Non confondiamo gli Dei con i comuni mortali, grazie

Non confondiamo gli Dei con i comuni mortali, grazieMilanNews.it
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giovedì 23 giugno 2022, 18:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

L'Italia calcistica in queste ore è impegnata, giustamente, a commentare il ritorno del figliol prodigo Lukaku nella Milano nerazzurra. Dopo i 115 milioni pagati lo scorso anno dal Chelsea, quest'anno i Blues, sotto la forte spinta dell'allenatore Tuchel, hanno rispedito indietro l'attaccante come se fosse un pacco postale in prestito secco, in cambio di una cifra simbolica e lo stipendio pagato dalla società di Viale della Liberazione.

Cosa c'entra questo discorso su una testata come MilanNews, che si occupa delle tematiche della Milano rossonera, quella Campione d'Italia? C'entra, visto che l'Inter anche nella prossima stagione sarà la principale contendente per lo Scudetto dei rossoneri, quello che per entrambi vorrebbe dire seconda stella sulla maglia. I rivali di sempre quindi si rinforzano con il belga, in attesa di capire quali dolorose cessioni serviranno per raggiungere la cifra in attivo imposta dalla proprietà cinese, e preparano già il duello, anche mediatico, con Ibrahimovic. Un dualismo che nelle scorse stagioni è andato avanti, tra Romelu autoproclamatosi re di Milano e Ibra che gli ha ricordato che Milano non ha mai avuto re, ma solo un Dio. Tutte cose che rendono ancora più piccante uno dei derby più sentiti d'Italia, che dall'anno scorso ha guadagnato un nuovo mattatore: Olivier Giroud. Il francese è sicuramente molto meno mediatico e più pacato dei due pesi massimi, ma la sua girata su de Vrij e la conseguente linguaccia sono già entrati di prepotenza nella storia dei Derby della Madonnina.

Lukaku quindi il prossimo anno dovrà vedersela prima con Olivier, che è arrivato in rossonero con l'idea dello Scudetto e snobbando anacronistiche superstizioni sul numero di maglia ha poi raggiunto il suo obiettivo con gol pesantissimi, e poi con Zlatan, che in questa stagione ha resistito per sei mesi con un ginocchio ormai fuori uso pur di dare il suo contributo alla squadra, in allenamento e in campo. Tanto ridotto nel minutaggio quanto immenso come significato: quello che Zlatan ha dato al Milan l'anno scorso è difficile anche solo da raccontare.

Piano quindi a programmare nuove incoronazioni e mettere a paragone Romelu e Zlatan: il confronto è inevitabile, per tante ragioni. Ma occhio ad andare oltre: le loro storie parlano, e lo fanno chiaramente. Uno è partito dalla Svezia e ha conquistato l'Europa, entrando di diritto nella leggenda del calcio mondiale, l'altro non è mai riuscito a ripagare le aspettative, se non sotto la guida di Antonio Conte, che si erano create su di lui, scappando spesso davanti alle difficoltà. Non a caso Ibra, capobranco e abile nel toccare le corde giuste, sempre tra la motivazione e la provocazione, ai tempi dello United fece una scommessa con il compagno di squadra Lukaku: "Allo United facemmo una scommessa”, ha rivelato lo svedese in un’intervista dell’ottobre 2019 alla Gazzetta. “'Ti do 50 sterline per ogni stop giusto. Lui: "E se li azzecco tutti, cosa mi dai?". Nulla, semplicemente ti rendo un calciatore migliore! Per la cronaca, non accettò mai. Forse aveva paura di perdere…”. 

Il tempo passa per tutti, anche per uno come Ibra, che ora è alle prese con la convalescenza e il recupero post intervento di ricostruzione del legamento del ginocchio. Il Milan lo aspetta per la seconda metà della prossima stagione: la Serie A tornerà ad avere in casa un duello fra due pesi massimi, con tifosi e appassionati già pronti a schierarsi da una parte o dall'altra. Ma per favore, non confondiamo gli Dei con i comuni mortali. Grazie.