Quando Carrera salvò il Milan
Un quarto di secolo di onorata carriera da difensore, girovagando l'Italia da Sesto San Giovanni a Vercelli, passando per Russi, Alessandria, Pescara, Bari, Torino, Bergamo, Napoli e Treviso; una presenza in maglia azzurra contro San Marino con Arrigo Sacchi. Tante vittorie in maglia bianconera e poi, a 44 anni, dopo aver appeso le scarpette al chiodo, l'inizio del percorso di allenatore dapprima alle giovanili della Juventus che lo chiama in 'supplenza'di Antonio Conte. Massimo Carrera non ha mai indossato la maglia rossonera, ma a suo modo ha dato un prezioso contributo al Milan, nella stagione 1991-92, quella del primo, memorabile, scudetto vinto da Fabio Capello, concluso a zero sconfitte. E' il 15 settembre 1991, terza giornata di campionato, e il calendario propone subito la sfida di cartello, al 'Delle Alpi', tra i bianconeri guidati da Trapattoni, tornato a Torino dopo i quattro anni interisti, e i rossoneri passati alla direzione del mister friulano dopo i grandi successi di Sacchi, prossimo a subentrare ad Azeglio Vicini alla guida della nazionale. Le due squadre sono le grandi favorite per lo scudetto, soprattutto per l'assenza di impegni europei in quella stagione(la Juve paga la pessima annata della guida di Maifredi, il Milan i 'fattacci'di Marsiglia che gli sono costati un anno di squalifica dall'Uefa).
Nelle prime due giornate sono giunte altrettante vittorie di misura, ma mentre la Juve di Baggio, Schillaci e Casiraghi ha strappato consensi con i successi su Fiorentina e Foggia, più di una perplessità hanno suscitato le sfide dei rossoneri ad Ascoli(vinta con un autogol di Beneti)e quella a San Siro contro il Cagliari(risolta da Van Basten su rigore); i torinesi sono dati per favoriti rispetto a un Milan che in estate non si è segnalato per una massiccia campagna acquisti; dall'Inter è tornato Aldo Serena, che però tradirà in gran parte le attese; dai prestiti in serie B sono rientrati a Milanello i giovanissimi Albertini e Antonioli, mentre per il resto Capello si fida ancora della 'vecchia guardia' che con Sacchi ha dominato tra il 1988 e il 1991, a cominciare dal trio olandese Gullit-Van Basten-Rijkaard. Il primo impatto tra le due compagini, avvenuto poche settimane prima in occasione della prima edizione del Trofeo Berlusconi(guarda un po'...) in effetti ha visto prevalere gli uomini di Trapattoni con un netto 2-1, grazie alla doppietta di Casiraghi che quel pomeriggio si ripete, gelando la difesa rossonera dopo appena 13 minuti. La Juventus sembra controllare il match, la reazione del Milan appare poco convincente, ma quando ormai sembra tutto finito, in pieno recupero, ecco la svola: un cross di Albertini finisce sulla testa di Carrera che, inconsapevolmente, spiazza il compagno Tacconi e regala un ormai insperato pareggio al Milan. Dopo altri due pareggi, con Genoa e Fiorentina, propiziati da altrettanti rigori di Van Basten, per il Milan inizierà finalmente un ciclo virtuoso che, grazie alle reti dell'indimenticato centravanti olandese, alla vena realizzativa di un ritrovato Massaro e all'apporto di una vecchia guardia tutt'altro che decotta, a cominciare dalla difesa composta dagli intramontabili Baresi, Maldini e Tassotti, domenica dopo domenica compirà il capolavoro, conquistando in maggio il tricolore numero dodici e conservando per altri dieci mesi la storica imbattibilità durata 58 partite. Ma se non ci fosse stata quella provvidenziale deviazione dell'attuale tecnico juventino, probabilmente, la storia avrebbe avuto un altro corso.

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