G.Galli e il Milan di Sacchi: "Facile giocare con quella difesa? Sì, ma all'inizio abbiamo dovuto imparare qualcosa di nuovo"
Giovanni Galli, ex portiere rossonero, ha rilasciato queste parole al canale YouTube di Carlo Pellegatti:
Il portiere come si trova con Sacchi? "Avevo già una certa predisposizione, mi conosceva perché era stato un anno nella Primavera della Fiorentina. Sapeva che spesso stavo fuori dall'area di rigore, con Arrigo dovevi stare attento e concentrato perché un rinvio lungo avversario poteva diventare pericoloso. Dovevi essere attento, presi tanti senza voto al Milan ma Arrigo mi fece i complienti perché mi vedeva applicato, dentro la partita. Qualche parata ogni tanto poi riusciva anche a me".
Sulla difesa: "Era una difesa in crescita, Costacurta aveva 19 anni, Maldini anche, circa. Ragazzi che stavano crescendo, maturando. Facile giocare con quella difesa? Sì, se guarda la carriera che hanno fatto, ma all'inizio dovevamo imparare qualcosa di nuovo. Tassotti si è trasformato, al Milan arrivò con Liedhom e iniziò ad applicarsi sulla tecnica di base, con Sacchi divenne un martello. Arrigo lavorava per il gruppo, in funzione della squadra ma con un'applicazione sui singoli e sul reparto. Eravamo organizzati, avevamo fiducia lo'uno dell'altro, sapevamo i movimenti da fare e ci muovevamo in funzione del movimento. Baresi era il leader, dettava la linea e io dovevo fare le stesse cose. Quando dovevamo alzarci lo facevo anche io, bisogbava essere attenti Era piacevole, divertente. Sacchi spesso lo ricorda, ci faceva fare dieci contri cinque e non riuscivno a tirare in porta. Lì poi c'erano Van Basten, Gullit, non giocavamo contro la Primavera".
La parata su Rush e quella su Careca: "Giocando in quella maniera a volte subivamo, con Rush successe due volte in quella partita. Come arrivò sulla palla, io ero preparato a chiudere lo specchio. L'altra la rividi un po' di tempo fa, sono in ginocchio e rilancio immediatamente, questo era quello che voleva Arrigo. Eravamo una grande squadra difensiva, difendevamo 20 metri lontani dall'area di rigore. Quando recuperavamo palla avevamo poco tempo per attaccare, all'epoca tutti si difendevano al limite dell'area di rigore. Arrigo ci ha spostato avanti, rimanendo compatti, corti, recuperando palla e ripartendo in velocità".
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