REWIND & ZOOM: La miglior difesa è l'attacco. Oppure no?

REWIND & ZOOM: La miglior difesa è l'attacco. Oppure no?MilanNews.it
© foto di Giacomo Morini
giovedì 29 ottobre 2009, 09:21Rewind & Zoom
di Francesco Somma

Dopo aver rovinato la festa a Roma e Chievo nel giro di una settimana, il Milan prova sulla propria pelle il dolore della beffa. Ottenuto dopo soli 7 minuti un imprevisto doppio vantaggio, i rossoneri lo sprecano, rintanandosi nella propria metà campo e rassegnandosi a subire passivamente i veementi attacchi del Napoli per il resto della gara. "Forse abbiamo segnato troppo presto", ipotizza Leonardo, ma partire con due gol di vantaggio contro un avversario in ottima forma, non capita tutti i giorni, non al Milan. Visto l'ottimo momento da cui veniva il Napoli, considerate le occasioni subite e i diversi miracoli di Dida, il pareggio è il risultato più giusto. Ma mentre per i campani il pari ha il sapore della vittoria, per noi ha quello pesante della beffa, e stenta ad andar giù.

I gol di Pato ed Inzaghi cambiano presto il risultato e l'atteggiamento delle due formazioni. Abate (preferito a Oddo per tener testa agli scatti di Lavezzi) e Zambrotta si incollano alla linea dei difensori e rinunciano ad appoggiare la manovra offensiva, dando una mano necessaria contro i laterali partenopei. Del resto, con Maggio, Hamsik, Lavezzi e Quagliarella stabilmente ancorati alla trequarti d'attacco, è questa l'unica soluzione per mantenere la parità numerica. Se alla mancanza dei terzini, aggiungiamo il naturale (ma spesso disordinato ed eccessivo) rinculare di Pirlo ed Ambrosini a ridosso della difesa, comprendiamo a cosa il Milan ha rinunciato.

Contro un avversario in buona forma -che subiti i gol ha immediatamente iniziato ad attaccare con la veemenza di un toro ferito- e in condizioni ambientali tutt'altro che facili, il Milan cede il campo ai rivali. I rossoneri raggiungono la parità, o addirittura la superiorità numerica nei primi 30 metri, con i due mediani che si appiccicano al reparto arretrato, ma come quando si attacca, bisognerebbe difendere nell'atteggiamento più che negli uomini. Pato, Inzaghi, Ronaldinho e Seedorf - che, a onor del vero, è l'unico a cercare di annullare le distanze tra i reparti - restano incollati alla metà campo: il risultato è una squadra spezzata in due; inoltre, l'intenzione di tenere a bada almeno i quattro difensori del Napoli si rivela un'arma a doppio taglio. Primo. Puntualmente raddoppiati, o triplicati, dagli inesauribili Gargano e Pazienza, gli uomini d'attacco del Milan non riescono a giocare, sovraccaricando il resto della squadra e guadagnando, nella migliore delle ipotesi, qualche calcio di punizione lontano dalla porta di De Sanctis. Secondo. Con la retroguardia azzurra abbottonata e protetta dai due mediani, il Milan si (auto)costringe a rinunciare ad una delle sue armi più pericolose: il contropiede. Ma la miglior difesa non era l'attacco?