Cosa c'entrano Kvara e Leao? Arbitri e VAR: solo una questione di tifo. Mondiali, stiamo a casa per colpa di chi? E ora si apre il mercato dei poveri ricchi

Cosa c'entrano Kvara e Leao? Arbitri e VAR: solo una questione di tifo. Mondiali, stiamo a casa per colpa di chi? E ora si apre il mercato dei poveri ricchiMilanNews.it
venerdì 18 novembre 2022, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Khvicha Kvaratskhelia è bravissimo e fortissimo ed è molto giovane. Dopo 12 presene e 6 reti nel Napoli in campionato, ma anche dopo 5 partite e 2 reti in Champions League, ho letto di quotazioni che variano in una forbice dagli 80 ai 120 milioni. In Italia. E' normale in un Paese che si fa prendere da un'euforia sfrenata dopo una manciata di prodezze e da una depressione feroce dopo qualche apparizione in chiaroscuro, come DeKetelaere tanto per non fare nomi. Giusto che sia così: uno pagato 10 milioni, l'altro 35. O dimostri subito di essere una stella, o è finita. Non c'è equilibrio nelle valutazioni del calcio. Già, perché altrimenti dopo che Leao è stato eletto miglior giocatore della serie A nello scorso campionato (vinto) e alla sua 4a stagione rossonera con 29 reti in 109 presenze, nessuno si interrogherebbe più sul suo rinnovo: sarebbero già tuti rassegnati alla mega offerta da 150 milioni al Milan e dal mega ingaggio da 10-15-20 (buttate pure voi altre cifre a caso) all'anno netti per lui. 

La verità è che in questi momento nessuno ha mai offerto nemmeno la metà di quelle cifre né per Kvara né per Leao, non perché all'estero esista una parvenza di pudore (altrimenti il Chelsea non avrebbe dato 55 milioni di sterline per Cucurella), ma semplicemente perché ci vogliono vedere un pochino più chiaro. Certo, è una contraddizione in essere: cosa ci hanno visto in Cucurella che valga 55 milioni e cosa non hanno visto nei due assi di Napoli e Milan qualcosa che non li valga? Forse la giovane età e l'incostanza, ma Kvara era già nel mirino di grandissimi club da almeno 2 anni e di Leao ho detto. Maldini aveva dichiarato di voler chiudere il rinnovo di Rafa prima dei Mondiali: strano per uno che non si sbilancia mai. Se non altro, dimostra la volontà del club rossonero di arrivare a un accordo. Il fatto è che per raggiungerlo, bisogna essere in due. 

Nell'ultimo turno di campionato l'arbitraggio di Milan-Fiorentina è passato al microscopio alla disperata ricerca di qualcosa che non andasse, dal tackle di Tomori su Ikoné ai presunti falli di Rebic prima a centrocampo, poi su Terraciano in occasione del gol del 2-1. Inutile stare qui a spiegare: le regole ormai si adattano prima alla parrocchia, poi al VAR. E' sempre fallo e sempre rigore se riguardano gli avversari, non lo sono se attribuiti alla tua squadra. I pestoni piede su piede e le smanacciate che inducono qualsiasi calciatore a buttarsi per terra urlante nel contorcersi dl dolore (inesistente) non sono mai stati un problema - quindi un fallo - nel gioco del calcio dall'800 al 2021. Ora sono diventati motivo di cartellini, punizioni, reprimende, VAR appunto. Con i varisti che tra un caffè e l'altro, un'immagine che hanno e molte altre che non hanno, decidono con il bim bum bam pari o dispari. Il vero problema è che questo nostro tipico malvezzo sta prendendo piede anche in Inghilterra e Germania, dove notoriamente l'atteggiamento di arbitri e tesserati è diverso. Vedremo cosa accadrà ai Mondiali, un terreno probatorio estremamente significativo.

A proposito. Stiamo a casa a guardarci i Mondiali per la seconda volta di fila, abbiamo perso una generazione di tifosi azzurri mentre si inseguono colpe, accuse, insulti, sospetti, denunce sui dirigenti dei grandi club di serie A e non solo. Offuscati sul campo, io per primo, dall'incredibile vittoria dell'Europeo un anno e mezzo fa, ancora una volta abbiamo volutamente ignorato che alla base di fallimenti così clamorosi c'è il sistema disastroso che li ha provocati. In questa tromba d'aria di scartoffie delle procure e della Finanza, società indebitate fino al midollo lasciano presagire un mercato invernale sontuoso come quello dei ricchi. 

Il mistero del mondo del calcio in Italia è il più limpido e solare di tutti: basterebbe fermarsi per capire, giudicare e prendere provvedimenti. Tirare dritto bendati invece resta la soluzione più comune e deleteria, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, eccetto quelli che si godranno Qatar 2022.