Samu Castillejo, il destino sulla pelle. La nuova freccia tuttofare di Gattuso

Samu Castillejo, il destino sulla pelle. La nuova freccia tuttofare di GattusoMilanNews.it
© foto di Adrián Blanco/Bernabéu Digital
martedì 14 agosto 2018, 16:30Primo Piano
di Daniele Castagna

A primo impatto, l’aspetto potrebbe ingannare. Capelli lunghi e minuziosamente curati, incalcolabili tatuaggi ed un volto deciso, lineamenti forti e scolpiti quasi “disegnati” per una carriera televisiva. Ma Samuel Castillejo Azuaga è molto più di un semplice stereotipo di calciatore rockstar.  Profondamente legato alla propria terra e alla sua famiglia protettiva, il classe ’95 ha sviluppato un proprio modo di intendere il fútbol che va oltre alla dimensione rinchiusa e contenuta di Villarreal. Troppo piccolo il catino di 23.500 posti, è tempo per Samu di spezzare La Cerámica (gioco di parole voluto) e di volare direzione Milano, dove ad accoglierlo ci sarà il suo ex capitano Musacchio ed una folta comunità rossonera hispanohablante.

Figlio di una modesta famiglia andalusa, passa i primi mesi di vita tra Barcellona e Malaga dove il padre esercita la professione di Guardia Civil. Il piccolo Samu mette le radici nel barrio di Huelin con il quale, dai 5 anni in poi, creerà un legame talmente forte da tornarci ancora adesso. In quella che ‘Casti’ considera la vera ed unica casa, con donazioni e vicinanza ai bambini bisognosi. È proprio questo amore viscerale verso la “sua” Malaga che lo porta, giovanissimo, a dire no alle avance dell’Atletico Madrid. Troppo distante la capitale dalla sua famiglia, troppo lontani i Colchoneros dall’affetto di genitori sorella Noemi e fratello Jose, troppo forte l’amore per i suoi colori del cuore per scegliere l’Atletico. Se queda, resta nelle giovanili del Malaga dove è, tranquillamente, testa e spalle sopra tutti gli altri ragazzini. Tanto che la dirigenza non ha altra scelta che metterlo alla prova con uno step successivo: il calcio giovanile è un affronto alle sue capacità, qui serve il professionismo. E così sia, passa per tre stagioni all’Atlético Malagueño dove, a 16 anni, in terza divisione spagnola prende d’assalto ogni retroguardia avversaria. Il rientro alla base è una pura formalità ed a 19 anni inizia la sua lunga relazione d’amore con La Liga.

Prima il Malaga, poi il Villarreal ed ora (a breve) il Milan. La scalata al gotha del calcio mondiale prosegue passo dopo passo, come racconta lui stesso al suo personalissimo sito Internet. A ritmo di quel Nicky Jam, sempre nelle cuffie prima delle partite e dal soul reggeaton ampiamente riconoscibile nelle sue giocate. Movimenti rapidi nello stretto, quasi da calcio a 5, alternanza di sinistro e destro senza tanti problemi, come dimostrano i suoi impressionanti numeri di duttilità in carriera. Per chi lo definisce una copia incolore di Suso, sarà piacevolmente sorpreso nell’apprendere che a differenza del numero 8 del Diavolo, Samu in carriera ha giocato molto di più sull’out opposto, quello mancino. Sono infatti 81 i match disputati da ala sinistra, “solo” 57 a destra. Nella mattonella di Suso, per intenderci. Un innesto “stereo” quindi, serenamente in grado di far rifiatare Çalhanoglu o il connazionale Suso all’occorrenza. Ed attenzione ai suoi gol, o meglio, al suo grado di bomberitudine in netta crescita. Sì perché se sono solo 12 le reti siglate in tutta la carriera, ben 6 sono arrivate nell’ultima stagione disputata. A dimostrazione di come il ragazzo stia iniziando ad inquadrare la porta con una certa efficacia. Il Fideo, soprannome battezzato da Camacho al primo allenamento col Malaga, ha idee ben precise e… tatuate. Tra i mille pezzi d’arte presenti sul proprio corpo, Samu è particolarmente affezionato a due pezzi, nella speranza che possano tramutarsi in realtà nell’esperienza rossonera. Il primo, sul costato, recita: “Il percorso di qualsiasi successo è pieno di sconfitte” ed il secondo, manifesto dello stato mentale del ragazzo, annuncia: “Il miglior guerriero non è colui che trionfa sempre, bensì quello che torna senza paura in battaglia”. Gattuso è pronto ad accoglierlo, il Milan ha un Diavolo in più. In attesa di un nuovo tattoo, magari vincente…