che cosa dichiara una campagna acquisti così e quale è il tuo giudizio su Mandzukic?

“La dirigenza ha trovato la quadra da quest’estate in cui si è trovata unione di intenti e in cui ha saputo gestire coerentemente diverse situazioni. Dispiace per Conti e voglio fare un plauso a lui e a Musacchio che lasciano il Milan con la tristezza nel cuore. Questo è un attestato di quello che noi siamo e i tifosi dovrebbero ricordarselo quando sono felici di un calciatore che lascia il Milan. Hanno fatto uscire alcuni giocatori e hanno preso innesti importanti. Prendere un giocatore come Mandzukic va a implementare una carenza di centimetri davanti senza Ibrahimovic. Giustissimo la cessione solo in prestito di Colombo per farlo crescere e aspettarlo. In uscita le operazioni sono state fatte in maniera coerente. In entrata invece sono stati inseriti Tomori e Meitè che formano con Mandzukic un mercato coerente. L’unica carenza, probabilmente, è quella di non avere un reale vice Theo Hernandez e che probabilmente necessiterebbe di qualche occasione per rifiatare. Il mercato del Milan, quindi, mi sembra coerente con i diktat del momento e della società. A differenza delle critiche che ho fatto alla proprietà, il mercato di gennaio ha portato rinforzi importanti. Si fa quello che si può fare per dare qualcosa in più. Meite ha fatto un po’ di fatica rispetto a Cagliari ma nella sua posizione a centrocampo può riprendersi. Mandzukic entra in campo con l’Atalanta con grande spirito e poi ha la sfortuna di farsi male subito. Tomori è entrato in campo inaspettatamente e dà ottimi segnali di presenza.  Ha dato subito una grande impressione. E’ vero che non c’è Kjaer ma è un giocatore che mi dà la fiducia che la difesa possa reggere ugualmente. Dà dei segnali alla Kalulu, un giocatore che fa exploit in varie zone del campo con grande personalità. E’ un giocatore su cui mi permetto di sbilanciarmi."