Albertini ironizza: "Il Milan attuale ricorda la conferenza di Conte di ieri"

Albertini ironizza: "Il Milan attuale ricorda la conferenza di Conte di ieri"MilanNews.it
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
lunedì 27 aprile 2020, 15:31Primo Piano
di Thomas Rolfi

Demetrio Albertini, ex centrocampista del Milan, ha parlato nel corso di una lunga diretta su Instagram insieme a Carlo Pellegatti. Il Metronomo rossonero ha detto la sua anche sui temi di attualità del Diavolo.

Su quando ne uscirà il Milan e tornerà ad alti livelli: "A mo' di battuta, parlando di attualità, potrei fare un paragone tra il Milan attuale e la conferenza di Conte di ieri sera, in cui non si capisce bene cosa si possa fare. La situazione al Milan mi sembra criptica. Mi auguro che presto ne esca il Milan, c'è qualcosa anche lì che forse va combattuto, anche se non so quale e come non essendo dentro. A parte le battute, ci vuole un progetto sportivo, perchè ogni anno si riparte da zero. Sembra che non ci sia una linea con un progetto condiviso. Come prima cosa questa, quando stabilisci un percorso non puoi fare un filotto e sperare che vada tutto bene, quindi devi saper gestire le critiche e le difficoltà nei momenti di crisi. Devi credere fortemente nella strada che intraprendi. A livello tecnico, dico che in Italia i giovani devono essere accompagnati da giocatori più esperti. Anche i giocatori bravi, se fai una squadra solo giovane, non riesci a costruirli".

Su Ibrahimovic e se deve restare al Milan: "Io lo dico, secondo me se Ibra rimane in un progetto di un certo tipo, potrebbe fare da chioccia per qualche altro centravanti, anche senza giocarle tutte da titolare. Io credo che le ultime partite del Milan non siano andate così male e ho visto giocatori che sono cresciuti. Io lo dico, quando giocavo con van Basten era più facile per me: il centrocampista avversario guardava più lui, perchè era preoccupato. Sembrano cose tecniche semplici, ma fanno la differenza. Devi cominciare a fare un mercato di pochi giocatori ma che consideri più bravi di quelli che hai. Secondo, non puoi pensare che le cose buone le fai solo con il mercato".

Se un allenatore straniero come Rangnick può funzionare al Milan: "Non è straniero o non straniero. E' il progetto di condivisione che serve. A me non dispiace Pioli, contestualizzando in questo momento storico del Milan. Noi all'inizio, quando arrivò Arrigo Sacchi, il Milan faceva fatica ad andare in Coppa Uefa. Serviva un allenatore che stressasse la squadra e la portasse oltre ai propri limiti. Quando è uscito il nome di Pioli come sostituto di Giampaolo, c'era una parte della società che diceva di sì e l'altra che diceva di no. Idem quando si parlava dell'arrivo di Ibrahimovic, una parte della società la voleva e l'altra no. Serve unità di intenti".