Caos ripartenza, i 5 motivi di discussione sul protocollo della FIGC

Sulle pagine de La Gazzetta dello Sport vengono analizzati i cinque motivi di discussione sul protocollo della FIGC:
1 - Gruppo squadra: ne fanno parte giocatori, allenatori, massaggiatori, fisioterapisti e altri componenti dello staff che lavoreranno a stretto contatto da lunedì. Tutti, 72-96 ore prima degli allenamenti, devono essere sottoposti a visita clinica più tamponi Covid e test sierologici. Chi è positivo viene allontanato dal gruppo. I tamponi sono a spese dei club.
2 - Nodo reagenti in Lombardia: il problema della reperibilità dei reagenti per i tamponi, soprattutto in Lombardia, c’è. I club si stanno attrezzando e oggi iniziano gli esami.
3 - I medici controllano tutti: i responsabili medici dei club hanno il compito di monitorare il gruppo durante il ritiro, con il controllo giornaliero della temperatura e degli altri sintomi, e di dare indicazioni sui comportamenti da adottare. Il protocollo Figc prevede anche che le misure della quarantena volontaria di due settimane devono essere rispettate «stringentemente» sotto la responsabilità del medico
del club. È il passaggio che preoccupa gli staff sanitari della A: ai medici viene riconosciuta una sorta di responsabilità illimitata, senza scudo in caso di positività di un componente del gruppo squadra.
4 - 14 giorni di clausura: le indicazioni contenute nel protocollo Figc riguardano le prime due settimane di allenamento in gruppo chiuso, con possibile estensione alla terza. Le squadre, cioè, devono creare attorno a sé una bolla per provare ad allontanare i rischi del contagio. Come? Restando in quarantena volontaria.
5 - Solo dopo una settimana schemi e partitelle: Gli allenamenti nei primi 14 giorni sono divisi in 2 fasi: nella prima si continua col lavoro individuale e si inizia con la tecnica individuale e di gruppo, con 7-8 giocatori. Allenatore e staff devono avere mascherina e guanti e tenere una distanza minima di 2 metri l’uno dall’altro; sarà limitata la palestra e anche qui si lavorerà a 2 metri di distanza. La seconda fase, dopo l’esito positivo dei tamponi-test sierologici di controllo dopo una settimana di allenamenti, prevede che si intensifichi il lavoro tecnico: si provano gli schemi e si fanno le partitelle. A questo punto niente mascherine e guanti per allenatori e staff.

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