L'eroe di Salonicco

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sabato 26 febbraio 2011, 08:00Terza pagina MilanDay
di Milan Day

Una storia lunga e prestigiosa come quella del Milan è stata costellata dalle gesta di autentici fuoriclasse e di molti campioni, ed inevitabilmente è passata attraverso le prodezze di alcuni dei suoi portieri.
All’interno di questa storia, per il ruolo che occupano, a differenza degli “uomini di movimento”, essi acquistano l’immortalità grazie a delle prestazioni quasi sempre definite “eroiche”.

Così Fabio Cudicini una notte di Maggio del 1969 divenne “l’eroe di Manchester” per aver salvato il Milan nella semifinale di ritorno di quella Coppa de Campioni che avrebbe poi vinto a Madrid contro l’Ajax, Sebastiano Rossi divenne per tutti “l’eroe di Brema” per la serie di miracoli compiuti in terra tedesca che si sarebbero rivelati decisivi nel percorso che avrebbe portato alla conquista della Champions League del 1994 contro il Barcellona ad Atene, Nelson Dida divenne “l’eroe di Manchester “ (anche lui, come il Ragno Nero) nella finale del 2003 contro la Juventus quando neutralizzò tre rigori su cinque degli avversari ergendosi ad assoluto protagonista di quel trionfo.
In questa galleria ne manca uno, ed è quello che per tutti i tifosi del Milan si conquistò il soprannome di “eroe di Salonicco”, e cioè William Vecchi, estremo difensore a cui si deve assolutamente ascrivere la conquista della Coppa delle Coppe del 1973 nella finale greca contro gli inglesi del Leeds.

Nonostante provenga dalle giovanili rossonere, e nonostante abbia militato per ben sette stagioni nella rosa della prima squadra, William Vecchi si è ritagliato uno spazio inferiore rispetto a quello che avrebbe meritato (in totale solo 71 presenze ufficiali), pagando a lungo la presenza ingombrante del grande Fabio Cudicini.
Addirittura per diversi anni dovette anche mettersi in concorrenza per il ruolo di secondo con Pierangelo Belli, altro giovane su cui la dirigenza contava molto.

Vecchi come portiere era l’esatto contrario di Cudicini: alto e lineare il Ragno Nero, basso e dinamico il reggiano.
William era molto reattivo, dalle grandi doti acrobatiche che lo rendevano spesso spettacolare nei suoi interventi, e comunque bravo nelle uscite a dispetto della stazza.

Per ben 5 stagioni dovette rassegnarsi a fare il secondo di Cudicini, accontentandosi di mettere insieme poche presenze (che gli sono comunque servite per potersi costruire un palmares niente male).
La grande occasione gli si presentò nella stagione 1972/1973, quando la partenza di Cudicini gli diede l’occasione di diventare titolare.

Nonostante l’alternarsi con Belli, nel momento decisivo della stagione Nereo Rocco decise di affidare a William le chiavi della porta rossonera...(continua)