Monte ingaggi: è tempo di alzare l'asticella e rompere il muro dei 4.5 milioni. Altrimenti i rinnovi saranno sempre un problema

Monte ingaggi: è tempo di alzare l'asticella e rompere il muro dei 4.5 milioni. Altrimenti i rinnovi saranno sempre un problemaMilanNews.it
© foto di www.imagephotoagency.it
venerdì 15 luglio 2022, 12:00Primo Piano
di Pietro Mazzara

La politica di risanamento dei conti avviata da Elliott nel 2018 ed entrata in scena, in maniera importante e incisiva 365 giorni dopo, sta arrivando a un bivio per quel che concerne la costruzione della squadra. Il Milan Campione d’Italia ha dato una scossa importante al sistema calcio, ma le rivoluzioni non si possono fare da soli. Vincere con un monte salariale da 79 milioni lordi è stato qualcosa di incredibile solo a pensarlo, eppure ci è riuscito segno evidente che la ricerca di calciatori giovani che possano diventare campioni con la tua maglia addosso è stata giusta. Il tutto condito dall’inserimento di alcuni giocatori d’esperienza che hanno saputo essere quel boost necessario alla maturazione dei giovani leoni. Ma la situazione, adesso, sta arrivando a un punto inequivocabile e che va affrontato ovvero il limite del monte ingaggi. Oggi lo stipendio massimo che il Milan ha scelto di corrispondere ai suoi giocatori ammonta a 4.5 milioni. Una cifra interessante, che diventa un limite quando quei giocatori che tu hai preso come giovani promesse diventano ambiti da top club europei.

Alzare la spesa con criterio
Chiariamo subito il concetto: non si sta dicendo che si debba sdoganare il liberi tutti e che si debba avere un costo del personale che torni a bruciare percentuali altissime degli introiti, ma si tratta di andare allo step successivo rispetto a quando prodotto fino ad oggi. Giusto non cedere alle cifre folli dell’affare Donnarumma per fare un esempio concreto, ma non è nemmeno pensabile che per quanto concerne il rinnovo di Rafael Leao si debba stare settimane intere a cercare di chiudere una forbice molto ampia tra la domanda da 7 milioni e l’offerta che, di parte fissa, è a 4.5 milioni. Per questa tipologia di calciatori, serve andare oltre quel tetto massimo. Perché così facendo, il Milan tornerebbe ad avere un maggior controllo economico sul cartellino del calciatore. Mentre al momento, con la contrattazione in standby, il pensiero più comune è il seguente: o rinnova o la prossima estate va ceduto per non perderlo a zero. Eccolo lì il timore, legittimo e giusto, del tifoso: perdere un calciatore forte a parametro ben sapendo che i cordoni della borsa per il mercato non sono così ampi come sognerebbe nonostante il Milan – in questo momento – sia l’unico dei top club ad avere una liquidità da immettere sul mercato senza la necessità di dover vendere un big, come invece sta accadendo sui lidi bianconeroazzurri.

Il progetto deve evolversi
Gli spifferi che arrivano da Casa Milan sull’argomento non sono molti, ma quei pochi che passano indicano come gli effetti della crescita economica del club si vedranno davvero nel 2023, quando impatterà il nuovo contratto Puma e probabilmente anche il rinnovo con Emirates, ma c’è bisogno di dare un segnale all’ambiente ovvero che il Milan non può e non deve essere una terra di passaggio, ma un porto sicuro nel quale poter continuare a crescere e vincere. E il momento di dare questo segnale, piaccia o meno, è adesso. Gerry Cardinale, che tra due mesi sarà il nuovo proprietario del Milan, è riuscito a trattenere Paolo Maldini dando continuità all’area tecnico-sportiva, adesso serve lo sforzo vero su Leao e gli eventuali “mal di pancia” dello spogliatoio potranno essere curati con nuove vittorie.