LA LETTERA DEL TIFOSO: "Mutazione genetica" di Samuele

In questo momento è del tutto normale che Covid19 sia al centro di quasi tutti i nostri discorsi, ma il cuore non si ferma...e continua a battere rossonero! E dunque eccoci a parlare di Milan, per evidenziare come l’ennesima ripartenza da zero preoccupi non poco noi tifosi. Nell’ultimo anno e mezzo sono state fatte cose buonissime e anche errori, almeno a guardarli con il senno del poi (esercizio sempre antipatico nei confronti di chi ha lavorato in mezzo a mille difficoltà - budget, visioni differenti con AD e proprietà, FFP e una squadra che - diciamocelo - non esercita più sui giocatori l’attrattiva di un tempo). Forse il peccato originale è stato non insistere con Ibra a gennaio 2019 e soprattutto non sostenere Gattuso nell'ultima parte della stagione e “lasciarlo andare”. Quel Milan, squadra piena di contraddizioni (frutto soprattutto dall’insensato mercato di Mirabelli - perchè non se ne sta un po' zitto?!) è stata la cosa migliore vista a San Siro da anni, un nuovo inizio, che aveva dato fiducia, una gruppo in corsa fino all’ultimo minuto per un posto in Champions, con grande merito di Rino, come tutti hanno riconosciuto. Poi un mercato difficile e incompleto, Gianpaolo (un disastro) e la decisione, coraggiosa e azzeccata, di sostituirlo quasi subito. I miglioramenti con Pioli (e soprattutto Ibra) e la crescita di ottime intuizioni di mercato del duo Maldini-Boban (Theo, Bennacer e Rebic), che potevano far ben sperare per il futuro assieme alla consacrazione di Romagnoli e del prodigioso Donnarumna e all’affacciarsi in prima squadra di altri talenti (Gabbia e Maldini). E invece niente, tutto azzerato! Boban cacciato, Maldini quasi, allenatore straniero, AD straniero e distante, proprietà pure...e rischio smobilitazione (Donnarumma, Bonaventura e Ibra lontani, Romagnoli chissà).
Ma a ben guardare la cosa più profonda è che al Milan è in atto una vera mutazione genetica: quando sarà completata il Milan non sarà più lo stesso, sarà diventato un’altra cosa. Quando diciamo Milan cosa ci viene in mente? Rivera, il Milan di Sacchi e degli Olandesi, Ancelotti che schierava Pirlo-Seedorf-Rui Costa-e 2punte, le notti di Champions in primavera (quando il Milan c’era sempre), le goleade contro Real, Steaua, Barca, Manchester, la miglior squadra italiana in Europa (con buona pace dei triplete e dei mille tentativi juventini), il blocco italiano, la favola dei Maldini, una dirigenza compatta e capace di visione ed innovazione, ecc..
Beh...tutto questo resterà un ricordo. Tutti stranieri (proprietà, AD, dirigenti, allenatori e giocatori), giocatori giovani e a basso costo per generare plusvalenze e garantire l’investimento..perciò niente vittorie, niente Champions, niente di niente. Neppure un gruppo italiano in cui identificarsi. Unaa società che avrà perso la sua identità e capacità di far sognare. Una società di calcio è un business particolare: deve si generare profitti, ma il criterio economico non è l’unico, ci sono di mezzo emozioni, sogni, cuore. I miei figli hanno 8 e 10 anni e sono milanisti orgogliosi, quasi gli unici in tutta la scuola..Come faccio a dire loro che il Milan, quel Milan che ho spesso raccontato, forse non esisterà più?! Come potremo tornare a sognare? Con un imprenditore italiano, illuminato ed appassionato? Altrimenti ben venga lo straniero, ma con una visione all'altezza, una dirigenza compatta e almeno in parte italiana, con qualcosa di milanista e soprattutto con pienissimi poteri!
Samuele

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