Da Van Basten a Kaká, sarebbero tutti fieri di questo ambizioso Milan ammirato a Madrid. La favola Messias ma Kalulu e Baka crescono

Da Van Basten a Kaká, sarebbero tutti fieri di questo ambizioso Milan ammirato a Madrid. La favola Messias ma Kalulu e Baka crescono  MilanNews.it
giovedì 25 novembre 2021, 00:00Editoriale
di Franco Ordine

Solo questo nuovo, giovanissimo e ambizioso Milan, nipote di quel Milan 7 volte campione d’Europa e specialista dei trionfi in giro per il mondo, è capace di stupire anche in Champions league e di regalarsi una notte epica. Come accadde puntualmente ai loro progenitori, a Baresi e Van Basten, a Kaká e Inzaghi, a Seedorf e Pirlo. Al cuore e all’orgoglio di questo gruppo, allenato da un fior di uomo e allenatore di rango, Stefano Pioli, non si comanda. Così, invece di pensare a una onorevole uscita che sarebbe diventata matematica con un pareggio, ha tirato fuori una prova di grande valore fisico, psicologico e tecnico e ha inflitto all’Atletico -scorretto fin dall’inizio, alla ricerca di mezzucci per provocare le reazioni dei rossoneri- una sconfitta dolorosa e forse anche più netta del modesto 1 a 0 finale. Certo, la qualificazione è ancora lontana, sarà decisiva l’ultimo turno con il Liverpool a San Siro ma una serata del genere non può che regalare grande autostima, decretare la conferma di un calcio generoso e soprattutto la maturità da parte di alcuni esponenti, considerati di seconda fila e invece, diventati protagonisti positivi.

I milanisti hanno resistito alle provocazioni, ai pestoni, alle frasi pronunciate in mezzo al campo con tono minaccioso e hanno pensato a giocare soltanto. Come sanno fare le squadre di rango. E se nel primo tempo non hanno mai trovato la strada della porta di Oblak, nella ripresa hanno arpionato il gol con quel ragazzo spuntato fuori da una favola, Messias. Pioli ne ha parlato sempre, in pubblico e in privato, con toni entusiasti. E si capiva che stava preparando il lancio europeo. Ha avuto la mano felice e il ragazzo gli ha regalato una soddisfazione unica. Non dimenticherei però le prove di Saelmaekers, tornato al suo livello più alto della passata stagione, né Kalulu che è una spina nel fianco destro dell’Atletico (se solo migliorasse nella qualità dei cross…), né il contributo di Kessiè e di Bakayoko che sta salendo di condizione, senza trascurare Romagnoli in difesa e quella parata prodigio iniziale di Tatarusanu annullata dal fuorigioco. Peccato solo per Giroud che è stato malmenato per oltre un’ora di gioco prendendosi dall’arbitro sloveno anche un giallo mentre gli spagnoli gli rifilavano ginocchiate sulla schiena e altre carezze del genere. Chissà cosa sarebbe successo senza quel disastroso arbitro dell’andata con l’Atletico!

Forse c’era bisogno, dopo la sconfitta di Firenze, di un colpo di reni del genere per rimettersi subito in piedi e puntare adesso ai prossimi appuntamenti di campionato. Immagino che molti lettori e tifosi del Milan mi chiederanno conto della mia analisi dei giorni scorsi quando ho teorizzato che sarebbe stato meglio, per Pioli e i suoi ragazzi, uscire subito dalla Champions e ripetere così il cammino dell’Inter di Conte lo scorso anno. Resto ammirato dalla prova del Wanda metropolitano ma resto della mia opinione che è una semplice opinione e non la dichiarazione di un tifoso. Perché i tifosi devono fare i tifosi e sperare fino all’ultimo minuto, come è giusto che sia, mentre i critici devono fare il loro mestiere che è completamente diverso da quello dei tifosi. Più rischioso e meno appagante.