Un genio a San Siro

Un genio a San SiroMilanNews.it
© foto di Federico De Luca
sabato 12 giugno 2010, 00:00Terza pagina MilanDay
di Milan Day

Non c’è alcun dubbio che nella lunga schiera di campioni che negli ultimi vent’anni hanno vestito la maglia del Milan, un posto speciale spetta al “Genio” montenegrino Dejan Savicevic! Mai soprannome affibbiato ad un giocatore di calcio fu più azzeccato per uno talenti più puri e cristallini che si siano visti all’opera sui campi di calcio tra la fine degli anni ottanta e la prima metà di quelli novanta. Anche perché l’appellativo di “Genio” Savicevic lo interpretava a tutto tondo, tentando giocate che difficilmente i suoi colleghi tentavano, accendendosi all’improvviso con giocate risolutive anche nelle giornate meno brillanti, servendo assist al bacio ai compagni d’attacco che avevano come unico compito quello di farsi trovare al posto giusto al momento giusto (e di cui ha fatto la fortuna…vero Pancev?) e realizzando, spesso, gol fantastici, mai banali, che mandavano in visibilio gli esigenti spettatori delle squadre in cui ha militato. Insomma, un vero fenomeno del calcio, che ha avuto l’unico demerito di convivere per tutta la sua carriera con una muscolatura fragile, frutto di una prima parte di carriera (quella disputata in Jugoslavia) in cui veniva mandato in campo e spremuto anche quando non sarebbe stato possibile, per il semplice fatto che i suoi allenatori non volevano e non potevano rinunciare alla sua presenza.
Dejan Savicevic nasce a Podgorica (attuale Montenegro) il 15 settembre 1966, e dopo sei stagioni nel Buducnost (130 presenze e 36 gol), nella stagione 1988/89 approda nella squadra più prestigiosa del suo Paese, la Stella Rossa di Belgrado, in una delle squadre più talentuose e forte tecnicamente che si ricordi (come non ricordare la spettacolare Stella Rossa di Savicevic, Stojkovic, Prosinecki, Mihajlovic e Pancev!). Dopo una prima stagione esaltante (25 presenze e 10 gol), è nella stagione 1990/91 che il Genio fa letteralmente impazzire il calcio europeo, arrivando a conquistare il titolo di Campione di Jugoslavia (25 presenze e 8 gol) e la Coppa dei Campioni nella finale di Bari contro l’Olympique Marsiglia ai calci di rigore. In quella stagione conquisterà anche la Coppa Intercontinentale ed arriverà secondo,per un soffio, nella corsa alla conquista del Pallone d’Oro alle spalle di Jean Pierre Papin!
Già qualche anno prima noi tifosi del Milan avevamo conosciuto l’estro e la pericolosità di Savicevic: nella stagione 1988/89 negli ottavi di finale di Coppa dei Campioni, il Milan di Sacchi affrontò proprio gli slavi della Stella Rossa, ingaggiando due partite (…e mezza) che passeranno alla storia del club di via Turati. Dopo l’1-1 a S.Siro, il 9 novembre del 1988 a Belgrado si disputa il ritorno davanti a 100.000 spettatori caldissimi. All’inizio del secondo tempo proprio Savicevic realizzerà il gol del vantaggio per la sua squadra, gettandoci nello sconforto più totale. Solo la nebbia cancellerà quel gol e ci darà la possibilità della replica il giorno dopo: come andò a finire lo sappiamo tutti. Tuttavia, quel talentuoso giocatore con la maglia biancorossa non passa inosservato, e da quel momento il suo nome continuerà a restare segnato sul taccuino dei dirigenti rossoneri che riusciranno ad ingaggiarlo all’inizio della stagione 1992/93.
Arrivato al Milan (allenato da Capello e reduce dalla conquista dello scudetto) insieme a Papin ed al suo amico Boban, insieme a Van Basten, Gullit e Rijkaard formava un sestetto di stranieri che nessuna squadra al mondo poteva annoverare. C’era solo un piccolo, insignificante problema: che per le norme dell’epoca, le squadre italiane potevano consegnare al direttore di gara una distinta che contenesse solo tre stranieri per volta. Questo, nel Milan Olandese, penalizzò non poco il Genio (e gli altri), che fu costretto ad una turnazione che non gli permise di giocare molte partite; nonostante Van Basten esca di scena a novembre, nella sua prima stagione disputerà solo 17 gare, segnando, comunque, 7 gol (di cui 4 in campionato). Il debutto in serie A con la maglia rossonera avviene il il 13 settembre 1992 a Pescara, nell’incedibile vittoria in rimonta per 5-4 (permettetemi…io c’ero). Di quella stagione (conclusa con la conquista del titolo) si ricorda soprattutto la doppietta fondamentale nella vittoria contro la Fiorentina (2-0) alla giornata numero 22.
E’ nella stagione successiva, 1993/94, che Dejan, con l’abbandono di Rijkaard e Gullit ed il ritiro di Van Basten, si prende per intero il Milan. Savicevic, insieme a Boban Desailly, trascinerà il Milan verso una cavalcata straordinaria, che si concluderà con la conquista della Supercoppa Italiana, del terzo scudetto consecutivo e, soprattutto, con la riconquista della Champions League. Per il Genio non sarà una stagione molto prolifica (solo 4 gol, di cui 3 in Europa), ma la qualità delle sue prestazioni sarà di prim’ordine. Restiamo e concentriamoci sulla Champions. Savicevic comincerà ad essere decisivo nella fase a gironi realizzando due pesantissimi gol contro il Werder Brema: a S.Siro realizzerà il gol della vittoria (2-1), ed al ritorno, sotto la neve, nella serata di grazia di Seba Rossi, segnerà il gol del pari ad un quarto d’oro dalla fine, salvando un Milan in grande affanno. Superato in tromba il Monaco nella semifinale unica disputata a S.Siro, il Milan si presenta alla finalissima di Atene (18 maggio 1994) contro il favoritissimo Barcellona di Cruijff. Nessuno è disposto a scommettere una lira sulla vittoria dei rossoneri, ed invece la squadra di Capello tirerà fuori dal cilindro quella che è stata poi, nell’anno del centenario, votata come la partita del Secolo. La prestazione di Savicevic sarà straordinaria, facendo letteralmente impazzire gli avversari blaugrana. Al 22’, dopo un’azione personale, servirà a Massaro l’assist per il gol del vantaggio del Milan, ma è nel secondo tempo che tirerà fuori un autentico capolavoro. La palla è nei piedi di Nadal all’altezza della trequarti difensiva del Barca, Dejan va a pressarlo e gli ruba il pallone e da posizione impossibile, di prima intenzione, lascia partire un pallonetto col piatto sinistro che supera imparabilmente il portiere spagnolo Zubizarreta! Spettacolo allo stato puro! La partita finirà 4-0, e Dejan colpirà anche un palo. E’ la definitiva consacrazione di Savicevic con la maglia del Milan, e da allora diventerà l’autentico punto di riferimento dell’undici di Capello.
Questo ruolo di trascinatore gli farà disputare la stagione successiva (1994/95) a livelli ancora più alti. Segnerà 9 gol in campionato (di cui 4 in un colpo solo nella trasferta di Bari), ma sarà ancora in Champions che il Genio darà numerosi saggi della sua inconfondibile classe. Dopo una prima fase a gironi soffertissima (qualificazione solo all’ultima trasferta di Vienna), il Milan comincia la sua solita cavalcata! Dopo aver eliminato nei quarti il Benfica, il Milan affronta in semifinale il Paris Saint Germain (squadra in quel periodo molto temibile). Nella gara d’andata il Milan soffre, ma al novantesimo minuto Savicevic conduce un contropiede magistrale fornendo a Boban l’assist per il gol vincente. Ancora più esaltante la gara di ritorno: in una serata di autentica grazia, il Genio si prende sulle spalle il Milan e realizza una doppietta fantastica in un S.Siro letteralmente in delirio ed ai suoi piedi.
Il Milan, a distanza di un anno, si ripresenta in finale, e stavolta (a Vienna) l’avversario è l’Ajax. Gli olandesi, nella fase a gironi, ci ha già battuto due volte, ma l’ottimismo è grande: “con un Savicevic così, stavolta non possiamo perdere!!!”. Tutte le speranze sono riposte su di lui, ma il destino ci volta clamorosamente le spalle. Alla vigilia del match Dejan subisce un infortunio muscolare: niente finale, la luce non si accende e l’Ajax ci castiga, ancora una volta, a cinque minuti dalla fine. La finale sarà ricordata per sempre come la gara dei rimpianti: contro un avversario non irresistibile, la sensazione che rimase in tutti è che un Milan con Savicevic in campo avrebbe sicuramente vinto! La controprova non esiste, ma questa convinzione resterà per sempre!
La quarta stagione di Savicevic (1995/96) sarà ancora positiva. Il Milan, fuori dalla Champions, affronta il campionato in modo deciso, e con il quartetto Savicevic, Baggio, Simone e Weah dominerà il campionato fin dall’inizio. La conquista del 15° scudetto avviene il 29 aprile 1996 a S.Siro contro la Fiorentina alla 32ima giornata: il Milan va sotto di un gol al 13’ (gol di Rui Costa), ma un minuto dopo proprio Savicevic segnerà il gol del pari. La gara finirà 3-1 ed i tifosi possono ancora festeggiare. Alla fine saranno 6 le reti del Genio in campionato (più 2 in Coppa Italia ed 1 in Coppa Uefa).
A fine stagione Capello lascia il Milan, ed inizia l’avventura Tabarez. Il campionato si trasforma in uno strazio (11ma posizione) e la Champions League lo sarà ancora di più (eliminati dal Rosenborg), e neanche il ritorno di Sacchi servirà a salvare la stagione. E’ la stagione che comincia a segnare la parabola discendente di Savicevic in un Milan allo sbando: alla fine saranno 22 le presenze complessive e solo 2 i gol. L’avventura di Dejan sembra al capolinea, e neanche il ritorno di Capello sulla panchina del Milan (1997/98) servirà a rivitalizzare il Genio. Dejan resterà al Milan fino a gennaio, giocando solo 8 gare di campionato e 6 in coppa Italia, congedandosi, comunque, con un gol nel Derby di Coppa Italia vinto dal Milan con un clamoroso 5-0! A gennaio Savicevic saluta la compagnia e pone fine alla sua splendida avventura nel Milan.
Dopo una brevissima parentesi nella Stella Rossa, chiude la sua carriera nel campionato austriaco nelle fila del Rapid Vienna, dove disputa due campionati (fino al 2001) mettendo insieme 44 presenze e 18 gol.
Nelle sei stagioni rossonere disputa in totale 144 partite e mette a segno 34 gol, mettendo insieme il seguente palmares: 3 Scudetti, 3 Supercoppe Italiane, 1 Champions League ed 1 Supercoppa Europea.
Forse il numero delle partite disputate non è stato elevatissimo in rapporto al numero di stagioni, ma la qualità con cui ha impreziosito le sue prestazioni lo ha reso come uno dei giocatori più amati dai tifosi del Milan. Ogni giocata un sussulto, ogni palla toccata la sensazione che qualcosa di importante stava per succedere, ogni immagine due occhi di chi sembrava capitato lì per caso, che non aveva niente di uguale agli altri e che era arrivato sul campo sbucando da un luogo magico…apparso dallo sfregamento della lampada che conteneva il suo Genio!
Grazie Dejan.



di Gianpiero Sabato

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