La cura Pioli per il rilancio totale di Calhanoglu, eppure per Giampaolo non era un trequartista

"Lui mi ha cambiato tanto, mi lasciato giocare come voglio, libero senza fare casino. Il mister parla con me sempre anche fuori dal campo, mi aiuta tanto e sono contento". Così Hakan Calhanoglu, intervistato da DAZN al termine di Milan-Bologna, ha parlato del suo allenatore, Stefano Pioli, unico in Italia in grado di innescare appieno il centrocampista turco. L'ex Bayern Leverkusen, con queste dichiarazioni, ha riassunto perfettamente quella che è stata la svolta, tattica e tecnica, legata soprattutto al posizionamento in campo: in queste stagioni abbiamo visto il classe '94 ovunque, ma mai in un ruolo nevralgico alle spalle del centravanti... E i risultati ora sono sotto gli occhi di tutti.
DAI PARADOSSI CON GIAMPAOLO ALLA RINASCITA CON PIOLI - Vincenzo Montella, primo tecnico italiano di Calhanoglu, iniziò ad utilizzarlo come mezz'ala sinistra con risultati tutt'altro che esaltanti. Le difficoltà iniziali di quel Milan probabilmente influirono sull'opinione pubblica, mai troppo morbida sul calciatore turco in questi anni. Con Gattuso le cose migliorarono: Rino lo schierò in una posizione più congeniale, quella di esterno offensivo, ma ancora lontana dalle sue caratteristiche tecniche. Il nativo di Mannheim se la cavò bene soprattutto quando coadiuvato da Jack Bonaventura, in una catena mancina che permetteva al turco di esprimersi con maggior libertà. La verità, tuttavia, è che il 4-3-3 limitava incredibilmente Calhanoglu e il Milan stesso, vista l'assenza di esterni di gamba che potessero "rompere" le difese avversarie con accelerazioni congrue. Il grande mistero però risale alla scorsa estate, quando Giampaolo cercava con insistenza un trequartista per il suo 4-3-1-2, tanto da adattare Suso con risultati tutt'altro che soddisfacenti. Il tecnico abruzzese disse questo su Calhanoglu, quando gli chiesero se il turco potesse giocare dietro le punte: "Il trequartista è un attaccante, non un centrocampista. È un giocatore che deve avere qualità". A distanza di mesi, dopo la rinascita per opera di Pioli, non si può non considerare paradossali le valutazioni effettuate la scorsa estate.
LA RESISTENZA DI GATTUSO E IL FUTURO - Calhanoglu, un po' come accaduto per Kessie, è finalmente diventato il calciatore per cui il Milan ha investito nell'estate 2017. Il turco ha pagato l'adattamento in un campionato diverso ma anche la schizofrenia che ha avvolto il club nelle ultime stagioni, tra cambi di proprietà, modifiche dirigenziali ed infiniti avvicendamenti in panchina. Il classe '94 ora è imprescindibile e lo sarà verosimilmente anche la prossima stagione con Ralf Rangnick, il quale provò a strapparlo al Milan nel gennaio 2019, annusando l'affare, ma Rino Gattuso si impuntò per evitare che fosse ceduto. Per fortuna hanno prevalso calma e pazienza e ora il Diavolo può contare su un giocatore davvero decisivo, autentico fattore nel 4-2-3-1 di Stefano Pioli.

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