Bene le parole di De Ketelaere, ora il campo: il belga punta a diventare titolare già nel finale di quest'anno

Bene le parole di De Ketelaere, ora il campo: il belga punta a diventare titolare già nel finale di quest'annoMilanNews.it
© foto di © DANIELE MASCOLO
lunedì 27 marzo 2023, 20:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Onesto, molto, e anche ironico. Il De Ketelaere che ieri è stato intervistato da Het Laatste Nieuws non è caduto nel classico scivolone delle dichiarazioni dal ritiro della nazionale. Senza il "controllo" dei club spesso e volentieri le parole che arrivano dai ritiri delle varie selezioni non sono da zero a zero e non è raro che lascino trasparire malumori o incomprensioni. Poteva essere il caso di De Ketelaere, che sta vivendo un primo difficile anno a Milano, senza mai essere impiegato con continuità dall'allenatore, e invece non è stato così. Anzi.

Charles non si è nascosto, i primi mesi in rossonero sono stati "deludenti, anzi negativi. Sicuramente non erano le mie aspettative". Come mai? Ci sono motivi particolari? Il belga racconta: "Ci sono tanti motivi. Uno è l'ambiente, un livello di calcio superiore, l’adattamento a tante cose. La vita fuori dal campo". Ma il classe 2001 non si pente della scelta che in estate ha voluto fortemente, come ha confermato il suo ex allenatore che invece voleva portarlo all'Ajax, anzi: "Dopo un'ottima stagione con il Bruges e dopo il trasferimento al Milan, di cui non mi pento, avrei sperato di essere più importante di quello che sono stato finora".

Ci tiene anche a non far fraintendere le dichiarazioni del ct del Belgio Domenico Tedesco, che in conferenza aveva detto che staccare un po' dal Milan e sentire l'aria della nazionale non avrebbe potuto che fargli bene: "Sì, da una parte è vero ma non voglio vederlo in questo modo perché altrimenti può sembrare che non mi piace stare al Milan. E non è assolutamente il caso".
Per la prima volta esce un guizzo pubblico del ragazzo, sempre molto riservato e nei ranghi: "Di certo sento e apprezzo l’affetto e il sostegno dei miei compagni, ma non vorrei rimanere sempre in questa situazione: vorrei dimostrare che ho fame e che vivo per il calcio e per fare buone prestazioni. Non voglio che diventi un problema... Se dovessimo credere ai media sembra che ogni giorno arrivo a Milanello piangendo (ride, ndr)". Una piccola battuta che però fa capire che CDK è vivo. Effettivamente l'immagine di lui che al termine di Milan-Monza torna sconsolato negli spogliatoi invece di andare a salutare la curva con i compagni aveva dato l'idea di un ragazzo davvero in difficoltà, ma evidentemente c'è stata una reazione.

Reazione che dovrà arrivare anche sul campo, intanto lui capisce le differenze tra Belgio e Italia, "Il livello è superiore e c’è una intensità più alta. E' più difficile entrare nell’area di rigore dell'avversario. Il gioco è più tattico, bisogna essere più concentrati durante la partita. Anche durante gli allenamenti ci occupiamo di più di tattica rispetto a quello che facevamo in Belgio", e si è reso conto di dover prendere delle accortezze in più: "Credo che ultimamente sto curando il mio corpo di più in una maniera professionale. Prima e dopo gli allenamenti mi prendo più cura, più che ai tempi del Bruges e questo mi fa stare meglio. Faccio molta più palestra, sto attento al cibo". Atteggiamenti giusti, che possono far ben sperare che la strada ora sia quella giusta, in attesa di una conferma sul campo. Gol e assist che non arrivano "certo che pesano, non ha senso dire il contrario", ma lui assicura che "non mi lascerò mai trascinare dalle critiche negative così come non mi monterò la testa se un giorno si capovolgerà la situazione in positivo. Tanti compagni di squadra mi hanno consigliato di non leggere i giornali". Inoltre, la presenza di una figura come Maldini è molto importante, soprattutto quando le cose vanno meno bene: "Sta molto vicino alla squadra e ho un ottimo rapporto con lui come lo ha con gli altri giocatori, del resto. Ci parliamo (in Italiano) e mi fa sentire la sua fiducia. È una persona che rappresenta il Milan e il Milan è troppo importante per Maldini".

E quindi cosa manca? De Ketelaere è uno che davanti alle difficoltà scappa e molla? Lui assicura di no: "Cerco di finire la stagione lavorando ogni giorno il più duro possibile per poi riuscire ad ottenere un posto da titolare. Per il momento non penso ad altro". 

E il momento giusto può essere questo, visto che il Milan che va ad intermittenza in Serie A ha un grande problema offensivo, sia nel concretizzare e sia nel creare. La soluzione? Inserire un calciatore che nelle corde, ed è il motivo per cui è stato preso, ha il passaggio filtrante, l'imbucata, la scelta nella giocata in zone calde, il saper vedere e trovare spazi che altri in rosa non vedono. È arrivato il momento, questa volta sul serio, di inserire De Ketelaere in pianta stabile tra i 15-16 titolari e non relegarlo solo a spezzoni di 15-20 minuti nel finale di partita. Il giocatore ha tutte le qualità per imporsi, e a sprazzi l'ha fatto vedere anche in questi primi difficili mesi in rossonero. E chi pensa che il giocatore è solo questo qua dovrà ricredersi, presto o tardi. Perché chi l'ha visto e seguito anche prima che arrivasse al Milan, sa.