Sala e WeBuild sulle orme di McCarthy: il nuovo San Siro 'non è uno stadio per poveri'

Sala e WeBuild sulle orme di McCarthy: il nuovo San Siro 'non è uno stadio per poveri'MilanNews.it
domenica 23 giugno 2024, 18:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Nella giornata odierna sono emerse le prime indiscrezioni del progetto di WeBuild presentato ai club venerdì ed ampiamente caldeggiato dall’attuale sindaco Giuseppe Sala, per la ristrutturazione di San Siro. A riportarle è il Corriere della Sera, che spiega come il focus sia sui cosiddetti “posti VIP”, spesso citati anche dal presidente del Milan Paolo Scaroni. Attualmente il Meazza ne ospita 2.900, nella visione di WeBuild il numero dovrebbe salire fino a 13mila per soddisfare le esigenze dei due club.

Qual è il piano? Abbattere e ricostruire completamente il primo anello (che a differenza del secondo non è bloccato da nessun tipo di vincolo) per andare a creare una doppia fila di sky box. Qui iniziano ad esserci le prime criticità, ed è sorprendente che non siano state prese in considerazione né dal sindaco e né da WeBuild: questi posti dedicati alla cosiddetta “elite” andrebbero dunque a collocarsi anche sotto le rispettive curve. Ai tempi della prima presentazione in Comune del progetto, eravamo a fine gennaio, l’architetto Giulio Fenyves non era riuscito a dare una risposta soddisfacente (clicca qui per le sue dichiarazioni in video) al quesito più che legittimo posto dal nostro inviato.

Poi, cosa succede a chi storicamente frequenta il primo anello, magari con un abbonamento che va avanti da anni? Non ci sarà nessuno tipo di obbligo di "sfratto", ma è logico pensare che l’innalzamento vertiginoso dei prezzi “scaccerà” via le persone normali. Infine, che destino spetterà agli spettatori portatori di handicap, che ad oggi hanno proprio il primo anello come posto riservato? Anche questo non è stato né accennato e né spiegato.

Quello di Sala e WeBuild diventerebbe quindi un San Siro interamente centrato sul utenti “premium”, relegando il resto del tifo al secondo e terzo anello, che dovrebbe essere completato rinunciando al tabellone che affaccia su via Piccolomini. Sarebbe interessante capire come possa essere garantito un lavoro del genere, visto che attualmente diversi settori del terzo anello risultato chiusi per colpa delle vibrazioni avvertite durante le partite. Senza parlare poi di vista, comodità, tra ginocchia al petto e binocolo necessario, e soprattutto servizi: ad oggi è difficoltoso utilizzare i bagni anche al secondo anello, figuriamoci al terzo.

E ancora, in che modo verranno organizzati i lavori? Quali sono le tempistiche? I club possono accettare di subire questa ristrutturazione a campionato in corso visto che sono prenotati e organizzati concerti ed eventi estivi anche per le estati a venire? Che tipo di sicurezza potrà esserci a giocare gare ufficiali con parti dello stadio chiuse per lavori in corso con mezzi e attrezzatura lasciati lì?

Infine, fa notare l’avvocato Felice Raimondo sul suo profilo Twitter, che l’inclinazione del terzo anello sarebbe fuori norma con i suoi oltre 39 gradi e che la profondità delle gradinate sarebbe anche sotto gli standard UEFA.

Dopo cinque anni di chiacchiere, rinvii, piedi in più scarpe e tanti scenari antipatici che non hanno permesso nessun passo avanti in questo ambito, il sindaco Sala, evidentemente con le spalle al muro per il fortissimo rischio di essere ricordato come il Primo Cittadino di Milano ad aver fatto uscire il Milan dalla città, e WeBuild si sono ritrovati a dover fare un disperato tentativo con l'augurio di trattenere almeno uno dei due club. Il risultato però, da quello che si è potuto ascoltare e leggere finora, è posticcio: un impianto premium che perde la sua anima popolare, relegando chi non può permettersi certi tipi di prezzi a compromessi e rinunce. Cosa che l’eventuale nuovo impianto a San Donato, costruito ex novo, non farà come promesso più volte dai dirigenti rossoneri.

Nel 2005 l'ottimo McCarthy scriveva il celebratissimo romanzo "Non è un paese per vecchi". Oggi, con reboot e remake sempre sulla cresta dell'onda, Sala si appresta a dirigere una triste riedizione: "Non è uno stadio per poveri".