A Napoli senza fare calcoli e con un arbitraggio all'altezza. Una punta insieme a Botman e Sanches. La SuperLeague esiste già. L'urlo di Sheva

A Napoli senza fare calcoli e con un arbitraggio all'altezza. Una punta insieme a Botman e Sanches. La SuperLeague esiste già. L'urlo di ShevaMilanNews.it
venerdì 4 marzo 2022, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Sentire in tv e leggere sui quotidiani che al Milan stanno bene 2 risultati su 3 a Napoli, non è un buon inizio. I rossoneri hanno ritrovato ritmo e intensità nel derby di Coppa Italia, la testa adesso è libera e le gambe girano: l'Inter non è stata battuta per svarioni tecnici che non possono e non devono essere replicati al Maradona. Partite decisive e campionati si vincono curando i dettagli e per questo servono attenzione, concentrazione, determinazione e coraggio, ma non si devono sbagliare i particolari. Serve ritrovare vena in zona gol, Pioli ha spiegato bene martedì sera - nel dopo-derby - come mai l'area avversaria non era stata riempita come nei giorni migliori: perché l'equilibrio della squadra, specie contro i nerazzurri, va protetto con una maggiore copertura difensiva. Dunque si è andati all'attacco con 4/5 giocatori alla volta. Il Napoli gioca anche più speculativo e coperto rispetto all'ultima versione di Simone Inzaghi, dunque bisogna sapere che le occasioni offensive non andranno sciupate (intendo con esse anche i contropiede in superiorità numerica, come avvenuto con Salernitana e Udinese).

Non è un alibi riparlare di arbitraggi, perché contro il Milan non sono stati commessi errori, ma sono state fatte scelte. Precise. Senza stare a fare sempre l'elenco, basterebbe che non fosse stato inventato il fuorigioco geografico proprio nella partita di andata col Napoli per avere 3 punti più di Spalletti: quella partita era finita 1-1, salvo trasformarlo in uno 0-1. Al Maradona non sono più accettabili errori dal Milan, certo, ma anche e soprattutto dall'arbitro e dal VAR.

Il progetto proseguirà comunque. Botman e Renato Sanches appaiono già obiettivi posti al centro del bersaglio, in attesa delle fumate che riguardano Romagnoli e Kessie. Dopo di che, a prescindere dalla conferma o meno di Ibra, servirà una punta perché la coperta là davanti è corte e non si possono caricare sulle spalle di Lazetic responsabilità troppo grosse: i problemi fisici di Ibra e purtroppo anche quelli di Rebic non si possono sottovalutare. La dirigenza è già in movimento, è già all'opera. Il messaggio è forte e chiaro.   

E' arrivato il momento in cui l'arroganza del monopolio Uefa debba essere contrastato. Non è possibile che si ritorni a parlare di violazioni del FFP ascritto a club italiani, con quello che spendono alcuni di quelli stranieri. Non è accettabile. Ci trattano come gli scemi del villaggio, girandosi dall'altra parte quando invece di Milan, Inter, Roma e chi per esse, le sanzioni toccherebbero al City, al PSG  e alle spagnole. Torna d'attualità la SuperLeague con le reiterate minacce dei parrucconi di Nyon nei confronti di chi ne vorrà fare parte: nascondono il fatto di averla creata loro dell'Uefa, la SuperLeague. Comprende infatti i club inglesi, il Bayern, Real e Barcellona, il PSG che possono spendere quanto e come vogliono, contrariamente a tutti gli altri. Questa è già la Superleguae: un'élite di spendaccioni lasciati liberi di aggirare ogni paletto di quella farsa chiamata FFP.

Andry Shevchenko parla e scende in piazza per il suo Paese, per i suoi familiari e gli amici che non vogliono lasciare Kiev, che non vogliono andarsene dall'Ucraina. Non c'entrano la politica né la storia che non siamo in grado di pesare né tanto meno giudicare da lontano: in ballo c'è piuttosto la pace, un bene che conosciamo e che abbiamo il dovere di difendere. Sempre. Stavolta urlando al fianco di tutti gli Sheva che si ribellano all'orrore.