Un centrocampista tutto "cervello"

Un centrocampista tutto "cervello"MilanNews.it
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sabato 19 febbraio 2011, 08:00Terza pagina MilanDay
di Milan Day

Sembra quasi guidata dal caso la storia di uno dei centrocampisti più forti che la storia rossonera ricordi.
Per i conoscitori dell’aneddotica milanista la vicenda è nota, ma per chi non la conoscesse è bene raccontarla dall’inizio.

Siamo nell’estate del 1961: il presidente milanista Andrea Rizzoli ha deciso di fare le cose in grande e “regala” al neo tecnico Nereo Rocco un centravanti coi fiocchi, l’inglese Jeames (Jimmy) Greaves .
Il bomber arriva dal Chealsea con delle credenziali incredibili: 124 reti in 157 partite ufficiali.
E le conferme, in fatto di numeri, non si fanno attendere anche nel Milan, dal momento che in pochi mesi riesce a mettere a segno la bellezza di 9 reti in sole 13 partite. Ma c’è qualcosa che non va.
Il ragazzo fuori dal campo è un disastro: si allena poco, non fa vita da atleta, beve e racconta bugie.
Il Paron non lo sopporta più, anche perché, nonostante i gol, la squadra è di una discontinuità incredibile (dopo 11 giornate di campionato ha 5 punti di distacco dalla capolista Inter).
La svolta è totale: Greaves viene rispedito in patria al Tottenham, ed il Milan lo sostituisce con un centrocampista brasiliano di 29 anni, Dino Sani.

Il centrocampista carioca da un anno milita in Argentina nel Boca Juniors (acquistato, tra l’altro per la cifra record di 1 milione di dollari). Ha già una carriera importante alle spalle, potendo anche fregiarsi del titolo di Campione del Mondo conquistato col Brasile nei Mondiali svedesi del ’58.
Gli argentini del Boca pensano che Sani abbia già dato il meglio di sé, e così, a novembre di quel 1961, decidono di cedere alle richieste del Milan e lo mandano in Italia.

Quando arriva da noi Dino Sani non ha proprio l’aspetto dell’atleta: è mingherlino, non molto alto, pelatino e con i baffetti stile Clark Gable.
In più non è proprio un fulmine di guerra, anzi più che correre sembra quasi camminare.
Rocco al primo impatto sussurra “..e questo sarebbe un calciatore?..”, ma dopo pochi allenamenti capisce di avere per le mani l’uomo giusto per rimettere in sesto il suo Milan. Sani, come detto, non fa del dinamismo, della velocità e della corsa la sua arma migliore, ma possiede delle caratteristiche che lo rendono unico.
Ha una tecnica sopraffina, sa usare entrambi i piedi, ma, soprattutto, ha un senso della posizione eccezionale.
Non ha la velocità nelle gambe, ma ha una velocità di pensiero che gli permette di sapere cosa fare prima ancora di ricevere il pallone: la difesa recupera la palla, la serve a Sani che “fa correre” la palla lanciando con precisione millimetrica gli attaccanti in profondità.
Un regista perfetto, che ha il dono di integrarsi alla perfezione con l’altro “genio” in maglia rossonera, Gianni Rivera.
Mezz’ala destra Sani, mezz’ala sinistra Rivera, dietro a fare la regia il brasiliano, davanti a rifinire per gli altri e ad attaccare il giovane alessandrino.
Nasce un asse perfetto, ed il Milan discontinuo della prima parte del campionato...(continua)