Il motto di vita di Tare: "Quello che per altri è la fine, per me è solo l'inizio"

Il direttore sportivo del Milan Igli Tare è intervenuto ai microfoni di Grida Duma per "Top Story", programma con il quale ha ripercorso parte della sua storia, dall'addio all'Albania ai suoi trascorsi italiani, prima da calciatore e poi da dirigente: "Sentivo che sarei passato dall'essere un calciatore ad un allenatore, come mi sentivo durante l'era comunista con i miei compagni di scuola, quando sedevamo al "Parku Rinia" e dicevo sempre loro che un giorno mi avrebbero visto in Serie A, nel campionato italiano. Mi dicevano sempre che ero pazzo e non mi credevano. Dopo 15 anni, ho incontrato per caso un mio amico che mi ha raccontato questo fatto. Credo che se hai un sogno, devi saper lottare e realizzarlo. Ho un'espressione che uso sempre: "Quello che per altri è la fine, per me è solo l'inizio"".
Cosa l'ha portata a lasciare l'Albania?
"Quelle che erano le idee degli anni '90. Il mio desiderio di provare la mia carriera fuori dall'Albania era... Forse, nel corso degli anni, è stata un'idea sbagliata, forse ho scelto la strada più lunga, perché avrei potuto avere la migliore carriera in nazionale".

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