Romagnoli, una prova d’amore rossonera: restare al Milan e diventare una bandiera

“In un calcio senza più bandiere”, quante volte abbiamo sentito questa frase? Tante, troppe volte e la causa è da ritrovare nell’assenza di giocatori capaci di donare la propria carriera alla causa di una sola squadra. Il calcio, si sa, è cambiato e l’ambizione di vincere grandi trofei unita a quella di strappare contratti economicamente importanti, sono diventati desideri proporzionalmente più intriganti rispetto a quello di conquistare l’amore eterno di una tifoseria o di una città. In questo senso è difficile per chiunque biasimare l’ambizione di vittoria o di guadagnare soldi per un giocatore che ha le possibilità e le capacità di farlo, al tempo stesso però è forte il desiderio di vedere un’eccezione anche tra i giocatori del calcio moderno. Questo strappo alla regola potrebbe essere rappresentato da Alessio Romagnoli.
SCALATA ROSSONERA - Romagnoli non è un milanista del primo pelo ma un amato figlio adottivo. Nato a Roma, cresciuto dalla Lupa giallorossa seppur di fede biancoceleste esordisce in Serie A nel dicembre del 2012 a 17 anni proprio contro il Milan: un segno del destino. Ceduto in prestito alla Sampdoria e autore di un’ottima stagione in blucerchiato con Mihajlovic, proprio il tecnico serbo decide di portarlo in rossonero nel 2015. A partire da quel momento Romagnoli compie una scalata incredibile nel mondo Milan: diventa titolare indiscusso, si guadagna prima l’amore e la fiducia dei tifosi con prestazioni da campione assoluto e poi successivamente anche quella della società che a 23 anni decide di affidargli la fascia di capitano. Mai una parola fuori posto, qualche normale errore cancellato tuttavia da una costanza di rendimento e di attaccamento alla causa rossonera incredibili.
UNA SCELTA DI CUORE - Sin qui nelle sue cinque stagioni rossonere Alessio Romagnoli ha vissuto diverse rivoluzioni, più precisamente 6 cambi di allenatori, quattro dirigenze e tre proprietà diverse. Per un amore per il Milan mai nascosto, il capitano ha dovuto affrontare diverse prove d’amore che hanno minato un rapporto forte. L’ennesima e attesa rivoluzione della prossima estate oltre alle tante voci di mercato sia italiane che straniere, in questo senso, potrebbero essere decisive nello strappare Romagnoli dal Milan a meno che il capitano rossonero non compia una scelta di cuore. Con un contratto in scadenza nel 2022, in caso di rinnovo con i rossoneri Romagnoli dimostrerebbe ancora una volta la volontà di poter essere un’alfiere della rinascita del Milan e conseguentemente mostrare come, anche nel calcio moderno, le bandiere hanno ragione di esistere.

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