Quella rossonera è tutto fuorché una "Maledetta Primavera"

Nel 1981 Loretta Goggi cantava al Festival di Sanremo Maledetta Primavera, canzone che ha scritto la storia della musica italiana. Questo titolo ci può permettere di giocare con le parole, anche perché di Maledetta (oltre che fallimentare) c'è la stagione della Prima Squadra e di Milan Futuro, non di certo quella della Primavera di Federico Guidi e Vincenzo Vergine, che ha dimostrato di essere un progetto valido, fatto di programmazione ma soprattutto conoscenza e rispetto di una categoria tutt'altro che semplice.
Tra le macerie c'è sempre un fiore che sboccia in Primavera
Casa Milan è (metaforicamente) circondata dalle macerie delle fallimentari stagioni della Prima Squadra e di Milan Futuro, esperimento veramente maledetto se si considera quello al quale la formazione di Oddo starebbe andando incontro, ovvero una storica, ma in negativo ovviamente, retrocessione diretta in Serie D. Tra tutte queste macerie, però, c'è sempre quel fiore che sboccia in Primavera, ovvero la squadra di Federic Guidi.
A differenza di quanto fatto in altri settori, in questo il Milan non ha sbagliato mosse e scelte, ed i risultati lo confermano. Una casualità? La proprietà ha deciso di puntare su gente che con i ragazzi ci sa lavorare ma che soprattutto ha esperienza, anche perché di meglio rispetto a Federico Guidi e Vincenzo Vergine, in circolazione, non si poteva trovare.
Certo, anche questo progetto ha vissuto momenti di difficoltà, ma c'è una cosa che l'ha contraddistinto rispetto agli altri due, ed è il percorso, sempre molto coerente ma soprattutto lineare, sul quale i due responsabili di questa U20 ci hanno creduto fin dal primo momento. E come anticipato i risultati parlano chiaro: sesto posto in classifica, in piena zona playoff scudetto, e finale di Coppa Italia.
Guidi più Vergine: la combo Finale
Federico Guidi più Vincenzo Vergine. È questa la chiave del successo del Milan U20, ovvero un binomio vincente che permetterà ai giovani rossoneri di giocarsi ad aprile, in piena Primavera (guarda un po' che casualità), un trofeo importante come la Coppa Italia. Ad inizio stagione mai nessuno si sarebbe aspettato soddisfazioni del genere, ma non perché gli elementi non fossero all'altezza, ma perché molto spesso passa in sordina il fatto che stiamo parlando della squadra più giovane della categoria, ricca di giocatori sotto età che ogni domenica scendono in campo da titolari e fanno la voce grossa, oltre che la differenza, con gente decisamente più esperta di loro.
L'esempio più semplice arriva dalla distinta dell'ultima semifinale di Coppa Italia. Mentre il Lecce era sceso in campo con tutti 2005, tranne due 2006, la formazione di Federico Guidi si presentava con quattro 2005, quattro 2006, due 2007 (Liberali, Sala) ed addirittura un 2008 (Longoni). Se poi si mettono a confronto le due panchine, non si può fare altro che ribadire ulteriormente l'ottimo lavoro svolto quest'anno dalle parti del PUMA House of Football.
La spensieratezza, ma soprattutto la convinzione di questo gruppo va sopra ogni cosa, ed è per questo che parte dei meriti vanno dati a Guidi e Vergine, che hanno creato una rosa giovane, forte, ma soprattutto credibile, fatta da ragazzi che hanno sposato fin da subito il progetto. Credendoci. Adesso la stagione potrà regalare tante soddisfazioni finali, con un trofeo in più da aggiungere ad una bacheca che può essere rispolverata dopo oltre 10 anni, quando delusioni, ma una cosa è certa: a questo gruppo di lavoro e ragazzi c'è solo da fare un grosso applauso, perché ha dimostrato di essere una Primavera tutt'altro che Maledetta.

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